fantastico!guranito invece della coca-cola

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No...c'erano delle differenze...ma nel casino di quello che ho scritto non l'ho detto!!!non erano le stesse cose che avevo detto io?
Quindi, semplicemente, alcune ditte possono anche decidere di 'non testare'.Io me stessa ha scritto:Poi così,a mio parere, se uno sa già come agisce il principio attivo, evita di testarlo nuovamente, per una ragione di tempo e denaro (soprattutto nel caso dei farmaci..)
Permettimi questa faccinaMa questi test si fanno e non tanto per studiarne la tossicità, ma l'efficacia!!!
Su questo ci sarebbero tante altre cose da dire, ma andremmo Ot, e non mi sembra il casoE poi le ditte di generici sono spesso di proprietà delle industrie farmaceutiche (Hexan=Angelini, DOC=Chiesi e Zambon, EG=Stada), quindi i soldi sempre lì finiscono.
Insomma, dubito fortemente che alla Nestlé possa essere attribuito un marchio TransFair. Se loro si metteranno a scrivere sulle confezioni che il prodotto è equo, il messaggio sarà evidentemente falso. Si tratterà quindi di fare informazione, per far sì che meno persone possibili siano ingannate...TransFair è il marchio di garanzia del Commercio Equo e Solidale
in Italia. E' un consorzio senza scopo di lucro costituito da organismi che operano nella cooperazione internazionale, nella solidarietà e nel Commercio Equo e Solidale, nato nel 1994 per diffondere nella grande distribuzione i prodotti del mercato equo.
TransFair fa parte di FLO (Fair Trade Labelling Organisations), il coordinamento internazionale dei marchi di garanzia, insieme ad altri 16 marchi che operano in Europa, Stati Uniti, Canada e Giappone. In pratica, TransFair garantisce che i prodotti con il suo simbolo, che trovi nel tuo supermercato, siano stati lavorati senza causare sfruttamento e povertà nel Sud del mondo e siano stati acquistati secondo i criteri del Commercio Equo e Solidale. Così il cioccolato, il cacao, il tè, il caffè, le banane, il succo d'arancia, il miele ma anche i palloni da calcio e presto altri nuovi prodotti, saranno più buoni sia per i consumatori che per i produttori.
Quindi come nel caso della Nestlé, é proprio un marchio Transfair...Le organizzazioni statunitensi del commercio equo e solidale hanno accolto favorevolmente l'annuncio del gigante McDonald dell'accordo in corso di conclusione con Green Mountain Coffee Roasters per la vendita della miscela biologica Newman's Own in più di 650 fast food nel Massachusetts, Connecticut, Rhode-Island, Vermont, New Hampshire, Maine e Albany (NY).
Realizzato in esclusiva per McDonald, Newman's Own Organics Blend, fatto con caffè biologico del circuito equo e solidale sarà disponibile sia nella versione standard che in quella decaffeinata.
TransFair, l'organismo di certificazione del Fairtrade ha dichiarato di unirsi a Oxfam America nell'accogliere favorevolmente la novità, e di sperare che McDonald estenda il lancio in tutti i ristoranti degli Stati Uniti.
"Questo è un momento storico per il movimento del commercio equo, che avrà un enorme impatto sui coltivatori e costituisce un esempio per altre aziende che ancora stanno meditando se rispondere alla domanda di prodotti del commercio equo che monta dai consumatori" , ha detto Paul Rice, presidente e amministratore delegato di TransFair USA. "La nostra speranza è che McDonald abbracci il commercio equo lungo tutto il suo sistema e converta tutti i suoi locali al FairTrade entro un anno o due".
Rice ha aggiunto: "Aziende come Dunkin Donuts, Starbucks, Costco e Sam's Club, così come migliaia di piccoli dettaglianti indipendenti, stanno vendendo caffè certificato equo e solidale e l'arrivo di McDonald accelererà la tendenza."
Stavolta noi italiani ci facciamo notare per qualcosa di buono.Una cosa chiara l'ha decisa Transfair Italia, rappresentante italiana della Fairtrade Foundation: nel nostro Paese il caffé solubile Partner's Blend non riceverà il marchio di prodotto equo solidale.
Cosa vuol dire che l'associazione del commercio equo non deve pagare il costo reale dei trasporti? Premetto che non conosco la legislazione in merito al commercio equo..le associazioni hanno delle cose tipo sgravi fiscali o simili?2- Il commercio equo favorisce la concorrenza sleale
[...]'associazione che importa i cappelli venduti da Jacques non deve pagare, come tutti gli altri commercianti, il costo reale del trasporto: il kerosene degli aerei e la nafta delle navi non è soggetta a tasse.
Si però.4- Il commercio equo favorisce l'impoverimento della biodiversità
Esempio: Patrizia ha finito di mangiare la sua banana "commercio equo" . Lei ha anche comperato un pompelmo, un'arancia eœuna mela. La varietà del suo cestino della frutta è su scala mondiale, Patrizia ignora la biodiversità locale. Vent'anni fa la sua regione vantava cinquanta qualità di mele, adesso ne sono rimaste cinque.
Il problema è proprio che per coltivare le banane che si vendono nei nostri mercati occidentali in quei paesi si sono abbandonate altre coltivazioni tradizionali che potrebbero alimentare il loro mercato interno...E' giusto che per mangiare banane in Belgio in qualche paese del Sud la popolazione si privi di coltivazioni e quindi di cibo?larga parte della produzione di banane è per esportazione, i paesi produttori non hanno un mercato interno così grande.
Estratto dal settimanale "Il salvagente" in edicola dal 3 novembre.
Dalle pagine relative ai test effettuati sulle saponette (12-15):
"Oltre che dalle fragranze, potenziali allergeni, bisogna guardarsi soprattutto dai conservanti. L'acqua utilizzata nella composizione di un detergente liquido è un ambiente adatto alla proliferazione di funghi. Il rischio che un sapone si alteri per la presenza di microrganismi è comunque basso, ma molte aziende per prevenire la formazione di colonie abbondano in germicidi. Tra questi composti, quelli che vanno assolutamente evitati sono i cosiddetti cessori di formaldeide, ovvero quelle sostanze capaci di cedere nel tempo la molecola giudicata cancerogena anche dallo IARC, l'Agenzia per la ricerca sul cancro dell'OMS. Per non sbagliarsi è bene tenere a mente i nomi dei cessori di formaldeide usati più frequentemente, come DMDM hydantoin, Imidazolidinyl urea, 5-Bromo-5-Nitro-1,3-Diossano, Diazolidinyl urea e 2-Bromo-2-Nitropropane-1,3-Diol. Sospetto è anche l'antibatterico triclosan. Questa molecola, simile alla diossina, è stata classificata tra i pesticidi dall'EPA statunitense ed è ufficialmente sconsigliata nei prodotti di largo consumo dalle autorità sanitarie svedesi, le sole in Europa a condurre studi sulla tossicità. Da tenere sotto controllo, infine, sono i parabeni, come il methylparaben, propylparaben o butylparaben, probabili riproduttori delle cellule tumorali, e gli isotiazolinoni, come il methylchloroisothiazolinone e il methylisothiazolinone, talmente abusati da aver provocato in metà della popolazione un'ipersensibilizzazione.
Per scegliere una buona saponetta bisogna controllare che in etichetta, nella lista degli ingredienti tra le prime posizioni, compaiano le parole sodium cocoate (acidi grassi saponificati di cocco), sodium kermel palmate (acidi grassi saponificati di palma), o meglio ancora sodium oleate (acidi grassi saponificati d'oliva)."
faccio prima a farmi il sapone in casaPer non sbagliarsi è bene tenere a mente i nomi dei cessori di formaldeide usati più frequentemente, come DMDM hydantoin, Imidazolidinyl urea, 5-Bromo-5-Nitro-1,3-Diossano, Diazolidinyl urea e 2-Bromo-2-Nitropropane-1,3-Diol. [...] l'antibatterico triclosan [...] i parabeni, come il methylparaben, propylparaben o butylparaben, probabili riproduttori delle cellule tumorali, e gli isotiazolinoni, come il methylchloroisothiazolinone e il methylisothiazolinone [...] bisogna controllare che in etichetta, nella lista degli ingredienti tra le prime posizioni, compaiano le parole sodium cocoate (acidi grassi saponificati di cocco), sodium kermel palmate (acidi grassi saponificati di palma), o meglio ancora sodium oleate (acidi grassi saponificati d'oliva)