Segreta Penelope - Alicia Gimenez Bartlett

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ciucchino
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Segreta Penelope - Alicia Gimenez Bartlett

Messaggio da ciucchino »

Conoscevo Alicia Gimenez-Bartlett solo per i suoi gialli e devo dire che questo libro mi ha molto colpita non solo perché completamente diverso dagli altri che avevo letto, ma per la sua profondità e la capacità di descrivere minuziosamente i personaggi e l’epoca.
Tutto ruota intorno al personaggio di Sara, la segreta Penelope così chiamata dall’io narrante. Sara è una figura complessa e tragica: vive tranquillamente gli anni dell’Università in maniera caotica collezionando uomini. Le piace il sesso e la sua personale ”Rivoluzione sessuale” negli anni Settanta la porta a vivere con spensieratezza e gioia i suoi rapporti con gli uomini. Il tempo passa e le sue amiche sentono il dovere di intervenire: Sara non può continuare vivere così in una casa disordinata e sporca frequentata sempre da uomini diversi; deve sposarsi e fare figli. L’amica che racconta è perplessa e, per suo principio, non vuole intervenire con dei consigli perché ammira Sara come uno dei pochi esempi di persona libera e senza pregiudizi che non deve essere imbottigliata in uno stereotipo borghese. Le altre due amiche però la convincono a sposarsi e inizierà quindi la discesa disperata di Sara che la porterà al suicidio.
L’autrice descrive in maniera meticolosa e analitica il carattere delle protagoniste: Sara anaffettiva e insicura, Berta organizzata ma fallita, Ramona efficiente e repressa. Anche l’io narrante non sfugge alla critica: con l’intenzione di non interferire nelle vite altrui, evita egoisticamente dall’interessarsi agli altri per non farsi coinvolgere. E non sfuggono all’analisi critica e feroce neanche le figure maschili così insicure e represse.
L’autrice analizza quindi il fallimento di una generazione che da studente voleva cambiare il mondo ma da adulta crede che solo i valori tradizionali (la famiglia, i figli, un lavoro) possano dare un senso all’esistenza.
Un bel romanzo molto “denso” che fa riflettere anche sull’idea di maternità vissuta come l’unico scopo nella vita di una donna: la figlia di Sara non potrà che odiare una madre incapace che svolge il suo ruolo come un dovere al punto di farsi schiacciare completamente.
"I libri li rubavo. I libri non dovrebbero costare nulla, pensavo allora e penso ancora oggi".
(Pascal Mercier, "Treno di notte per Lisbona)

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