Il libro racconta la storia di Hanna Lundmark, una sprovveduta ragazzina svedese proveniente da una famiglia poverissima, che si ritrova per puro caso imbarcata su una nave diretta in Australia e finirà sposata e vedova due volte, si ritroverà ricchissima e proprietaria di un bordello (e uno scimpanzé) in Mozambico, si batterà (con scarso successo) per i diritti dei neri, il tutto nel giro di soli 18 mesi.
Il libro, di circa 400 pagine, si legge tutto d'un fiato perché la prosa è molto scorrevole e la storia, fino ad un certo punto, è abbastanza coinvolgente.
Ho apprezzato il fatto che Mankell in questo romanzo abbia voluto raccontare una storia ambientata in parte nel suo paese di origine (la Svezia) e parte nel paese dove vive ora (il Mozambico). In una nota in fondo al libro lo scrittore dice di aver preso spunto da un indizio vero, cioè che in Mozambico risulta veramente che agli inizi del '900 ha vissuto una svedese che per un certo periodo è stata proprietaria di un bordello. Il resto però è completamente inventato.
Sono rimasta molto delusa dal finale, ho avuto l'impressione che l'autore non sapesse bene come concludere la storia e quindi ha chiuso in modo affrettato e anche un pochettino patetico.
L'ho letto perché è il libro del mese del gruppo di lettura, entrando in una libreria probabilmente non lo avrei neanche degnato di uno sguardo perché trovo poco attraente sia il titolo che la copertina.
Non mi sento veramente di consigliarlo, secondo me ci sono romanzi più meritevoli.
Ricordi di un angelo sporco, Henning Mankell
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