Pensato per un pubblico - i braccianti della California - che non sapeva né leggere né scrivere, "Uomini e topi" (1937) è un breve romanzo, ricco di dialoghi, che, nelle intenzioni di Steinbeck, avrebbe dovuto essere in seguito adattato, come difatti avvenne, per il teatro e per il cinema. Protagonisti, due lavoratori stagionali, George Milton, e l'inseparabile Lennie Little, un gigante con il cuore e la mente di un bambino, che il destino e la malizia degli uomini sospingono verso una fine straziante. Il ritratto di un'America stretta dalla sua peggiore crisi economica nella drammatica rappresentazione di un maestro.
La mia recensione: Pur nella sua brevità, questo romanzo ci regala uno spaccato della società americana degli anni '30, con le sue contraddizioni, i sogni e le difficoltà. Scritto magnificamente, con una prosa semplice che coinvolge da subito, racconta di un'amicizia che va oltre gli schemi e di un puro senso del dovere nei confronti dell'amico, che si ocncretizzano in un gesto di amore estremo.
Personaggi pittoreschi ed emozioni assicurate.