Bookring: Arundhati Roy, Il dio delle piccole cose

Vi interessa far girare un libro fra i bookcorsari coinvolgendo le Poste nella cosa? Questa e' l'area che fa per voi: ring, ray, box, chain, BookXerpting e tutte le stranezze che ci verranno in mente in futuro!

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LaVale
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Bookring: Arundhati Roy, Il dio delle piccole cose

Messaggio da LaVale »

visto che non saprei proprio da dove iniziare a parlarvi di questo libro, copio un articolo di REpubblica.
A me é piaciuto un sacco, e ne ho già liberata una copia. Adesso ne ho trovata un'altra in giro per casa e vorrei farne un ring.

Chi é interessato ???

(l'ordine non sará strettamente legato all'ordine di iscrizione)

Ok, l'ordine é questo

spacetave (torino)
zolletta (genova)
last-unicorn (bolzano)
serenac11 (san daniele del friuli)
lordpolo(cagliari)
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~ il libro é qui ~

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Ciao

Vale

"Il dio delle piccole cose" di Arundhati Roy, un romanzo
magico sui luoghi favolosi. La scrittrice ha vinto il Booker prize

L'India segreta delle caste negli occhi dei bambini

di IRENE BIGNARDI

Forse sono i due titoli più belli e strani del Novecento: "Cent'anni di solitudine" e "Il dio delle piccole cose" - e in italiano suonano con lo stesso ritmo poetico e malinconico. Ma il fascino del titolo non è la sola cosa che hanno in comune il grande libro di Gabriel Garcia Marquez e il fortunatissimo romanzo di Arundhati Roy.

Hanno in comune un retroterra sconosciuto, quello ( allora, trent'anni e più fa) della Colombia caraibica, e questo, poco noto ancora oggi, del profondo Kerala, l'estremo sud dell'India, che attraverso " Il dio delle piccole cose" ha trovato il suo posto nella mappa letteraria e fantastica del mondo ( dopo averlo trovato, per la verità , in quello del turismo e della cultura cinefila : ma questa è un'altra storia e un altro reparto).

Hanno in comune (è un' osservazione ricorrente della critica, che non ha fatto particolarmente piacere ad Arundhati Roy, come tutti gli autori desiderosa di essere vista più nella sua originalità che nelle sue parentele con altre scuole e altri luoghi) anche un modo favoloso, magico di raccontare. E le affinità finiscono qui . O meglio, finiscono con la popolarità naturale, spontanea e incontrollabile che ha spinto ambedue i libri - libri "selvaggi" per così dire- nel vortice del successo.

Anche sull'affinità del "realismo magico"keralese e colombiano ci sarebbe poi da obiettare. La differenza fondamentale essendo che la "magia" del realismo di Arundhati Roy deriva non tanto da una scelta di stile (che pure è presente) quanto dalla scelta del punto di vista. Quello di due bambini di sette anni, un fratello e una sorella, due gemelli (eterozigoti, e quindi non identici, ma non per questo meno legati da una profondo segreto legame), che con i loro immensi occhi guardano, scompongono, censurano, accentuano, modificano , ricostruiscono a modo loro la complicata, tragica, burrascosa realtà che li circonda. Uno sguardo "ingenuo"che vede (e osserva) cose apparentemente insignificanti - ma per loro molto significanti. Che ne ignora altre visibili al mondo degli adulti e invisibili a chi già non si nutre di regole e di tabù. Uno sguardo vergine e selettivo che spiega, anche, alcuni apparenti buchi e silenzi del racconto: avete mai sentito parlare di rimozione?

Estha , il ragazzino diligente e buono, e Rahel, la bambina con il grande ciuffo sulla testa, i due fratellini legati da una sensibilità misteriosamente divisa, e poi divisi dall'incalzare della vita, vedono muoversi davanti ai loro occhi il tragico teatro della società indiana. Arundhati Roy colloca il cuore dell'azione alla fine degli anni '60, anche se il suo complesso puzzle viene ricomposto oggi, quando la consapevolezza dell'età e del dolore consente ai protagonisti di mettere a posto tutte le sue tessere.

Sarebbe una vera ingiustizia nei confronti dei potenziali lettori raccontare anche solo in parte la trama del romanzo. Oltre che di due o tre grandi snodi drammatici, che, a un lettore attento, sono annunciati e insinuati come un sospetto fin da pagina quattro, " Il dio delle piccole cose" è fatto soprattutto della sua complessa e barocca scrittura che gioca continuamente con la lingua e le parole, di una struttura fatta di flash back che si intrecciano e si inseguono, del suo stile favolistico, e dei suoi personaggi.
I due piccoli, dunque. Ammu, la loro bellissima mamma, divorziata e quindi senza uno status di qualsiasi genere, ribelle alle convenzioni, soprattutto alla più drammatica e turpe, negata dalla legge e riaffermata dalla realtà, quella delle caste, che affligge perfino uno stato come il Kerala, con la sua egualitaria tradizione marxista. La perfida, intrigante prozia, Baby Kochamma, eterna bambina mostruosa, così pronta a complottare e così felice di godere delle altrui disgrazie. La deliziosa cugina metà inglese, Sophie Mol, che in India trova - brevemente- lo spazio ideale per esprimere la sua voglia di libertà. Lo zio Chacko, proprietario di una fabbrica di chutney, marxista ricco, dongiovanni di provincia. L'aristocratica nonna cieca e prepotente.
Il dio delle piccole cose, l'amico che appartiene alla casta degli intoccabili e che i bambini adorano- così come lo amerà la loro madre (ma " il dio delle piccole cose " è anche , dirà Arundhati in un'intervista, il modo in cui i bambini guardano al mondo, il rifiuto dei confini posti dagli adulti). E infine Ayemenem, la cittadina vicino a Cochin , tra le "backwaters" del Kerala, dove sorge e si sgretola , tra travolgenti piogge monsoniche e il caldo umido dell'India, la grande casa di famiglia, monumento a un passato aristocratico che la ribelle Ammu rifiuta e a un' India in tumultuosa trasformazione che continua a portarsi dietro i suoi peccati originali e la sua colpa : di crescere senza espellere i propri pregiudizi.

Non bisogna però affezionarsi troppo alla scrittura (per altro da alcuni critici contestata) e ai personaggi di Arundhati Roy. E' molto probabile che " Il dio delle piccole cose"resti la sua sola prova narrativa. E già nel 1997, quando sull'onda dell'incredibile successo del libro e della vittoria al Booker Prize fioccavano le interviste sulle sue intenzioni future (e le velenose esternazioni di critici e autori invidiosi), Arundhati Roy sosteneva che quasi sicuramente non ci sarebbe stato un secondo romanzo. " Io non credo nei professionisti" , diceva, provocatoria come sempre, la bella Arundhati.
Che, oltre ai professionisti, non crede in molte altre cose. Nella necessità di inseguire il successo. Nel distacco dello scrittore. Nel desiderio di arricchire.

Perché è diventata ricca, Arundhati Roy, almeno per gli standard della gente comune, grazie a "Il dio delle piccole cose". Ha guadagnato dalle traduzioni in tutto il mondo, dai milioni di copie vendute. Ma tanto le basta. Vive in due coloratissime stanze a South Delhi. Cerca il silenzio e la concentrazione. Si batte per le cause che le stanno a cuore. E, a sei anni di distanza dalla pubblicazione di un libro che, tre lustri dopo "I figli della mezzanotte", ha riportato l'India alla ribalta dal mondo letterario, non ha più scritto, a quanto si sa, una riga narrativa. Ha scritto di altro, e in modo così affascinante da far capire a chi nutriva dei dubbi circa la solitaria esplosione di stile di "Il dio delle piccole cose", che di una vera scrittrice comunque si tratta.

Il suo rifiuto del professionismo, come gli sviluppi successivi del suo lavoro, si spiega in parte con la sua biografia. Architetto, laureata (in un college di seconda categoria, dice lei sempre ironica) con una tesi sullo " Sviluppo postcoloniale urbano a Delhi", Arundhati Roy ha scoperto molto presto di non farcela ad occuparsi dei pavimenti del bagno dei suoi ricchi clienti. Negli anni caldi della prima giovinezza ha fatto politica (a sinistra), è stata attrice, sceneggiatrice e scenografa di film balzani che sono diventati oggetto di culto. E' stata protagonista di celebri polemiche- come quando ha accusato il celebre regista Shekar Kapoor di aver sfruttato per un suo film la storia di Phoolan Devi, la "bandit queen", mettendo in scena con brutalità lo stupro che la donna aveva subito. In "Il dio delle piccole cose", contravvenendo (ma con le sue buone ragioni) a una fondamentale prescrizione di Graham Greene , ha riversato gran parte della biografia propria e della sua famiglia. Arundhati Roy viene da un ceppo di Cristiani Siriani, una minoranza nel confuso mosaico etnico-religioso del Kerala. Sua madre è stata una femminista militante, protagonista di una "cause celébre" (vinta) per conquistare anche alle donne i loro diritti ereditari, fondatrice e responsabile di una scuola aperta e "liberal" che le ha garantito l'indipendenza economica dalle difficili dinamiche di una famiglia non troppo diversa e non meno contraddittoria di quella del romanzo.

Come non riconoscere in questo personaggio della realtà alcuni dei caratteri di Ammu - anche se in Ammu ritroviamo in più la bellezza di Arundhati, così come la ritroviamo nello stupore e nell'intelligenza dalla piccola Rahel? Come stupirsi se, una volta riversate nel libro le storie e le passioni di famiglia, le battaglie e le prese di posizioni della vita di sua madre e quelle della propria giovinezza, Arundhati Roy si è volta ad altro? Come forse i suoi lettori e i lettori di queste pagine ricorderanno, recentemente Arundhati Roy ha pubblicato una serie di interventi sulla politica nucleare indiana, sull'Afhanistan, sul dopo 11 settembre. Ma soprattutto sul problema delle dighe : le grandi dighe, in particolare quella sul fiume Narmada, progettate per irrigare e dare luce - nelle intenzioni - ad alcune grandi città e devastanti per il territorio, per i milioni di persone che vengono forzatamente traslocate, per l'ecosistema. La polemica si è tradotta in una serie di saggi editi da Guanda ( che è stato anche l'editore italiano di "Il dio delle piccole cose") sotto il titolo "Guerra è pace", e in una serie di prese di posizioni personali che hanno portato Arundhati in tribunale, accusata di oltraggio alla corte. Il fatto che sia andata assolta non significa che Arundhati Roy non ci prepari ancora delle sorprese e dei colpi di scena. Anche di lei si può dire quello che Aragon diceva di Frida Kahlo, anche lei è una bomba legata da un bel nastro.


(8 aprile 2003)[/i]
Ultima modifica di LaVale il gio set 09, 2004 10:52 pm, modificato 10 volte in totale.
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starina
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Messaggio da starina »

è stupendo!!!! :yes!:
Anche io avevo una mezza idea di far partire un ring con questo libro :mrgreen: , ma sono stata preceduta!!! :wink:

Ragazzi leggetelo!!
"Eliminate the impossible. Whatever remains, however improbable, must be the truth"
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Therese
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Messaggio da Therese »

Presente!! :heartkiss:
-...è solo che non ho tempo per leggere.
- Mi dispiace per te.
- Oh, non direi.Ci sono tanti altri modi per passare il tempo.
Giulio vorrebbe replicare che leggere non è "passare il tempo"...
(T. Avoledo)

cinefila integralista

Non inviatemi ring senza avvertire, grazie ^_^
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Lordpolo
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Messaggio da Lordpolo »

Wow :dance: Un bookring nuovo di zecca!
E... Anche io sono nuovo di zecca :bounce: (si fa per dire...)
Posso aggiungermi?
Ciao!
Perfido igienista©

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Pa
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Messaggio da Pa »

a me è piaciuyto il linguaggio usatom, quando sono i bimbi a parlare scrive come i bambini parlerebbero quando si passa ai grandi il lingaggio cambia.....
è stato bello intravedere l'india e gli indiani attraverso questa storia

Pa
Il nostro compito e' guardare il mondo e vederlo intero. Occorre vivere piu' semplicemente per permettere agli altri semplicemente di vivere.
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danilo594
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Io

Messaggio da danilo594 »

Io! Bello, immaggino sia emozionante! Giusto??
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spacetave
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Messaggio da spacetave »

Io c'è :yes!:
mi incuriosisce tantissimo,
grazie
ciauz
I manicomi straripavano di gente che leggeva troppo.
Era la letteratura che era pericolosa, era lì che si spingeva e si incoraggiava la gente a rimuginare. Che diamine! (Musica Rock da Vittula - Mikael Niemi)

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zolletta
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Messaggio da zolletta »

mi aggiungo anche io
grazie
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last-unicorn
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Messaggio da last-unicorn »

Mi incuriosisce molto. Grazie! :wave:
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shandy
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Messaggio da shandy »

:bounce: ci sono! :bounce:

puoi mettermi in fondo, però? grazie! :D
42
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Messaggio da serenaC11 »

Anch'io, anch'io :wink: !!
Grazie 1000 :D

Ciao
Serena
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Messaggio da LaVale »

il ring é partito ieri.
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Ciao

Vale
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spacetave
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Messaggio da spacetave »

Wow arriva subito da me :dance:
thanks Vale :o
ciauz
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lyzard
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Messaggio da lyzard »

E' ancora aperto questo ring?
Perche' mi piacerebbe molto partecipare :notworthy:

Ciao :mrgreen:
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Messaggio da LaVale »

Wow arriva subito da me
síí, te lo porta zazie!

Ciao

Vale
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Messaggio da LaVale »

lyzard ha scritto:E' ancora aperto questo ring?
Perche' mi piacerebbe molto partecipare
ti ho aggiunto in coda!

Ciao

Vale
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spacetave
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Messaggio da spacetave »

Ottimo Vale, grazie mille!!! :o
e grazie anche alla nostra "corriera" di libri Zazie :lol:
ciauz
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lyzard
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Messaggio da lyzard »

ti ho aggiunto in coda!
Grazie :mrgreen:
anto78
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Messaggio da anto78 »

:dance: posso aggiungermi??? :dance:
anto78
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Messaggio da anto78 »

:dance: posso aggiungermi??? :dance:
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