Un libro che non può lasciare indifferenti: o lo si ama o lo si abbandona dopo poche pagine.
L’aspetto più particolare è lo stile: complesso ma molto affascinante che mi ha ricordato Estherzay in Harmonia Caelestis. Mentre però Esterházy per la prima metà del libro mette a dura prova la resistenza del lettore con centinaia di pagine dedicate a questo strano stream of consciousness e con la ripetizione continua dell’incipi “il mio buon padre” (ma se non ci si scoraggia, si entra in uno stile di scrittura quasi ipnotico e davvero coinvolgente), Gospodinov nella prima parte racconta una storia in maniera lineare ma ad un certo punto quasi impercettibilmente lo stile diventa sempre più frammentato, un flusso di pensieri vorticoso.
La storia di per se non è così importante (anche se il continuo parallelismo tra il Minotauro e i bambini che si sentono soli e abbandonati è molto efficace), o almeno non è la cosa che mi ha più colpita ma piuttosto questa capacità di catturare l’attenzione del lettore con uno stile che ricorda altri autori, li mescola facendone uscire fuori un romanzo da leggere. Assolutamente da leggere.
Fisica della malinconia - Georgi Gospodinov
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