
Io rimetto quello che ho messo su facebook (sempre per il motivo che ogni tanto dovrei cercare di lavorare
"Ho pianto per ore e ore.
Come un tappo dentro di me che mi avevano tolto. O come una purga. O come uno scarico. Per la prima volta da quando ero nata non ero più sulla difensiva.
Per la prima volta....
Per la prima volta sentivo finalmente che ce l'avevo fatta. Che finalmente ero al sicuro. Ed è venuto fuori tutto d'un colpo...Tutto... L'abbandono, la fame, il freddo, la sporcizia, le pulci, il mio odore, i mozziconi di sigaretta, lo schifo, la bruttezza di tutto, le bottiglie vuote, le urla, le sberle, i segni, le bugie, la violenza, la paura, i brutti voti, i furti, i genitori di Jason Gibaud che mi proibivano di cagare in casa loro, i loro avanzi da finire, il mio culo, le mie poppe e la mia bocca che mi erano serviti così tanto come moneta di scambio in quegli ultimi tempi, tutti quei tizi che avevano così tanto approfittato della mia situazione, e così male, e tutti quei lavoretti di merda, e Manu che mi aveva fatto credere che mi amava un po' per davvero e che avrei potuto avere una casa tutta mia e...
E ho vomitato tutto questo in lacrime.
E più mi svuotavo, più Franck sembrava riempirsi. Non saprei davvero spiegarlo, ma quella era l'impressione che mi dava. Più io piangevo, più lui si rilassava. La sua gfaccia diventava sempore più bonacciona, mi attorcigliava una ciocca di capelli dentro l'orecchio, mi prendeva amorevolmente in giro, mi chiamava Calamity Jane o Camille la Svitata o Billie the Kid, e sorrideva.
[...]
Ho capito solo parecchio tempo dopo, solo parecchie confidenze dopo - quando anche lui ha cominciato a raccontarmi un po' cos'era la sua guerra in solitario prima di me, prima di noi - che se quella notte era statocosì felice di vedere anche me infelice, è perché mentre io singhiozzavo tra le sue braccia non stop e al limite dell'attacco di tetania, lui stava trovando una prima buona ragione per non morire più."
Anna Gavalda, "Il mio piccolo principe"