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Solo documenti ufficiali, e un po' di attenzione alle date e alle persone e istituzioni coinvolte attorno alla figura del Comm. Str. Sc. nominato dal PresdelCons.
Dallo Statuto della Croce Rossa Italiana, approvato con Decreto del PresdelCons il 5 luglio 2002
Art. 57. Commissariamento
1. In caso di impossibilità di funzionamento dell'ente, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della salute, è nominato un commissario straordinario che assume i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione.
2. Il commissario può rimanere in carica per non più di dodici mesi, entro i quali dovranno essere ricostituiti gli organi statutari.
Dai lavori della Commissione IV Difesa (31 ottobre 2002), risposta a interrogazione sulla CRI
il Consiglio dei Ministri del 24 ottobre scorso, preso atto della decadenza dei vertici in carica dell’Associazione, ha concordato sulla necessita` di nominare un Commissario. La scelta e` caduta sul Professor Staffan De Mistura, rappresentante personale del Segretario generale delle Nazioni Unite per l’area medio-orientale, sud Libano, e gia’ direttore del Centro delle Nazioni Unite a Roma.
Contestualmente, il Consiglio dei Ministri, ha provveduto a nominare Vice Commissario l’avvocato Maurizio Scelli, gia`segretario dell’UNITALSI - Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati A Lourdes E Santuari Internazionali -, Consultore del Pontificio Consiglio per la pastorale della sanita` e coordinatore del Comitato organizzatore del giubileo degli ammalati (e candidato nelle politiche del 2001 per Forza Italia, collegio 20 Lazio 1, non eletto - per un bel po’ di voti. NdR)
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Visto (omissis) Visto il proprio decreto in data 28 ottobre 2002, registrato alla Corte dei conti il 14 novembre 2002, concernente la nomina del commissario straordinario e del vice commissario straordinario dell'Associazione italiana della croce rossa; Atteso che il Commissario straordinario dott. Staffan de Mistura ha comunicato la sopravvenuta impossibilita' a ricoprire tale incarico; Visto l'art. 1 della legge 6 luglio 2002, n. 137, recante delega per la riforma dell'organizzazione del Governo e della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nonche' di enti pubblici; Ravvisata la necessita' di addivenire in tempi brevi alla riorganizzazione della struttura della Croce rossa italiana, anche attraverso la necessaria modifica del vigente statuto, con la conseguente indizione delle procedure elettorali di rinnovo degli organi; Sulla proposta del Ministro della salute; Decreta:
Art. 1. L'avv. Maurizio Scelli e' nominato Commissario straordinario dell'Associazione italiana della Croce rossa, con poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione, fino alla ricostituzione degli organi statutari e comunque per un periodo non superiore a sei mesi a decorrere dalla data del presente decreto. Durante tale periodo il commissario straordinario provvedera', d'intesa con i Ministeri vigilanti, alla riorganizzazione della struttura centrale e territoriale della Croce rossa italiana, anche attraverso le necessarie modifiche del vigente statuto. Art. 2. Con successivo decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, e' determinato, con oneri a carico dell'Associazione italiana della Croce rossa, il compenso spettante al commissario straordinario. Il presente decreto sara' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Roma, 18 aprile 2003
Art. 11. dello Statuto della CRI - Gratuità e incompatibilità
1. Le cariche dell'Associazione italiana della Croce rossa sono gratuite ed incompatibili con incarichi retribuiti dall'Associazione stessa.
dai Verbali dei Lavori del Senato, Interpellanze, 6 novembre 2003
Senatori Bedin, Baio Dossi, Soliani, Toia, al Presidente del Consiglio dei ministri - Premesso che: in un’intervista al quotidiano "La Stampa" del 29 ottobre 2003 il Commissario straordinario della Croce Rossa Italiana, Maurizio Scelli, nell’annunciare che l’organizzazione italiana manterrà comunque la delegazione in Iraq, indipendentemente dalla posizione ufficiale del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) di Ginevra, ha testualmente dichiarato che "esiste un preciso programma definito con il Ministero degli affari esteri con finanziamenti pubblici dei quali dobbiamo dunque rispondere, che pur non essendo un vincolo, nel senso che non ne siamo dipendenti, è un impegno che ci spinge a non venir meno"; nella stessa intervista, il commissario Scelli ha anche ammesso che il personale della Croce Rossa Italiana non gode più di alcuna forma di protezione locale, in passato garantita dai carabinieri del reggimento "Tuscania", perché "da quando abbiamo preso in gestione il Medical Center Hospital, il fiore all’occhiello della sanità di Saddam Hussein, è venuta meno l’esigenza di una protezione esterna (...) e poi oggi la sicurezza è assicurata dal corpo di polizia irachena ricostituito dagli americani"; tali affermazioni del commissario Scelli – a meno di smentite ad oggi non pervenute – configurano una gestione quanto meno preoccupante della missione in Iraq della Croce Rossa Italiana, sotto il profilo sia della legittimità nazionale e internazionale del mandato, sia della trasparenza e correttezza nell’esercizio dello stesso;in particolare, con un’affermazione di sconcertante leggerezza e incongruità, il Commissario ha accennato all’esistenza di finanziamenti pubblici erogati nell’ambito di un non meglio qualificato "programma definito con il Ministero degli affari esteri"; tale programma – secondo il Commissario – pur costituendo il fondamento dell’ "impegno" assunto con il Governo italiano – non sarebbe comunque vincolante per la Croce Rossa Italiana, che potrebbe disporre in piena indipendenza evidentemente anche delle risorse pubbliche ad esso destinate; inoltre, riconoscendo che il personale in Iraq della Croce Rossa Italiana è direttamente assoggettato alla protezione del "corpo di polizia irachena ricostituito dagli americani", il commissario Scelli ha di fatto ammesso che la neutralità della missione umanitaria è definitivamente compromessa, con gravissime ripercussioni per la credibilità dell’emblema della Croce Rossa e per la tradizionale indipendenza dell’organizzazione internazionale; in effetti, da una valutazione complessiva della missione in Iraq si configura il rischio che la gestione del commissario Scelli possa esporre l’emblema della Croce Rossa ad un’impropria assimilazione con una delle parti in causa nel conflitto, in una fase tuttora molto instabile del processo di riconversione democratica delle istituzione irachene; con tale scelta non solo si sono potenzialmente pregiudicate le condizioni di sicurezza per il personale della Croce Rossa Italiana che opera sul territorio iracheno, ma si è anche esposta l’organizzazione italiana al rischio di una marginalizzazione dal movimento internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, che ha nella neutralità e indipendenza il suo fondamento costitutivo universalmente riconosciuto; infatti le attività svolte durante i conflitti bellici dalle società nazionali della Croce Rossa, secondo il Protocollo di Siviglia, sono sottoposte alla precisa ed esclusiva competenza del Comitato Internazionale della Croce Rossa, rispetto al quale la Croce Rossa Italiana sta oggi assumendo – come si evince dalle dichiarazioni del commissario Scelli – una posizione di insubordinazione, se non addirittura di manifesta provocazione (per leggere il testo completo, - con un po’ di pazienza si trova a metà del documento. Non ho per ora trovato traccia di risposta da parte del PresdelCons, o chi per esso, ma continuo a cercare NdR))
Da “Famiglia Cristiana” 7 marzo 2004: Il commissario straordinario della Croce rossa italiana sostiene che la discussione sulla guerra è ormai superata
«Intanto c’è un Governo provvisorio di iracheni che comincia a dire la sua, a manifestare idee e prospettive. E poi, oggi, la presenza militare è assolutamente residuale. Se uno va a Baghdad, dove io sono stato otto volte, vede che la città è stata restituita al vivere comune, non c’è più il coprifuoco, la gente la sera esce, di giorno va al mercato, fa le sue cose. È difficile, ormai, trovare soldati americani in Baghdad. Purtroppo molti di quelli che parlano dell’Irak non sanno neppure dove stia sulla cartina geografica. Parlano per sentito dire o per obbedienza a una linea politica, portata avanti a prescindere dai riscontri».
(AGI) - Rimini, 23 ago. - "Ci eravamo gia' mossi in questi giorni per avere delle risposte attivando gli stessi canali gia' usati nel corso del precedente sequestro dei nostri connazionali". Maurizio Scelli, commissario straordinario della Croce rossa italiana, intervenendo al Meeting di Rimini risponde cosi' ai cronisti che gli chiedono dell'appello lanciato dalla famiglia di Enzo Baldoni, il free-lance milanese di cui si sono perse le tracce in Iraq. "Noi - ricorda Scelli - siamo sempre in Iraq e abbiamo un credito sempre maggiore con la popolazione, ottenuto anche attraverso il riconoscimento dei leader sciiti e sunniti. Ci auguriamo di avere delle risposte perche' non e' ancora certo che effettivamente Baldoni sia stato rapito".
Sempre al Meeting di Rimini“ Sto iniziando appena adesso a conoscere il personaggio. Mi auguro che sia vivo, e impegnato in una delle sue tante e tanto vituperate avventure oltre ogni limite” (Baldoni è stato per anni volontario in CRI, magari una telefonata al Comitato Milanese per conoscerlo meglio? NdR)
Dalla lettera dell’Ambasciatore Italiano in Iraq all’Unità “L’Ambasciata Italiana in Iraq ha appreso presso la sede della Croce Rossa Italiana di Baghdad, dai responsabili dell’organizzazione, nel pomeriggio di venerdì 20 agosto, del mancato rientro a Baghdad del giornalista italiano”.