Il silenzio perfetto - Ilaria Mazzeo

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ciucchino
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Il silenzio perfetto - Ilaria Mazzeo

Messaggio da ciucchino »

Un romanzo ben scritto e interessante soprattutto nella parte dedicata al fratello: un dolore immenso descritto molto bene attraverso gli incubi della protagonista. Forse perché io sono tormentata spesso da incubi notturni, mi sono immedesimata con l’angoscia di chi ha al mattino si deve confrontare con i propri peggiori timori.
Invece non mi è piaciuta per niente l’inizio della storia d’amore: è molto banale l’idea dei due che si conoscono per lavoro e che a prima vista si scontrano per scoprire poi improvvisamente di amarsi (così improvvisamente da essere assurdo). Stilisticamente poi ho trovato molto fastidioso il chiamarlo “architetto” invece che per nome: se nel romanzo l’autore chiama i protagonisti sempre per nome (ad es. il fratello o l’amico), non capisco perché debba chiamare con la professione o il cognome proprio l’amante. Ho però apprezzato molto il finale che al contrario mi è sembrato non scontato o banale.
Nel complesso, insomma, mi è piaciuto.
"I libri li rubavo. I libri non dovrebbero costare nulla, pensavo allora e penso ancora oggi".
(Pascal Mercier, "Treno di notte per Lisbona)

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GrilloParlante
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Re: Il silenzio perfetto - Ilaria Mazzeo

Messaggio da GrilloParlante »

è piaciuto molto anche a me, nonostante qualche piccola pecca nella trama e nello stile, che però in un'opera prima ci può stare.

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Ilaria Mazzeo - Il silenzio perfetto
Intermezzi Edizione (2009)
pg. 121 - € 10,00
ISBN: 9788890357688


Trama
"Da un certo punto della vita in poi avevo avuta ben chiara in mente la strada da seguire in tutte le situazioni, anche perché ero stata molto attenta a pianificare qualsiasi cosa. Gli imprevisti li avevo ignorati, accantonati o addirittura distrutti, procedendo come un carro armato verso... verso cosa?" Sulla sua strada Ginevra incontra infine imprevisti troppo grandi da aggirare: la scomparsa del fratello e un nuovo amore, un dolore troppo forte e una passione così intensa che sembra impossibile da credere reale. Divisa tra la tentazione di lasciarsi andare e la volontà di reagire, deve trovare comunque la forza di affrontarli e di riprendere a vivere. Una storia che racconta il dolore con leggerezza e coraggio, avvolgendolo con le parole fino a relegarlo entro un silenzio perfetto.


Riporto il commento che ho scritto su anobii:

Ho terminato la lettura già da qualche giorno, ma non avevo ancora scritto nulla su questo libro (che è stato davvero una sorpresa!) perché volevo aspettare di avere ben chiare le idee sulle sensazioni che mi ha lasciato.
Il fatto che dopo quasi una settimana ancora non mi si siano chiarite del tutto è sintomatico del fatto che in queste 121 pagine c’è molto di più di qualche ci si potrebbe aspettare a prima vista da un’opera prima di una giovane scrittrice italiana.
C’è il dolore, ma un dolore che si insinua sottopelle, profondo, che non irrompe in manifestazioni eclatanti, ma che logora, che sfianca..
C’è la passione, che arriva quando meno te l’aspetti, che ti sconvolge la vita, per la quale magari ti senti anche un po’ in colpa, ma che sembra dare finalmente colore ai giorni.
E c’è l’impatto duro, tremendo, devastante con la realtà, l’assenza di quel lieto fine che in fondo pensiamo di meritare: come avviene spesso nella vita vera, non tutti i sogni si realizzano, qualche momento di felicità esige un prezzo troppo alto.. e il conto alla fine si paga sempre.
Mi sono ritrovata molto in Ginevra e forse è per questo che sono un po' troppo indulgente nei suoi confronti, forse è per questo che sono disposta a perdonarle gli errori che commette e le debolezze a cui si abbandona. Pensando a lei, mi tornavano spesso in mente queste parole, sentite non ricordo più nemmeno dove:“La vita è quello che ti succede mentre sei impegnato a fare altro”. Forse non calzano proprio a pennello, ma.. mentre cerca il modo per fronteggiare il dolore per una perdita assurda e inspiegabile (ma non lo sono tutte le perdite, a pensarci bene?), Ginevra si ritrova a vivere, viene travolta da sensazioni nuove, da battiti veri.. chi l’avrebbe mai detto? Lei di sicuro no!

Forse stilisticamente la giovane Mazzeo ha ancora tanta strada da fare, sicuramente la sua tecnica dovrà essere affinata, ma per quanto riguarda i contenuti c’è già tutto: nonostante si parli di tradimento e di morte non si sguazza nel torbido, non ci si perde in ipocriti moralismi, non ci si gingilla con l’ovvio. Al lettore viene offerto solo un piccolo spiraglio per guardare (senza morbosità) nelle vite dei protagonisti: così ho inteso io quel non caricare di troppe sfaccettature Ginevra e Gianluca e anche quel tratteggiare appena le figure di contorno (come ad esempio Giorgio o soprattutto Vincenzo, che sicuramente avrebbe avuto molto più da dire.. ma in questo contesto va bene così).
Personalmente avrei lasciato nella testa dell’autrice
Here be spoilers
l’ingombrante signora Ricciardi e anche il piccolo Giorgio,
ma come ho detto è un’opera prima: si può ancora migliorare!
N.B. = Una volta ero SoloIo

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