Partecipa allo speciale web sui "tuoi vent’anni" e vinci libri
In occasione dell’uscita di Avevo vent’anni di Enrico Franceschini, uno speciale aperto a tutti in compagnia dell'autore per ricordare i propri vent’anni. Premi in libri per i primi dieci che scrivono e per il miglior testo. Per tutti gli altri la pubblicazione.
“Raccontateci i vostri vent’anni” di Enrico Franceschini
“Avevo vent’anni. Non permetterò mai a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita”.
Ho scelto questa celebre frase di Paul Nizan come epigrafe del mio nuovo libro, pubblicato in questi giorni da Feltrinelli, non perché la condivida, ma per aprire una riflessione e – se possibile – un dibattito. Sono davvero l’età più bella, una stagione libera, sfrenata, spensierata, animata da sogni e passioni travolgenti, i vent’anni? Questo sostiene, in genere, l’opinione dominante. Lo scrittore Paul Nizan, nel romanzo Aden-Arabia, è invece convinto del contrario: per lui i vent’anni sono un’età difficile, in cui tutto vuoi e nulla (ancora) stringi, nella quale pur uscito dall’adolescenza non hai ancora varcato quella che un altro grande scrittore, Joseph Conrad, in un romanzo breve e splendido, chiama “la linea d’ombra”, la soglia invisibile che separa la giovinezza dall’età adulta. Forse i vent’anni sono entrambe le cose: meravigliosi e complicati, seducenti e pericolosi. Comunque, indimenticabili: ognuno di noi, per una ragione o per l’altra, ne conserva un ricordo indelebile. “Ah, quando avevo vent’anni, io…”: quante volte abbiamo sentito, o pronunciato, una frase simile.
Il mio libro, Avevo vent’anni, sottotitolo storia di un collettivo studentesco, 1977-2007, è appunto la storia di un gruppo di ventenni: i miei compagni e le mie compagne d’università, arrivati da ogni parte d’Italia a Bologna, iscritti alla medesima facoltà (Giurisprudenza), verso la fine degli anni Settanta. Per quattro o cinque anni siamo stati sempre insieme: studiando, lottando (nel 1977, l’anno di una delle grandi ondate di impegno politico giovanile, con dimostrazioni, scontri, barricate, arresti, proteste), cantando seduti per terra in appartamenti sovraffollati, amando, discutendo, sognando. Poi, con qualche eccezione, ci siamo tutti persi di vista, molti sono tornati alle loro città d’origine, altri, anche quelli rimasti a Bologna, sono rimasti presi dalle loro vite individuali. Io dopo la laurea me ne sono andato via dall’Italia, ho fatto il giornalista, ho girato mezzo mondo e non sono più tornato a vivere nel mio paese. Finché un giorno, anzi una notte, piena di stelle, un incontro fortuito con uno di quegli ex-compagni di studi e di lotta e l’avvicinarsi di un anniversario, il trentennale del 1977, mi hanno spinto a tornare sui miei passi, a compiere un viaggio a ritroso nel passato, dalle Alpi alla Sicilia, per ritrovare i vecchi compagni degli anni dell’università, per confrontarmi con loro sulle passioni, i sogni, le speranze della giovinezza, per scoprire che cosa ne è rimasto, trent’anni dopo.
Come eravamo, quando avevamo vent’anni? E come siamo, chi siamo, cosa siamo diventati, ora che ne abbiamo molti di più? Queste due domande hanno animato la mia inchiesta. Come una fotografia che affiora lentamente nella camera oscura, nel libro si ricompone così, poco per volta, l’immagine del nostro “collettivo studentesco” del 1977; e accanto ad essa appare anche un’altra immagine, quella dell’Italia del 2007. Quaranta voci, maschili e femminili, provano a raccontare la storia di una generazione: a se stessi, ventenni di ieri, e ai propri figli, ventenni di oggi. Così, insieme all’editore, ci è venuto in mente di aprirlo sul sito della Feltrinelli, il dibattito sui vent’anni “di ieri e di oggi”. Di chiedere a voi, lettrici e lettori, come eravate quando avevate vent’anni; oppure come siete, se vent’anni li avete ora. Com’è veramente questa età proverbiale? È giusto non permettere a nessuno di dire che è “la più bella della vita”, come afferma Paul Nizan? Oppure è un’età magica, bellissima, irripetibile? Io, nel mio libro, l’ho raccontato insieme agli ex-ventenni del Settantasette. Adesso, se ne avete voglia, tocca a voi. Raccontateci i vostri vent’anni (in venti righe, per favore, per esigenze di spazio): tutte le risposte appariranno in questo speciale, sul sito della Feltrinelli. Poi andate a leggere quello che hanno scritto gli altri ventenni o ex-ventenni. E alla fine ne riparleremo.
Raccontateci i vostri vent’anni: inviate una email di venti righe all'indirizzo
scrivimi[at]feltrinelli.it
I primi dieci che invieranno un testo sui propri "vent'anni" riceveranno una copia del libro Avevo vent’anni di Enrico Franceschini. Chi scrive il miglior testo, a giudizio dei redattori del sito Feltrinelli, riceverà altri due libri novità Feltrinelli, Tu più di chiunque altro di Miranda July e (fanculopensiero) di Maksim Cristan.
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Dal sito feltrinelli.it
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Quando penso a tutti i libri che mi restano da leggere, ho la certezza di essere ancora felice. (Jules Renard)
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