Riporto dal Corriere Economia di lunedì 8/12:
Dopo eBay
E’ la eBay delle passioni politiche, ma anche degli interessi più diversi, dalla cucina al ricamo. E come eBay sta evolvendo da un luogo di scambio e incontro fra privati a un business con potenzialità di profitto notevoli. Per questo Meetup.com ha attratto l’attenzione del fondatore di eBay, Pierre Omidyar, 36 anni, che dopo essersi ritirato l’anno scorso da tutte le cariche operative della società d’aste online e aver mantenuto solo la poltrona di presidente, ha recentemente deciso di investire nella nuova società alcuni milioni di dollari (dal suo patrimonio di 6,5 miliardi, in gran parte in azioni eBay, ed è anche entrato nel suo consiglio d’amministrazione. Meetup è stata creata l’anno scorso a New York da Scott Heiferman, 31 anni. L’idea è permettere alla gente che condivide gli stessi interessi di organizzare degli incontri per vedersi in faccia e discutere o per praticare i propri hobby. Per esempio 5.500 persone si sono iscritte al gruppo che si trova ogni terzo mercoledì del mese per lavorare a maglia. I sostenitori del candidato democratico alle presidenziali Howard Dean hanno usato Meetup per lanciare la sua campagna, convocando le prime, affollatissime assemblee. Gli introiti della dot.com vengono dai ristoranti, bar e altri locali pubblici - 250 in 50 città americane - che ospitano gli eventi e pagano dai 69 ai 500 dollari al mese per essere nel circuito; e dalle associazioni che usano il sito per promuovere le proprie iniziative, come i club di investimento legati al giornale Investor’s Business Daily , l’istituto di ricerca conservatore Heritage Foundation e i gruppi di sostegno di altri candidati democratici oltre a Dean, ovvero John Kerry, Wesley Clark e Dennis Kucinich. Meetup offre anche un servizio premium, a 29 dollari al mese, per i singoli membri.
«Ho sempre creduto che aiutare la gente a comunicare attorno a una passione condivisa è buono sia per il business sia per la società civile - ha detto Omidyar -. I primi utilizzatori di eBay la vedevano come una scusa per conoscere altri con le stesse passioni di collezionismo».