La storia comincia con la scomparsa di Linda, ci si aspetterebbe un thriller, o un noir ed in effetti le ipotesi su cosa sia accaduto e su chi sia implicato ci sono, ci sono anche i poliziotti, ma la storia parla di altro. Linda infatti è figlia di una coppia mista, un'americana ed un americano di origine cinese, Linda cresce in una città dove lei, insieme ai fratelli, è l'unica ad avere tratti asiatici, l'autrice ci immerge all'interno di questa famiglia particolare, c'è il tema dell'integrazione, ma soprattutto c'è la terribile incapacità dei membri della famiglia di comunicare e capirsi tra loro, frasi, gesti banali, nascondono il dolore di chi li commette e di chi li subisce, una famiglia che annega nel non detto e nella rimozione del proprio dolore fatta dai due genitori che non hanno affrontato e sviscerato le proprie difficoltà. Da genitore è il tipo di libro che ti mette una grande angoscia:"che traumi causerò oggi a mio figlio con una frase che a me sembra banale?" ovviamente adottando i singoli punti di vista l'autrice amplifica ogni emozione e reazione, ma riesce molto bene a riportarci una famiglia fatta di persone chiuse in sè stesse e che in fondo non si conoscono, mentre le difficoltà poste dall'ambiente in cui vivono sarebbero molto più sopportabili con una vera coesione. Il finale mi è piaciuto, in un certo senso restituisce un po' di fiducia nel futuro, questi personaggi così bloccati in qualche modo ritrovano la forza di compiere scelte e di guardarsi sul serio
Here be spoilersin un certo senso Linda era il perno della famiglia, ruolo che la angosciava e rendeva i fratelli semplici comparse, la sua scomparsa, con tutto il dolore e smarrimento che comporta, in qualche modo riequilibra i rapporti familiari, una specie di sacrificio per salvare la famiglia; resta il sollievo di sapere che in realtà non è stato un suicidio, ma un incidente.