Ma Ampelio, nonno di Massimo, e gli altri tre tetraventenni assidui frequentatori del BarLume, poco convinti di un esito così semplice ed incapaci di rimanere lontani da indagini e pettegolezzi, per saperne di più vanno a trovare la vecchietta assistita dalla badante uccisa (portandole una torta che la manda quasi in coma glicemico) e assoldano il compagno Mastrapasqua, che ha vissuto in Ucraina, per infiltrarsi tra le colleghe della vittima ai giardinetti.
Tutto questo attivismo costa ai nonni una diffida legale, ma riapre le indagini che richiamano così Alice al lavoro e portano a galla un intrigo molto diverso dalle prime apparenze...
I vecchietti del BarLume sono una droga

«Un lavoro d’indagine vero, sul campo, è molto più simile alla battaglia navale. All’inizio spari alla cieca, e non cogli niente, ma è fondamentale che tu ti ricordi dove hai sparato, perché anche il fatto che lì tu non abbia trovato nulla è una informazione».
La perla poi è la citazione del vicequestore Rocco Schiavone, protagonista della serie di gialli nata dalla penna di un altro autore italiano, Antonio Manzini

"Povero tesoro. Saltare la cena. Almeno un grado sette della scala Schiavone.
La scala Schiavone era una scala empirica delle rotture di coglioni inventata da un collega di Alice, del quale talvolta parlava. L'unica cosa che Massimo aveva capito era che era bene tenersi alla larga da questo tizio..."