


Zerocalcare racconta le sue vicende e quelle dei suoi amici, ma soprattutto le paranoie, le manie, le paure ed i conflitti interiori (dove le diverse anime del sè vengono impersonate da personaggi famosi, con effetti esilaranti!).
A voler essere pignoli il linguaggio è un po' volgare, ma secondo me può starci essendo l'autore e protagonista un romano de' Roma piuttosto ruspante!
Quello che mi piace di Zerocalcare è il tono estremamente ironico ed autoironico con cui le storie vengono condotte, coniugato ad un'acutezza ed una sincerità davvero rare. Le situazioni e le vicende narrate sono tipiche della generazione dei 30-40 enni, ma alcune sono davvero universali per i tempi in cui viviamo: ho apprezzato in particolare quelle dedicate al demone della reperibilità, i litigi su Internet, la paura più grande (che è poi quella di invecchiare

"Ecco, te lo ricordi quel vuoto assoluto tutto intorno?
E la paura - il terrore - che un posto per te forse nel mondo non esiste?"