Commercio equosolidale - bibliografia

Questo e' il posto dove dire agli altri Bookcorsari che libri specifici vorreste tanto leggere, oppure offrirne, o ancora mettere in piedi degli scambi, senza obblighi ne' pretese - grazie a Tanelorn per il nome dell'area stessa.
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fry78FI
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Commercio equosolidale - bibliografia

Messaggio da fry78FI »

Salve, sono abbastanza intenzionata a fare una tesi sul commercio equosolidale.
Ora il punto è che:
a) studio psicologia del lavoro e delle organizzazioni;
b) la tesi la dovrei fare con un prof. di sociologia delle organizzazioni;
c) il prof ha detto che dovrei osservare il tema anche da un punto di vista più critico nei confronti dello stesso.
Di conseguenza vi chiedo se avete libri da consigliarmi su tutto ciò e se qualcuno ha idea di come si faccia una tesi, ammesso che poi la cosa vada in porto.
Grazie!
Francesca
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fry78FI
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Messaggio da fry78FI »

Va beh, comincio da sola questo lavoro di bibliografia, in attesa dei vostri consigli. Questo post lo aggiornerò poi con tutti i libri, e articoli, e siti che mi suggerirete e che avrò visionato. Però se mi perdo link per strada, abbiate pietà...

Gavelli - Guadagnucci, La crisi di crescita. Le prospettive del commercio equo e solidale { Feltrinelli }
scheda libro

Libero Mondo Informa { numeri dal 2000 al 2005 }
li trovate qui


Padis - Pech, Le multinazionali del cuore. Le Organizzazioni non governative tra politica e mercato { Feltrinelli } http://www.bol.it/libri/scheda/ea978880771020.html
anche se parla più di ONG ha comunque spunti interessanti
Ultima modifica di fry78FI il lun dic 12, 2005 2:41 pm, modificato 1 volta in totale.
Francesca
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fry78FI
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Messaggio da fry78FI »

nessuno mi aiuta? :(
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tostoini
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Messaggio da tostoini »

Un bel pò di testi interessanti li trovi qui qui qui qui e qui.
Poi molti di questi siti hanno dei forum, ti consiglio di chiedere lì. (prova anche sul forum di Promiseland)
°se cerchi TESTUGGINE sono io,era il mio vecchio nick° °b-shelf°°blog°°la chat di bc-italy°°ml bookcrossing_sardegna°
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fry78FI
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Messaggio da fry78FI »

grazie testuggine :D me li guardo con calma lunedì...
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rainbow83
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Messaggio da rainbow83 »

Perché non provi ad infilarti nella bottega del commercio equo più vicina a casa tua? sono sicura che per quanto riguarda la versione "a favore" saranno felicissimi di aiutarti e consigliarti.

Fossi in te proverei anche a contattare per email le maggiori società che importano beni, soprattutto alimentari, dal terzo mondo, e che sono la CTM, Altromercato, ecc.. Magari se chedi di inviarti materiale, sono anche capaci di mandartelo davvero... secondo me in una fase successiva del tuo lavoro di tesi potresti addirittura effettuare qualche intervista a varie persone che svolgno ruoli diversi nella "filiera"...

Boh, lo so che non sono riferimenti troppo precisi, ma per il momento è quallo che mi viene in mente...

Un must rimane sempre la "guida al consumo critico", che viene aggiornata circa ogni 1 o 2 anni, ma non chiedermi l'autore o la casa editrice :wink:
Inboccaallupo
:D
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fry78FI
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Messaggio da fry78FI »

Grazie anche a te Rainbow, in realtà il tema che per ora mi sta stuzzicando non è né a favore né contro, è un tema scottante, direi. Ossia: la trasparenza nei vari passaggi, il controllo, il marchio.
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johnnyfichte
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Messaggio da johnnyfichte »

Beh a proposito di trasparenza mi chiedo questo:
a) la Nestlé è riuscita a farsi certificare un prodottino da Fair Trade (facendo inorridire vari operatori dell'equosolidale) che fattura una frazione infima del totale Nestlé
b) negli stessi giorni si indaga nelle Filippine sulla morte del sindacalista Diosdado Fortuna attivo presso piantagioni VERE della Nestlé stessa

http://www.equonomia.it/articolo.asp?articolo_codice=74

Il tutto mi destabilizza un po'. :suspect:

** E come si può mettere in relazione il singolo prodotto all'intera azienda se questa produce un enorme e variegato paniere del quale si certifica una nocciolina ?
** Come si fa a certificare la propensione a generare morti violente di una Corporation ? Altro esempietto agile agile
Ultima modifica di johnnyfichte il lun dic 05, 2005 7:52 pm, modificato 5 volte in totale.
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fry78FI
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Messaggio da fry78FI »

interessante questa cosa. me lo leggo con calma!
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johnnyfichte
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Messaggio da johnnyfichte »

In un'altra direzione le certificazioni in genereriguardano i processi ma non direttamente i risultati.

Sicuramente costoro possono fornire fior di riferimenti bibliografici a proposito di caffé.

Ancora sul caso Nestlé+FairTrade

/MARGINAL
Un'altro aspetto interessante delle certificazioni é che per essere certificati occorre che i tuoi fornitori si certifichino. Dovresti dimostrare che la roba che utilizzi sia stata prodotta secondo gli stessi standard, altrimenti la certificazione si svuota di senso... :think: Non so come impatti il caso Nestlé. Forse ha assoldato sicari ISO9000. :lol:

La tesi diventerà un BCring per caso ? :mrgreen:
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scusa

Messaggio da @mazzone »

Ciao scusa ma mi è sfuggita una cosa. Ma questa tesina devi sviluparla anche per quanto riguarda l'aspetto ecomomico?Cioè ad esmpo quante catente di negozi o aquirenti sono legati al commercio equosolidale?
Cioè ti interessano numeri statistiche?

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Messaggio da fry78FI »

mazzone non so dirti quanto mi servano i numeri perché deve essere una tesi sociologica e psicologica...

jhonny Per quanto riguarda il ring... chissà, ma dovrai aspettare un annetto...
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Messaggio da @mazzone »

Va bene grazie Fry...infatti non mi era chiaro,,,grazie e buon lavoro allora son spiacente di non poterti aiutare

@mazzone

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campalla
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Messaggio da campalla »

Ho spulciato un po' fra i testi che ho usato qualche anno fa per la mia tesi (sul CES appunto), però essendo la materia Economia Internazionale temo che siano praticamente inutili per te... se però mi salta fuori qualcosa di interessante te lo dico.
"La mia fede è qualsiasi cosa mi faccia sentire bene riguardo all'essere vivo" (Tom Robbins, Feroci invalidi di ritorno dai paesi caldi)
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rainbow83
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Messaggio da rainbow83 »

Forse se ti occupi di socio-psicologia un tema che potresti sviluppare è: la gente che comra equo-solidale lo compra perché crededavvero di poter fare una differenza sulla società, per mettersi a posto la coscienza in un modo carino o semplicemente come "elemosina"?
E' una discussione che era nata nel mio gruppo scout qualche tempo fa, ma la risposta non è così semplice da trovare...
Un'altra domanda che ci si potrebbe porre è: "quanti scelgono di acquistare solidale per convinzione e quanti semplicemente perché è di moda?"

Le mie vogliono solo essere provocazioni, quindi accettatele per quello che sono..
Per quanto riguarda il discorso trasparenza potrebbe essere interessante raccogliere informazioni su Banca Etica, che della trasparenza ha fatto il suo principale cavallo di battaglia.

(mi spiace, non sono capace di inserire i link :oops: )
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fry78FI
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Messaggio da fry78FI »

Campalla, magari avrai letto qualche libro base in cui spiega cos'è l'equo solidale, i principi etc... anche quelli mi fanno comodo.
Rainbow, i tuoi temi sarebbero buoni ma in campo individuale, purtroppo, però, io devo trovare temi di tipo più organizzativo. Per quello stavo girando intorno alla trasparenza, al controllo e alla marca. Anche se prima dovrei riprendere in mano il mio libro di sociologia dell'organizzazione :think:
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campalla
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Messaggio da campalla »

qualche libro base in cui spiega cos'è l'equo solidale, i principi
Uhm, in realtà no - ma anche sì - cioè si spiega cos'è l'equo solidale ma in termini, che so, di ragioni di scambio piuttosto che di calcolo delle esternalità...
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Messaggio da fry78FI »

:eyes:
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Messaggio da johnnyfichte »

Cara Fry, il mio post è troppo lungo. L'ho spostato sul blog.

In sintesi riguarda questo:
a) Si può includere il concetto di "comunità" e il dibattito sul "comunitarismo" nell'ambito di interesse ? Riflessione critica del rapporto tra soggetto e collettività.

b) Si può pensare di impostare il lavoro sull'osservazione diretta di un gruppo dedito ad attività attinenti, come un Gruppo di Acquisto Solidale ? Riflessione critica a scala micro. (Iniziative che perdono volontari o stagnano per problemi vari di psicologia del lavoro: magari gli operatori ti invitano e tu osservi il gruppo e la sua crisi/come viene affrontata).
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Messaggio da LaVale »

ho paura che non c'entri tantissimo con quello che cerchi, ma me ne hanno parlato stamattina e magari ti puó interessare.

Io l'ho messo nella mia, lunghissima, TBR.

Ciao
Vale


http://www.bol.it/libri/scheda/ea978880771020.html

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Marc-Olivier Padis, Thierry Pech, Feltrinelli

Prestigioso e misterioso, un nuovo attore è recentemente apparso sulla scena internazionale: le Ong. Organizzazioni non governative come Oxfam, Greenpeace o Medici senza frontiere sono diventate delle vere e proprie potenze, tanto da poter contare su bilanci talvolta superiori a quelli dei paesi sedi del loro intervento. Ma soprattutto catturano l'immaginario dell'opinione pubblica: dopo la fine delle grandi ideologie, l'umanitarismo e i diritti dell'uomo sono diventate l'utopia del secolo, il cavaliere senza macchia del mondo moderno. Ma quale realtà si nasconde dietro il mito di Ong svincolate dalle necessità di stato, dalle logiche di potere e profitto? In realtà, le grandi Ong, ben lungi dall'opporsi agli attori pubblici istituzionali, collaborano con forme complici di interdipendenza, fino a diventare in taluni casi il prolungamento della politica dello stato "con altri mezzi". Ma anche il rapporto con il mercato non è esente da critiche: le Ong si comportano tra loro come attori economici concorrenti, con i necessari compromessi del caso e lo sviluppo di forme di partenariato tipiche di altri comparti economici.
La fine di un viaggio è solo l'inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, la pietra che ha cambiato posto, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini (Saramago)
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