Mondadori, 2013, 290 pagine (ibs.it)
Una lettura disimpegnata, decisamente "da ombrellone", data anche l'ambientazione a Portofino e sulle montagne che lo circondano, tranne una breve parentesi negli USA. Il rampollo di un cuoco stellato dal brutto carattere ha seguito una carriera sportiva di successo lontano dal padre e dalle sue imposizioni. Alla fine dell'ultima partita da professionista (proprio a fagiolo, si direbbe) viene raggiunto dalla notizia della morte improvvisa del padre e torna in Italia per il funerale. Sull'aereo conosce una ragazza ed è amore a prima vista, ma all'arrivo scopre che è la figlia del peggior nemico del padre. Mentre il leit motiv diventa "non siamo Capuleti e Montecchi", il nostro decide che, morto l'ingombrante padre, ha la stoffa per la carriera da cuoco che aveva tanto disdegnato e che il padre si aspettava da lui





E magicamente eccolo in cucina a creare nuove ricette come se gli fosse apparsa la madonna.
Nel frattempo la faida procede come ci si aspetta, con i buoni e i cattivi ben definiti (indovinate chi sono i buoni?!).
Il finale, da manuale per questo tipo di libri, non ve lo racconto altrimenti vi rovino la suspence




Nota positiva, anche se nel leggere il libro fa proprio specie, le ricette vere gentilmente offerte da amici cuochi stellati dello scrittore con tanto di dosi snocciolate nel bel mezzo delle conversazioni. Magari uno di questi giorni ci provo
