Lo diciamo a Liddy? - Anne Fine

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MartinaViola
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Lo diciamo a Liddy? - Anne Fine

Messaggio da MartinaViola »

Lo diciamo a Liddy?
Anne Fine
Adelphi, 185 p.
€8,50

Parenti Serpenti

Con questo suo romanzo, Anne Fine è riuscita a riconciliarmi con il mondo delle protagoniste, soprattutto nel caso in cui siano il frutto di una penna tutta al femminile. E non posso fare a meno di ringraziatla per questo.

Questa "commedia agra" coinvolge quattro sorelle molto unite, quattro donne molto diverse tra loro, ognuna con i suoi difetti: Bridie, ad esempio, deve avere sempre tutto sotto controllo, proprio non ce la fa ad infischiarsene! Heather, invece, è l'indifferenza fatta persona, mentre Stella vive in un mondo fatto di soprammobili da spolverare e nuove ricette da provare.
Liddy è la più piccola e la più viziata delle sorelle e, nonostante un matrimonio fallito alle spalle e due figli piccoli, si comporta come se fosse ancora una ragazzina spensierata, sempre pronta a scoppiare in lacrime per un rimprovero e a sorridere per un piccolo regalo.

Le sorelle sanno qualcosa che riguarda il futuro marito di Liddy, qualcosa di molto importante: voci difficili da ignorare.
Lo diciamo a Liddy?

Anne Fine si avvale di questo dilemma per dare il via al disvelamento di un'incredibile serie di eventi, come se questo interrogativo fosse la prima tessera di un domino inarrestabile: un crollo costante ma inesorabile che prende forma tra le rassicuranti mura domestiche.
Quel nido accogliente, in cui credevi di poter sempre trovare conforto e comprensione, si spoglia, pagina dopo pagina, di questo aspetto innocuo, quasi salvifico, per mostrare il suo vero volto.
Cadono le maschere, ed ognuno è costretto a mostrare le proprie carte, smontando pezzo dopo pezzo l'immagine della famiglia felice che tanto accuratamente erano riusciti a riprodurre.
L'incanto svanisce e si scopre che il castello è soltanto una capanna e, finita l'illusione, si sente la voglia di vendicarsi, di ripagare tutti con la stessa moneta. Si finisce così a pensare che sia molto meglio fregare che essere fregati, anche se questo significa perdere ogni volta un pizzico di umanità.

Fa male scoprire che i nostri parenti non sono quelli che abbiamo sempre creduto che fossero, davvero; certe prese di coscienza stravolgono irrimediabilmente il nostro modo di affrontare la vita, e ci si ritrova prosciugati di tutti quei buoni sentimenti di cui credevamo di avere una bella scorta.

La scrittura sobria di Anne Fine si insinua delicatamente tra i pensieri e i sentimenti più nascosti della nostra protagonista (e non vi dico chi é!), accarezzandone ogni superficie e mantenendo sempre viva l'attenzione del lettore. Non c'è una sola riga noiosa o, peggio ancora, autocompiaciuta e, in più, i proverbi della defunta madre, sempre intriganti e sopra le righe, aggiungono una nota di "pettegolezzo di paese" che rende tutto più frizzante.
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