Ed. Metropoli d'Asia, 2012
312 pagine
Libro di reportage (storie le definirei) di una giornalista indiana che scava sotto la superficie colorata e folkloristica, che rappresenta l'immagine turistica, per tratteggiare un ritratto più veritiero dell'India.
Violenza e corruzione, lotta tra le caste, morti per fame, crimini inumani che vanno del tutto impuniti perché perpetrati da appartenenti alle caste al potere contro persone che invece fanno parte di etnie tradizionalmente soggette a vessazioni.
Come sempre, quello che stupisce maggiormente è il silenzio (e quindi il consenso silenzioso) degli "onesti".
Ad ulteriore lode di questo libro vorrei sottolineare che l'autrice scrive molto bene e soprattutto sa raccontare bene le sue storie, è un'affabulatrice

Una lettura che fa venir voglia di approfondire, di scoprire ancor di più e magari impegnarsi a fare qualcosa, almeno a diffondere la conoscenza dei crimini continuamente ripetuti.
EDIT: letto su segnalazione di Éowyn