"Correre" - Jean Echenoz

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Towandaaa
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"Correre" - Jean Echenoz

Messaggio da Towandaaa »

Questa biografia ha almeno evitato il rischio della caduta nell’agiografia di bassa lega, rischio di per sé insito nella scelta di raccontare l’ascesa, lo splendore e il declino di un campione che oltre a misurarsi con i records e i limiti del corpo umano di fronte alle prestazioni sportive ha dovuto affrontare anche condizioni economico-sociali svantaggiate e contesti storici molto intensi come quelli che hanno caratterizzato l’allora Cecoslovacchia (per non dire l’Europa intera) nel periodo dagli anni 30 agli anni 70 del secolo scorso.
Sì, ma a quale prezzo ?
L’immagine che Echenoz ci restituisce di questo personaggio è piuttosto scialba, solo a tratti suscita empatia da parte del lettore, si avvolge su se stessa senza guizzi rilevanti ad eccezione di quelli che riguardano la rimozione dagli incarichi importanti che gli erano stati conferiti in ambito militare e sportivo e la deportazione ai lavori forzati in una miniera di uranio come ritorsione per il sostegno che Zátopek dette ad Alexander Dubček.
Inizia a correre quasi per caso e contro voglia, ottiene rapidamente ottimi risultati, continua ad allenarsi da solo e non modifica mai il proprio modo scomposto di correre, subisce alcune sconfitte, ma torna sempre poi a rifarsi, si sposa, fa carriera militare grazie ai successi sportivi, finisce ai lavori forzati, viene parzialmente riabilitato. Ho volutamente riassunto in forma di elenco la storia perché proprio questa è l’impressione che la lettura mi ha lasciato: un elenco di vittorie e fatti di altro tipo, senza increspature emotive, senza che il personaggio riesca mai a farsi umano ai miei occhi, con poco sudore (almeno in senso metaforico), poche lacrime e pochi sorrisi. Tutto scorre con quella semplicità (spinta verso i limiti dell’ingenuità piuttosto che verso il confine con la serenità) che caratterizza lo Zátopek ragazzo allo stesso modo dello Zátopek adulto, lo Zátopek stella nascente e lo Zátopek che si avvia sul viale del tramonto. Perfino le esternazioni politiche che gli valsero gravi conseguenze personali appaiono come il risultato non di una presa di posizione consapevole, ma semmai di una delle tante vicende che punteggiano la sua vita senza, apparentemente, un suo reale coinvolgimento convinto. E lui stesso sembra uscirne senza apparenti cambiamenti.
In poche parole: tanti chilometri percorsi, tanta storia sullo sfondo, ma nessuna metamorfosi.
Lettura quindi, per me, piuttosto deludente.
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