Il titolo esatto è: "La tendenza alle sbornie e al comunismo ovvero paure totali"
Un breve racconto che, nel tipico stile di Hrabal, diventa un monologo sulla posizione dello scrittore di fronte alla dittatura comunista della Cecoslovacchia. Posizione che si può riassumere in 2 parole: paura e vigliaccheria.
Con una sorta di compiacimento e tanta ironia, Hrabal descrive il terrore cieco che lo colpisce di fronte ai poliziotti e fa risalire il tutto alla paura tremenda vissuta nel grembo della madre minacciata di morte dal nonno. La paura è vigliacca e incontrollabile, soprattutto se paragonata all’atteggiamento sprezzante della moglie che risponde per le rime ai poliziotti e accusa il marito di essere un codardo ubriacone. E cosa può fare Hrabal se non rifugiarsi nell’alcool?
Un monologo divertente anche se difficile da seguire per chi, come me, non conosce bene la realtà politica di quei tempi (anche alcuni scrittori mi risultano sconosciuti così da perdere molte allusioni), ma è divertente ritrovare le citazioni dei suoi libri e, soprattutto, un autore che ammette le sue debolezze. Non ci troviamo quindi di fronte a un eroico scrittore che lotta contro la dittatura, ma un esser umano con le sue fragilità che trova nell’alcool consolazione e rifugio.
La tendenza alle sbornie e al comunismo - Hrabal
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