è con immensa gioia che mi appresto a farvi partecipi della mia recensione del libro in fogli sparsi "Tre giorni d'estate", di tale Lorenzo J, "ritrovato" a Padova al Cafè Au livre, durante un incontro corsaro.
La colpevole del ritrovamento è stata bettyderob.
Dopo le doverose premesse, ecco la recensione:
Libro di circa 70 pagine che non accrescerà sicuramente i volumi di storia della letteratura, ma nemmeno distruggerà la salda tradizione letteraria italiana.
- La storia
un ragazzo passa tre giorni al mare con una ragazza e se ne innamora perdutamente. Non la vede per 5 anni, durante i quali la idealizza. La ritrova, inizia una storia d'amore con lei e scopre che è una persona egoista e superficiale. Si allontana da lei e conosce un'altra che sembra essere il vero amore della sua vita. Fine.
- Il protagonista
è un ragazzo al quale l'autore vorrebbe attribuire delle caratteristiche romantiche, ma con scarsi risultati dato che l'essere o meno romantici non dipende dall'altezza raggiunta delle iperboli lessicali.
Ne risulta un perfetto prototipo di quello che con grande gusto della sintesi viene identificato dall'universo mondo con il termine "sfigato". Uno di quelli che in 30 secondi passano dalla stretta di mano alla proposta di matrimonio.
- Il Linguaggio
Tre giorni d'estate è un libro anonimo, inquinato dai troppi termini legati al territorio di origine dell'autore. Tutti i nomi propri sono preceduti da un orrendo articolo determinativo. Espressioni come "Il mio ragazzo/fidanzato" o "la mia ragazza/fidanzata" vengono costantemente sostituite da "il tipo" e "la tipa" (modi di dire e di chiamare le persone tipicamente milanesi o lombardi). Le frasi smielate si sprecano.
- Note positive
Carine le poesie inserite nel testo come prodotto del nobile

Carini gli spunti offerti dai due amici del protagonista, purtroppo non sfruttati.
Belle le descrizioni di alcuni paesaggi.
Buona la costruzione del personaggio di uno dei due amici (Fabri).
Carina l'idea di sottintendere un prosieguo della storia mettendo un punto di domanda dopo la parola "fine".