"Cortesie per gli ospiti" - Ian McEwan

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Towandaaa
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"Cortesie per gli ospiti" - Ian McEwan

Messaggio da Towandaaa »

L’incedere indolente dell’inizio, le sensazioni (di caldo, di noia, di stizza per una città che sembra voler rimanere sfuggente e misteriosa) che uno stile potente fa materializzare dalle righe scritte per trasformarle in qualcosa di sensorialmente percepibile anche per il lettore, il risvegliarsi della passione tra i due protagonisti solo dopo lo strano e incredibile incontro con Robert: tutti elementi di un crescendo sapientemente costruito per portare inesorabilmente verso un finale sul quale non esprimerò alcuna opinione, proteggendo il rischio fortissimo dello spoiler dietro alcuni aggettivi come agghiacciante, sconcertante, inquietante.
L’ignavia che caratterizza Colin e Mary all’inizio si esprime anche nel loro essere presentati in modo, credo, volutamente sfuocato (coerente con il loro prevalente non dire e non fare), rinviando al momento dello sviluppo della trama il progressivo lavoro di affinamento che li riguarda. Ciò mette ancora più in risalto la figura di Robert, che fin dalla sua prima comparsa in scena appare molto ben definito. Una presenza invadente anche fisicamente: con quel suo toccare, spingere, stringere ai polsi gli ospiti, esprime un intento di controllo, direi quasi di possesso, che lascia intravedere la sua indole forse ancor più efficacemente di quanto i racconti sulla propria infanzia lascino intendere e presagire, sia in termini assoluti, come persona, sia in termini relativi, nei confronti della moglie e dei due malcapitati e ingenui turisti.
Già….ingenui ? Me lo sono chiesto più volte durante la lettura, e non sono mai riuscita a catalogarli esclusivamente così. Certo, alcuni episodi mi hanno lasciata incredula: ritenevo inverosimile che Colin e Mary non facessero di tutto per mettere la maggior distanza possibile tra loro da una parte e Robert e Caroline dall’altra. Ma credo che ciò che McEwan abbia voluto lasciar intendere sia che alla componente di ingenuità si è accostato anche un altro elemento, quasi una forza di attrazione che ha avvinto Colin e Mary a Robert e Caroline, fatta di curiosità per la loro situazione, di gratitudine, quasi (perché l’incontro con i due strani personaggi ha risvegliato, consapevolmente o no, il legame che i due trascinavano più sotto la spinta dell’abitudine che dell’amore), ma anche di quel vincolo che talvolta lega inspiegabilmente le vittime a chi su di loro ripone i propri intenti malvagi. Dal momento in cui questo ambiguo legame si crea, il ritmo del romanzo accelera costantemente, e la forza di attrazione che genera anche nei confronti del lettore è direttamente proporzionale al progredire del racconto in cui ad ogni svolta in cui sembra che una via di uscita sia ancora possibile fa seguito una scelta di condotta che percepiamo al tempo stesso come sbagliata ma anche coerente, come ingannevole ma anche ineludibile. Un’ossessione vera e propria, torbida, di cui sono preda tutti e quattro i protagonisti, e che rimane pesantemente nell’aria attorno al lettore anche dopo il termine del romanzo, resa forse ancora più densa dal fatto che l’incipit non faceva che presentare scene di ordinarietà in cui chiunque potrebbe ritrovarsi.
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francesina
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Re: "Cortesie per gli ospiti" - Ian McEwan

Messaggio da francesina »

Che bella recensione Towandaaa!
E poi hai riassunto esattamente quello che ho provato anche io alla fine della lettura:
Towandaaa ha scritto:Un’ossessione vera e propria, torbida e che rimane pesantemente nell’aria attorno al lettore anche dopo il termine del romanzo
Con Mc Ewan ho sofferto così solo per Il giardino di cemento...
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près

E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione

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