Il finale vincente
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Il finale vincente
L'ultima frase di qualunque storia acquista una certa risonanza per il semplice fatto di essere l'ultima.
Come fiscono i libri? E perchè? E devono finire bene con un confortante happy ending o possono anche finire male?
I finali dei romanzi più belli, i finali più incisivi e sorprendenti nelle pagine di autori italiani e stranieri, antichi e moderni.
P.S. A titolo di curiosità segnalo un romanzo in cui il paragrafo conclusivo riecheggia deliberatamente il paragrafo d'esordio. In "Punto e a capo", l'allegro romanzo di Dan Wakefield, il primo e l'ultimo paragrafo sono costituiti dalla medesima frase: "Potter era fortunato: glielo dicevano tutti".
Come fiscono i libri? E perchè? E devono finire bene con un confortante happy ending o possono anche finire male?
I finali dei romanzi più belli, i finali più incisivi e sorprendenti nelle pagine di autori italiani e stranieri, antichi e moderni.
P.S. A titolo di curiosità segnalo un romanzo in cui il paragrafo conclusivo riecheggia deliberatamente il paragrafo d'esordio. In "Punto e a capo", l'allegro romanzo di Dan Wakefield, il primo e l'ultimo paragrafo sono costituiti dalla medesima frase: "Potter era fortunato: glielo dicevano tutti".
- tostoini
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Effettivamente Silviazza ha ragione..si potrebbe fare come quando si facevano i commenti dei ring per evitare che chi non era ancora arrivato a quella parte del libro si rovinasse la sorpresa...scegliere un colore pressochè invisibile e visualizzare quello che è scritto "evidenziando" -esiste sicuramente un termine specifico ma non mi viene in mente al momento- la frase
°se cerchi TESTUGGINE sono io,era il mio vecchio nick° °b-shelf°°blog°°la chat di bc-italy°°ml bookcrossing_sardegna°
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Cent'anni di solitudine
Un meravigluioso finale che mi ha fatto apprezzare infinitamente questo infinito mondo di Marquez:
Cent'anni di solitudine - Gabriel Garcia MarquezTuttavia, prima di arrivare al verso finale, aveva gia compreso che nnon sarebba mai più uscito da quela stanza, perchè era previsto che la città degli specchi (o degli specchietti) sarebbe stata spianata dal vento e bandita dalla memoria degli uomini nell'istante in cui Aureliano Babilonia avesse terminato di decifrare pergamene, e che tutto quello che vi era scritto era irrepetibile da sempre e per sempre, perchè le stirpi condannate a cent'anni di solitudine non avevano una seconda opportunità sulla terra.


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Tutti ricreiamo il mondo come lo vediamo, lo guardiamo. -A.S. Byatt -
Quando penso a tutti i libri che mi resta da leggere, ho la certezza di essere ancora felice. - Jules Renard -
Uno dei finali che ricordo sempre con affetto è
Da "Il Piccolo Principe" di Antoine De Saint ExupèryPer voi che pure volete bene al piccolo principe, come per me, tutto cambia nell'universo se in qualche luogo, non si sa dove, una pecora che non conosciamo ha, sì o no, mangiato una rosa.
Guardate il cielo e domandatevi: la pecora ha mangiato o non ha mangiato il fiore? E vedrete che tutto cambia...
Ma i grandi non capiranno mai che questo abbia tanta importanza.
Life is what you make of it...(Pessoa)
Vulgare amici nomen, sed rara est fides...(Fedro)
La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare...(Schopenhauer)
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Librium ha scritto:P.S. A titolo di curiosità segnalo un romanzo in cui il paragrafo conclusivo riecheggia deliberatamente il paragrafo d'esordio. In "Punto e a capo", l'allegro romanzo di Dan Wakefield, il primo e l'ultimo paragrafo sono costituiti dalla medesima frase: "Potter era fortunato: glielo dicevano tutti."

Così inizia e finisce Me ne vado di Jean Echenoz: con le parole "me ne vado", a testimonianza del suo essere prima di tutto un romanzo di formazione, dove il percorso del protagonista, Felix Ferrer, corrisponde a un viaggio che molto assomiglia a una fuga, che, tra le altre cose, lo porterà perfino a compiere una spedizione al Polo Nord.
Sono un uomo e tutto ciò che è umano mi interessa (Terenzio)
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Anch'io lo ricordo come fortissimo. Tutto il libro era molto coinvolgente ma effettivamente il finale era emotivamente devastante!
L'ho letto diversi anni fa ma lo ricordo ancora. O, meglio, ricordo precisamente la sensazione che mi diede. Mi hai fatto venire voglia di rileggerlo...
L'ho letto diversi anni fa ma lo ricordo ancora. O, meglio, ricordo precisamente la sensazione che mi diede. Mi hai fatto venire voglia di rileggerlo...
"La vita non è quella che si è vissuta ma quella che si ricorda, e come la si ricorda per raccontarla"
Gabriel Garcia Marquez
"Farai la fine del profeta Ezechiele che soffiò, soffiò ma non riuscì a buttare giù la casa di mattoni"
The Haunted House

Gabriel Garcia Marquez
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Vanno bene anche i paragrafi finali? Ne posto due, tratti da due dei miei libri preferiti. Ogni tanto li rileggo e mi fanno ancora lo stesso effetto: li trovo tristissimi (anche se presentano situazioni opposte), nostalgici ed evocativi come poche altre cose che ho letto. Non dovrebbero contenere particolari SPOILER, comunque non si sa mai...
Così in America quando il sole va giù e io siedo sul vecchio diroccato molo sul fiume a guardare i lunghi, lunghissimi cieli sopra il New Jersey e avverto tutta quella terra nuda che si svolge in un'unica incredibile enorme massa fino alla Costa Occidentale, e tutta quella strada che va, tutta la gente che sogna nell'immensità di essa, e so che nello Iowa a quell'ora i bambini stanno certo piangendo nella terra in cui lasciano piangere i bambini, e che stanotte usciranno le stelle, e non sapete che Dio è l'Orsa Maggiore?, e la stella della sera deve star tramontando e spargendo il suo fioco scintillio sulla prateria, il che avviene proprio prima dell'arrivo della notte completa che benedice la terra, oscura tutti i fiumi, avvolge i picchi e rimbocca le ultime spiagge, e nessuno, nessuno sa quel che succederà di nessun altro se non il desolato stillicidio del diventar vecchi, allora penso a Dean Moriarty, penso persino al vecchio Dean Moriarty, penso al padre che mai trovammo, penso a Dean Moriarty.
Jack Kerouac, Sulla strada, 1957
Così, nessuno di noi due sarà vivo quando il lettore aprirà questo libro. Ma mentre il sangue pulsa ancora nella mano che uso per scrivere, tu sei parte della benedetta materia quanto lo sono io, e posso ancora parlarti da qui all'Alaska. Sii fedele al tuo Dick. Non lasciarti toccare dagli altri. Non parlare con gli sconosciuti. Spero che vorrai bene al tuo bambino. Spero che sarà un maschio. Spero che quel tuo marito ti tratti sempre bene, altrimenti il mio spettro si avventerà su di lui come fumo nero, come un gigante forsennato, e lo dilanierà nervo per nervo. E non ti commuovere per la sorte di C.Q. Si doveva scegliere tra lui e H.H., e si doveva lasciar esistere H.H. per un altro paio di mesi almeno, in modo che egli potesse farti vivere nella coscienza delle generazioni successive. Penso agli Uri e agli angeli, al segreto dei pigmenti duraturi, ai sonetti profetici, al rifugio dell'arte. E questa è la sola immortalità che tu e io possiamo condividere, mia Lolita.
Vladimir Nabokov, Lolita, 1955
Così in America quando il sole va giù e io siedo sul vecchio diroccato molo sul fiume a guardare i lunghi, lunghissimi cieli sopra il New Jersey e avverto tutta quella terra nuda che si svolge in un'unica incredibile enorme massa fino alla Costa Occidentale, e tutta quella strada che va, tutta la gente che sogna nell'immensità di essa, e so che nello Iowa a quell'ora i bambini stanno certo piangendo nella terra in cui lasciano piangere i bambini, e che stanotte usciranno le stelle, e non sapete che Dio è l'Orsa Maggiore?, e la stella della sera deve star tramontando e spargendo il suo fioco scintillio sulla prateria, il che avviene proprio prima dell'arrivo della notte completa che benedice la terra, oscura tutti i fiumi, avvolge i picchi e rimbocca le ultime spiagge, e nessuno, nessuno sa quel che succederà di nessun altro se non il desolato stillicidio del diventar vecchi, allora penso a Dean Moriarty, penso persino al vecchio Dean Moriarty, penso al padre che mai trovammo, penso a Dean Moriarty.
Jack Kerouac, Sulla strada, 1957
Così, nessuno di noi due sarà vivo quando il lettore aprirà questo libro. Ma mentre il sangue pulsa ancora nella mano che uso per scrivere, tu sei parte della benedetta materia quanto lo sono io, e posso ancora parlarti da qui all'Alaska. Sii fedele al tuo Dick. Non lasciarti toccare dagli altri. Non parlare con gli sconosciuti. Spero che vorrai bene al tuo bambino. Spero che sarà un maschio. Spero che quel tuo marito ti tratti sempre bene, altrimenti il mio spettro si avventerà su di lui come fumo nero, come un gigante forsennato, e lo dilanierà nervo per nervo. E non ti commuovere per la sorte di C.Q. Si doveva scegliere tra lui e H.H., e si doveva lasciar esistere H.H. per un altro paio di mesi almeno, in modo che egli potesse farti vivere nella coscienza delle generazioni successive. Penso agli Uri e agli angeli, al segreto dei pigmenti duraturi, ai sonetti profetici, al rifugio dell'arte. E questa è la sola immortalità che tu e io possiamo condividere, mia Lolita.
Vladimir Nabokov, Lolita, 1955
E tu vuoi viaggiarle insieme, vuoi viaggiarle insieme ciecamente perché sai che le hai toccato il corpo, il suo corpo perfetto con la mente. (FdA)) - La cosa che più mi piace fare è niente. (WtP) - Ma conosco le coincidenze del 60 notturno, lo prendo sempre per venire da te (RG)
La mia Wishlist

Di Lolita è eccezionale l'incipit!!
E detto da una che ha una vera fissa per i finali è tutto dire (confesso, è la prima cosa che leggo, la cosa che annoto, quella su cui ritorno di più e non capirò mai perchè mentre è stato fatto un libro che raccoglie le prime righe di oltre 2000 libri non sia mai stata pubblicata la stessa cosa sulle ultime...).
Uno fra tutti? ora mi viene in mente quello di Calvino Se una notte d'inverno un viaggiatore....
e pensandoci mi viene in mente che probabilmente normale normale non è, la mia "ossessione" per i finali (che se si potesse estendere dalla letteratura alla vita....)
E detto da una che ha una vera fissa per i finali è tutto dire (confesso, è la prima cosa che leggo, la cosa che annoto, quella su cui ritorno di più e non capirò mai perchè mentre è stato fatto un libro che raccoglie le prime righe di oltre 2000 libri non sia mai stata pubblicata la stessa cosa sulle ultime...).
Uno fra tutti? ora mi viene in mente quello di Calvino Se una notte d'inverno un viaggiatore....
e pensandoci mi viene in mente che probabilmente normale normale non è, la mia "ossessione" per i finali (che se si potesse estendere dalla letteratura alla vita....)
... about not equating death with stopping....