Posto per dire che è stata lanciata una iniziativa book-crossing style volta a rivalutare il mondo della narrazione. Tentiamo di farlo tramite un giornale (per metà e-zine, per metà pubblicazione vera e propria), che si intitola appunto Telling Stories, e che pone le sue radici sul "piacere di raccontare". (Vi incollo sotto la "presentazione").
Ma, eccoci al dunque, essendo noi ideatori un gruppo di studenti squattrinati che possono garantire la distribuzione di non più di un centinaio di copie nei ripettivi territori, abbiamo pensato di ricorrere al metodo bookcrossing: chiunque si sente vicino alla nostra iniziativa e voglia appoggiarci, può stampare qualche copia e lasciarla in giro. Chissà che qualcuno non la legga e provi il desiderio di entrare in una libreria e comprare quel tal libro di cui si è parlato...
Grazie a tutti dell'attenzione - chiunque voglia partecipare o quant'altro è il benvenuto! ^_^
Il testo da stampare e distribuire, se vi va, lo trovate su http://www.doxycide.org/tellingstories/giornale/.PRESENTAZIONE
“…Give us all what we need
Give us one more sad sordid story…”
(Tracy Chapman, “Telling Stories”)
Cominciamo dicendo che il Manifesto è sicuramente il più adatto per presentare Telling Stories. Teniamo a precisarlo perché, effettivamente, non è facile formulare una definizione chiara e coerente di ciò che Telling Stories realmente è.
Ma ci proviamo lo stesso.
Telling Stories nasce dal tentativo di salvare pezzi di narrazione.
E’ la concretizzazione cartacea del desiderio di rivitalizzare, come meglio possiamo, l’arte del narrare, di riportare a galla tutte quelle storie che hanno accompagnato l’uomo nel corso del tempo, che l’hanno scortato un giorno dietro l’altro nei suoi viaggi dentro la vita e, con tanta passione e tanta pazienza, scrostarle dai luoghi comuni, dalle visioni comuni, dal grigiore accademico e riverniciarle daccapo, sempre, senza stancarsi mai.
Il risultato finale potrà essere simile o del tutto dissimile dalla storia di partenza, ma questo importa poco.
L’importante è salvarne lo spirito.
Così, da giovani di belle speranze quali siamo, noi del Sacro Ordine dell’Acqua Distillata ci siamo messi in mente, con tanto tanto entusiasmo, di creare un giornale per narrare, riscoprire il gesto, in sé bellissimo, di raccontare storie e di farsele raccontare - magari mandando al diavolo lo bello stilo, inventandoci modi nostri di scrivere e di regalarvi ciò che amiamo.
Non ci aspettiamo che questo ci faccia onore. Non puntiamo alla gloria.
In maniera un po’ più pragmatica, cerchiamo di trasmettere il piacere per la narrazione tentando di recuperare mezzi e contenuti di storie vecchie o nuovissime, altamente cultu-rali o solo ricreative, di sfrondarle dal grigiore accademico, e tramite queste opporci a qualsivoglia lobotomizzazione e ingab-biamento del pensiero per ripristinare l’idea calviniana di fantasia come “un posto dove ci piove dentro”.
Come unica raccomandazione, vi chiediamo di non prenderci sul serio - primo perchè ciò che più ci preme è salvare lo spirito di un racconto piuttosto che i suoi significati o le sovrainterpretazioni; secondo, perchè ci capita di scherzare, prendere in giro Dante o distruggere Catullo e questo non perchè odiamo Dante o Catullo ma perchè pensiamo che non ci sia niente di sbagliato nel reinventare e riadattare la cultura e che, anzi, certi messaggi possano passare più facilmente se “presi alla leggera”.
Se vi riesce, pensate dunque Telling Stories come un’associazione di pirati in cerca di un tesoro. Fa molto fuorilegge ma è sensato. Pensate il mondo della narrazione come uno scrigno gigantesco e le storie, tutte le storie del mondo, come monete d’oro.
Ciò che facciamo noi del Sacro Ordine dell’Acqua Distillata è: farci in quattro per recuperare quelle monete (letteratura, musica, cinema, teatro…) e dare loro una bella lucidata.
La cosa più bella di tutto questo è che quelle monete non rischiano di diminuire di volta in volta, non è un tesoro per cui lottare o uccidere, che non si vuole vedere condiviso. Al contrario, è forse l’unico modo che abbiamo per non morire: vedere le storie come mondi che salvano - che ci hanno salvato, tante e tante volte, che nel bene o nel male ci sono rimaste dentro - e che forse, con un po’ di fortuna, salveranno anche voi.
Diana - alias Snowthy - alias Kimber
Un grazie a tutti ^_^
PS... ehm, okay. Mi sa che questo non è un annuncio propriamente a tempo. Solo che non ho capito dove dovevo postarlo. -__- Perdonate.