E’ il primo libro che leggo di questo autore, e si è trattato di una bella scoperta.
Mi piacciono i romanzi in cui i toni (qui: ironico, malinconico, drammatico) si alternano in un equilibrio ben congegnato, perché li trovo aderenti alla realtà (almeno, in base alla mia esperienza) che è fatta di tanti momenti diversi come diversi sono i nostri atteggiamenti e le nostre reazioni di fronte a ciò che accade, con o senza il nostro intervento.
E mi piacciono anche le storie che alternano piani temporali diversi, seppure poco distanti come in questo caso, quando i salti cronologici non sono fine a se stessi ma servono per spiegare, anche solo suggerendoli alla riflessione del lettore, i motivi che stanno dietro alle azioni oppure per evidenziare la ciclicità con cui particolari situazioni sembrano ripetersi.
La storia è semplice, e lo stile adottato è diretto, essenziale, quasi, direi, colloquiale: quanto di più adatto per raccontarla, ma senza banalità nè sciatteria. Sembra di ascoltare un amico che ci racconta di sè, lo seguiamo non tanto per sapere “come va a finire” ma perché ci sentiamo partecipi delle sue vicende. E percepiamo che l’atto di raccontarle non è soltanto sfogo ma anche strumento per fare chiarezza, perché ripercorrere gli eventi è anche riesaminarli e comprenderli.
Il protagonista sembra non essere cresciuto poi molto dai tempi in cui era bambino al momento del presente, continua a manifestare, anche se con risultati diversi, quel senso di inadeguatezza che da piccolo lo portava ad immaginare avventure nei suoi pomeriggi solitari e da adulto lo fa comportare con apparente ingenuità e leggerezza, che lo porta a proporre accordi con Dio con quella semplicità che aveva anche ai tempi dell’asilo. Ma gli eventi che lo attendono ne faranno una persona diversa, a prezzo di scelte difficili e dolorose ma affrontate con maggiore maturità. Ho apprezzato molto il modo di descrivere questa metamorfosi perché l’attenzione non è tutta incentrata sul protagonista, ma lascia spazio anche alle molte figure secondarie che hanno contribuito e contribuiscono a questa maturazione. Anzi: alcune, pur se solo accennate, acquisiscono una nitidezza tale da risultare dei veri e propri camei, soprattutto quelle che appartengono al passato della storia di Cristiano, e che hanno contribuito, consapevolmente o no, a colmare il vuoto lasciato da un padre assente che altrimenti il bambino avrebbe potuto riempire solo con la propria fantasia, più o meno consapevolmente ingannevole, fino al momento della tardiva ricomparsa.
Ho trovato particolarmente toccanti, infine, i passi dedicati all’esperienza della paternità per il protagonista: sia perché vi ho ritrovate molte delle mie emozioni nel diventare mamma, sia perché mi hanno molto colpita la semplicità e la sensibilità di alcune espressioni (“In quel momento realizzai con chiarezza che era mio figlio [...]. Sentii la sua presenza dentro di me” - “Non so come spiegare che in realtà non sono io a portare in giro lui. [...] Non sono un bravo papà. Sono soltanto un uomo aggrappato alle manopole di una carrozzina. Non capite ? vorrei dire, questa è una barca. E io mi ci tengo stretto per non finire nel mare in burrasca”).
"I frutti dimenticati" - Cristiano Cavina
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Re: "I frutti dimenticati" - Cristiano Cavina
Un bellissimo libro dove l'autore descrive la sua esperienza autobiografica di figlio che ha conosciuto il padre da grande (conosciuto per poi perderlo subito) e di futuro padre.
Lucida ma tenera la descrizione della sua famiglia, dell'Istituto delle suore orsoline, di questo asilo dove sembra di esserci stati anche noi lettori. Mi è piaciuto molto anche lo stile di ripetere alcuni pezzi e di saltellare tra i ricordi della propria infanzia e la vita attuale.
Bel libro e indimenticabili i personaggi tra cui i due nonni.
Lucida ma tenera la descrizione della sua famiglia, dell'Istituto delle suore orsoline, di questo asilo dove sembra di esserci stati anche noi lettori. Mi è piaciuto molto anche lo stile di ripetere alcuni pezzi e di saltellare tra i ricordi della propria infanzia e la vita attuale.
Bel libro e indimenticabili i personaggi tra cui i due nonni.