si tratta di un film assolutamente "jarmuschiano", fin dai primi fotogrammi. Sulle note di "There is an end" dei Greenhornes (semplicemente perfetta...) seguiamo il viaggio di una lettera rosa, imbucata da una mano anonima in una cassetta della posta. Un carrellata che non può non far pensare all'inizio di Daunbailò fa arrivare la lettera, e noi con lei, a casa di Don Johnston ("Johnston...con una t"

La fidanzata, l'ultima di una lunga serie, lo sta lasciando. E lui, aprendo la lettera scopre di avere un figlio. Una compagna di una ventina di anni prima gli confessa di aver saputo di essere incinta subito dopo la fine della loro storia e di aver avuto il bambino che oggi, a 19 anni, si è messo in viagigo alla ricerca del padre.
Ma la lettera non è firmata e non c'è nessun indizio che possa aiutare a rintracciare l'autrice.
Spinto dal vicino di casa, appassionato di "gialli" e intrighi, Don compila una lista delle donne che aveva frequentato 20 anni prima e poi parte per far loro visita e scoprire chi ha spedito la lettera.
Un viaggio comico e tragico allo stesso tempo, che non può che risvegliare ricordi e sentimenti in Don.
Ma lo sguardo di Jarmusch è, al solito, distaccato senza essere freddo. Obiettivo, quasi.
In questo film, come spesso in Jarmusch, dominano i silenzi e l'immobilità, spesso si ha l'impressione di guardare delle fotografie più che un film, ma ogni immagine è perfettamente costruita e gli equilibri di colori, ombre e forme sono assolutamente perfetti.
E per la prima volta mi piace Jarmusch "a colori". Sono sempre stata convinta che il bianco e nero fosse la scelta migliore per lui, quella in cui riusciva ad esprimersi meglio. Credo che i suoi film in bianco e nero siano, esteticamente, nettamente superiori agli altri. Cosa non da poco, coi tempi che corrono

Un gran cast, un grandissimo Bill Murray, una splendida colonna sonora.
Così a caldo ecco cosa mi viene da dire.
Qui c'è il trailer.
Si capisce che mi è piaciuto? (E che ho seriamente intenzione di chiedere a Jim Jarmusch di sposarmi?
