"Venezia imbiancata dalla neve nei giorni del carnevale. Uno stravagante commissario, Marco Manente, amante della bottiglia, della storia patria, delle bionde e delle schermaglie verbali con il suo braccio destro venuto dal Sud. L'omicidio misterioso di un ragazzotto senza arte né parte, con amicizie discutibili e una fidanzata prosperosa e prodiga delle sue grazie. A prima vista, un delitto d'onore. A un secondo sguardo, un regolamento di conti fra balordi. Ma il movente del delitto è faccenda complicata: un ordito fitto nel quale si intrecciano un dipinto dal valore inestimabile, i traffici di quel che resta della Mala del Brenta e i pasticci di un briccone dilettante, timido e dal cuore dolce. Per venirne a capo servono la mente fina e l'occhio esperto di Manente, lo sbirro più politicamente scorretto dell'intero corpo di Polizia che alla fine ricostruirà la complessa tela, ricorrendo a ogni mezzo, inclusi quelli severamente non consentiti. Sullo sfondo, magica e perturbante, la Serenissima con le sue nebbie mitiche, le sue sontuose dimore sul Canal Grande e quelle modeste spesso sommerse dall'acqua alta, gli squeri dove si costruiscono le gondole, scenografia perfetta per il più fascinoso dei misteri".
Questo romanzo parte benissimo per quanto riguarda l'ambientazione, la parte di Venezia meno turistica che adoro, e malissimo secondo me per quanto riguarda il protagonista, che mi è stato subito antipatico a pelle, forse perchè è l'ennesimo commissario scorretto e dongiovanni che incontro nelle mie letture e sicuramente non quello meglio caratterizzato: quando dopo poche pagine si dà alla conquista della principale sospettata ho seriamente cominciato a sbuffare
Fortunatamente dopo qualche capitolo il giallo si complica e diventa più credibile ed anche il nostro commissario si concentra sull'indagine, diventando quasi (quasi, eh...) simpatico grazie ai botta e risposta campanilistici col suo collaboratore campano Santamaria

Il finale non è particolarmente originale, ma non è mi è dispiaciuto del tutto
Il libro è invece veramente pregevole come guida di Venezia, nella descrizione dei luoghi più suggestivi e soprattutto sotto il profilo enogastronomico

Manente frequenta infatti molti locali e trattorie realmente esistenti della Venezia più popolare e nascosta, guidando il lettore tra calli, campielli e fondamenta: il commissariato stesso è collocato nella zona di San Lorenzo, bellissima e poco conosciuta. L'atmosfera veneziana è resa in maniera molto vivida e suggestiva, senza sfociare nel clichè scontato da cartolina
