Le doti di Beppe Severgnini che ho sempre apprezzato si riconfermano anche in questo libro: quella misura e quell’equilibrio che sono necessari per suscitare sorrisi e anche vere e proprie risate ma senza mai esagerare le situazioni che intende prendere di mira (anche perché a volte sono già da sole paradossali !) e senza mai porsi in cattedra.
Il tema prescelto con questo libro ha un ambito un po’ più ristretto dei precedenti: tra i vari vizi e virtù degli italiani Severgnini si concentra questa volta sul nostro modo di parlare e di scrivere, e lo fa costruendo un divertente manuale pratico (dotato addirittura di esercizi al termine di ogni capitolo !) sugli errori più o meno comuni in cui possiamo incorrere nell’uso della nostra lingua, bellissima ma anche difficilissima !
Il tono non è mai didascalico, snob, accademico o pedante (non potrebbe essere Severgnini, altrimenti) e l’autore stesso sembra talvolta sorridere di sé sottoponendo al lettore errori da lui stesso commessi. Mi hanno divertita molto le varie categorie (ognuna caratterizzata da una propria “patologia” in questa materia) in cui Severgnini inquadra le varie tipologie di errori, esagerazioni, usi impropri ed abusi della nostra lingua: da ora in poi so già che non potrò più fare a meno di riconsiderare quello che dico o scrivo alla luce dei suggerimenti che mi ha dato, ma anche valutare quello che leggo e ascolto in base ai parametri con cui Beppe individua i Nelsensocheisti, i Puntingordi, i Puntesenti, i Parentesisti, i Copincollatori, gli Scongiuntivati, i Puntinisti bulimici e tanti altri ancora.
Un libro che non si arrocca nella difesa della lingua “pura”, ma che contempera le giuste istanze di rinnovamento e cambiamento con quanto invece, ancora oggi, deve ritenersi importante per definire l’italiano corretto. Scritto non per disquisire su questioni accademiche fini a se stesse, ma per suggerire quanto una comunicazione chiara, precisa, corretta finisca per dimostrarsi molto più efficace e degna di attenzione, con conseguenze pratiche in qualsiasi situazione (dall’ottenere un posto di lavoro al conquistare una ragazza !).
Questa lettura dal ritmo così vivace (tipico della verve ironica di cui Severgnini è a mio giudizio un maestro) è anche la dimostrazione pratica dei principi che il libro enuncia: chiarezza e concisione sono fondamentali per ottenere il risultato di attenzione sperato da chi scrive o parla……a questo proposito forse mi sto dilungando fin troppo (!)………e mi sto rivelando anche per la puntinista bulimica che sono (!)…………..aggiungo soltanto due brevi citazioni, semplici ma dal significato profondo, che si incontrano in queste pagine senza che su esse l’autore indugi affatto:
- “…l’attenzione, come la stima, non si può pretendere. Bisogna conquistarsela.”
- “Ora che tutto si compra, infatti, sta diventando prezioso quello che s’impara.”
"L'italiano. Lezioni semiserie" - Beppe Severgnini
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