Conoscevo Antonietta Pastore solo per le sue traduzioni (magistrali) degli autori giapponesi più famosi e invece ho scoperto che mi piace molto anche come scrittrice.
In questo testo, a metà tra il romanzo, l'autobiografia e la biografia, si narra parte della storia dell'affascinante e misteriosa Yuriko.
Yuriko è la zia dell' ex-marito della scrittrice, conosciuta poco dopo essersi trasferita in Giappone, quando era ancora una giovane europea con una modesta conoscenza della lingua che poco tollerava il peso dello sguardo curioso dei giapponesi, all'epoca poco abituati ai turisti occidentali.
La Pastore è subito affascinata da questa donna silenziosa e circondata da un'aura di mistero: tramite le confidenze di sua suocera diluite negli anni ne ricostruisce il passato.
Non entro nel dettaglio perché svelerei quanto l'autrice racconta solo al termine del libro, ma accenno al fatto che Yuriko rimase coinvolta nell'esplosione di Hiroshima nel tentativo di avere informazioni sull'amatissimo marito Yoshi, funzionario della marina militare e quindi lontano per via della guerra in corso. Dico solo che è la Pastore ha voluto scriverlo in memoria di tutte quelle donne giapponesi doppiamente vittime dell'esplosione.
E' un testo piacevolissimo da leggere malgrado la tematica non leggera, molto delicato nei toni e che mi ha fatto molto riflettere sugli aspetti sociali collegati ad Hiroshima di cui furono vittima molte donne giapponesi e ai quali ammetto di non avere mai pensato in precedenza. Bellissima lettura.
A. Pastore, Mia amata Yuriko
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A. Pastore, Mia amata Yuriko
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près
E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione
Sempre Francesina, anche su Anobii
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