Un cuore così bianco - Javier Marias

[Therese]

L'ho comprato per caso, ho letto le prime righe e non ho potuto fare a meno di continuare, un'incipit bellissimo cattura il lettore in meno di un minuto, ma per svelare il mistero che si nasconde dietro la morte di Teresa ci vorrà tutto il libro. La narrazione procede in modo particolare, il protagonista racconta episodi della sua vita in modo molto minuzioso, ricostruisce l'ambiente, i dialoghi, i suoi pensieri e sensazioni, spesso attribuisce probabili pensieri anche agli altri personaggi, poi salta giorni o mesi e racconta un altro episodio nello stesso modo accurato, gli episodi hanno in comune il tema che pervade tutto il libro e che poi sarà sviscerato nella rivelazione finale, ovvero il venire a conoscenza di un segreto, di un atto che ci viene raccontato ci rende complici tanto quanto chi l'ha commesso, a questo si riferisce la frase che dà il titolo al libro ed è tratta dal Macbeth. A questo si collegano: riflessioni sulla memoria e su come sia impossibile trattenere il momento che si vive, su come decidere di sapere o non sapere una cosa possa cambiare la vita, sul matrimonio e sul mestiere di traduttore ed interprete (una delle parti più belle, anche perchè l'autore è anche traduttore, pertanto ne racconta "dall'interno), il risultato finale è a metà tra il romanzo ed il flusso di coscienza.
A me è piaciuto moltissimo e sono davvero felice di aver conosciuto questo grande autore di cui non avevo mai letto nulla.

[Towandaaa]

Una lettura un po' diversa dal genere che preferisco: questo autore ha usato il doppio delle parole che sarebbero state necessarie e sufficienti a sviluppare la trama del racconto e più volte ha ripetuto testualmente intere frasi in momenti diversi del romanzo.
Nonostante ciò devo dire comunque che il libro non risente negativamente di queste caratteristiche che, al contrario di quello che si potrebbe pensare in astratto, non appesantiscono la lettura. Anzi: contribuiscono a creare l'atmosfera in cui si calano le riflessioni del protagonista, sempre dibattuto tra dubbi, dilemmi, ragionamenti teorici e eventi concreti.
Anche se ci sono alcuni episodi che ho trovato divertenti (in particolare i resoconti dell'attività di interpreti e traduttori) il clima generale resta sempre piuttosto cupo, e le tinte si fanno ancora più fosche nelle ultime 40 pagine in cui, alla rivelazione che il lettore ha atteso fin dall'inizio del romanzo, fanno seguito una serie di riflessioni del protagonista in cui i vari personaggi ed episodi tendono a confondersi, come a voler dimostrare che pur nella diversità dei tempi, dei luoghi e dei soggetti, potrebbero esserci dei meccanismi di condotta, dei legami tra azioni e reazioni, destinati a ripetersi.

Successivamente ho letto anche "Domani nella battaglia pensa a me", e ti dirò che mi è piaciuto anche di più !

[Therese]

Alcuni commenti a questo libro potete trovarli anche qui:
viewtopic.php?t=3954

[lisolachenonce]

Noto con terrore che nel thread riproposto da Therese c'è anche un mio orribile ed involutissimo contributo

Ho letto questo libro tanti anni fa: è stato il primo ring a cui ho partecipato (credo, la nebbia è ormai fitta, sono passati 12 anni )
ero stata colpita dalla trama che si compone a poco a poco (architettura complicata gestita benissimo), dalla freddezza terribile dei personaggi coinvolti e dalla prosa molto articolata e ridondante ma altrettanto superba e sontuosa.

[Sonnenbarke]

Marías sa sicuramente scrivere, questo è fuor di dubbio. E la storia potrebbe anche essere interessante. Lo stile mi ha ricordato un po' le onde del mare, con quel loro andare e tornare, così come fanno anche alcune frasi e concetti nel corso dell'opera.
Ma l'ho trovato troppo concettuale e discontinuo, per giunta non aiutato da una traduzione che non mi è sembrata affatto buona (purtroppo non so lo spagnolo). L'italiano in alcuni punti non scorre, e fatico a pensare che fosse proprio lo stile dell'autore ad essere così legnoso.
O forse l'ho semplicemente letto nel periodo sbagliato, periodo in cui manco sicuramente di concentrazione.

[ciucchino]

Una scrittura densa dove ogni parola sembra pesata ed è in grado di coinvolgerti completamente.
Tanti i temi trattati: la parola e la sua traduzione, il segreto, il matrimonio, l’istigazione, il rapporto padre e figlio.
E poi questa caratteristica di Marias di usare i versi delle opere di Shakespeare come titolo: questo è tratto dal Macbeth e l’idea della parola che può spingere ad agire e a fare le cose più terribili ritorna continuamente. Un capolavoro le 4 pagine in cui Marias descrive il senso della citazione nel Macbeth dove l’idea fortissima è che non si può non sentire mentre si può non vedere, una volta detta la parola non torna più indietro e Lady Macbeth non ha quel cuore così bianco come afferma perché, anche se si è macchiata le mani con il sangue dopo l’uccisione, in realtà è come se vi avesse partecipato materialmente.
Verso la fine poi diventa quasi un giallo: quante sono state le mogli di Ranz?
Gran bel romanzo.

[Towandaaa]

c'era già un thread su questo libro nella sezione recensioni:

viewtopic.php?f=12&t=26409

[aly24j]

Grazie (in ritardissimo) a Towandaaa...
Recensioni unite!
[intervento di moderazione di aly24j]