
il 17 ottobre di 25 anni fa moriva, anzi se ne andava in un altro posto (alla mia età...), giuseppe viola.
non mi è mai piaciuto il calcio e ora non lo sopporto perfino, ma beppe viola alla domenica sportiva, in bianco e nero, me lo ricordo bene.
il concetto di "genio" è abusato, forse superato, conviene non tirarlo in ballo; soprattutto nei suoi confronti.
beppe era (è) più o meno quello che avrei voluto da adulto essere e ho cercato di essere, uno normale che ama la vita, grama che sia.
quando leggo qualche cosa di suo (la raccolta dei racconti edita da baldini & castoldi, vecchi articoli o i suoi interventi sul compianto linus, sia benedetta internet) mi si stringe un po' il cuore, e al mago, credetemi, succede poche e veramente importanti volte.
il coccodrillo strappalacrime di gianni brera (da wikipedia, tanto per cambiare...):
E’ morto Giuseppe – Pepinoeu – Viola. Aveva 43 anni. (…) Era nato per sentire gli angeli e invece doveva, oh porca vita, frequentare i bordelli. (…) Povero vecchio Pepinoeu! Batteva con impegno la carta in osteria e delirava per un cavallo modicamente impostato sulla corsa; tirava mezzo litro e improvvisava battute che sovente esprimevano il sale della vita. Aveva un humour naturale e beffardo: una innata onestà gli vietava smancerie in qualsiasi campo si trovasse a produrre parole e pensiero. Lavorò duro, forsennatamente per aver chiesto alla vita quello che ad altri sarebbe bastato per venirne schiantato in poco tempo. Lui le ha rubato quanti giorni ha potuto senza mai cedere al presago timore di perderla troppo presto. La sua romantica incontinenza era di una patetica follia. Ed io, che soprattutto per questo lo amavo, ora ne provo un rimorso che rende persino goffo il mio dolore... (Gianni Brera, La Repubblica, ottobre 1982)
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