di Helga Schneider
In una stanza d'albergo di Vienna, alle sei di un piovoso mattino dell'ottobre del 1998, Helga Schneider ricorda quella madre che nel 1941 ha abbandonato due bambini per seguire la sua vocazione e adempiere la sua missione: lavorare come guardiana nei campi - di concentramento, prima, e di sterminio, poi - del Führer. Che cosa spinge Helga, oggi, a incontrare questa vecchia estranea che è sua madre? La curiosità? La speranza che si sia pentita? O qualcosa di più oscuro e inquietante?
(Fonte: quarta di copertina)
Dalla prima pagina.
Vienna, martedì 6 ottobre 1998. In albergo.
Dopo ventisette anni oggi ti rivedo, madre, e mi domando se nel frattempo tu abbia capito quanto male hai fatto ai tuoi figli. Stanotte non ho chiuso occhio. Ora è quasi giorno; ho aperto la serranda. Un fumoso velo di luce si va schiarendo sopra i tetti di Vienna.
Oggi ti rivedo, madre, ma con quali sentimenti? Che cosa può provare una figlia per una madre che ha rifiutato di fare la madre per entrare a far parte della scellerata organizzazione di Heinrich Himmler?
Rispetto? Solo per la tua veneranda età - ma per nient'altro. E poi?
Difficile dire: nulla. Dopotutto sei mia madre. Ma impossibile dire: amore. Non posso amarti, madre.
Mi sento agitata, e mio malgrado ripenso al nostro ultimo incontro, nel 1971, allorché ti rividi dopo trent'anni, e abbrividisco al ricordo dello sgomento che provai scoprendo che eri stata un membro delle SS.
E non eri pentita, anzi. Ancora ti compiacevi del tuo passato, del tuo essere stata, di quell'efficiente fabbrica di orrori, una impiegata modello.
Per chi vuole, un libro bellissimo e toccante. Raccapricciante. Che lascia qualcosa dentro.
Vorrei lanciare un ring "veloce", con non più di 10 partecipanti e limite di lettura fissato ad un mese data anche l'esiguità delle pagine.
su Bc: http://www.bookcrossing.com/journal/6951405
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