Sarà, ma Madame Bovary di Flaubert a me ha affascinato come pochi altri romanzi. In fondo Emma Bovary è solo una donna che cerca disperatamente di uscire dalla mediocrità provinciale e borghese in cui è costretta a vivere e lo fa prima costruendosi una cultura da autodidatta e poi trovando in amanti come Leon e Rodolphe quello che non trovava nel marito. Per carità, Charles appare come la classica persona integerrima e morigerata, ma io mi sparerei se un giorno mi accorgessi di diventare noioso e inetto come lui! Non uno slancio di simpatia, non un accenno di grinta, proprio nulla... Si pensi alla scena in cui lui ed Emma sono a teatro ad assistere alla Lucia di Lammermoor: Charles è completamente spaesato e colleziona un'inimitabile serie di figuracce!
La personalità di Emma sovrasta nettamente quella di tutti gli altri protagonisti del romanzo, specie le figure maschili, che escono davvero malconce dalla vicenda. Di Charles ho già detto e persino peggiori appaiono il farmacista Homais e il merciaio Lheureux: entrambi sono dei pusillanimi, soprattutto il farmacista, ignorante e bifolco, attaccato a pochi valori materiali e desideroso di apparire un cittadino, con l'unico risultato di rendersi ridicolmente antipatico. Alla fine, in un mondo materialista, è lui però ad essere l'unico vero vincitore.
Non parliamo poi dei due amanti ufficiali di Emma: due spiantati incapaci, soverchiati dal carattere passionale di lei, campioni di false promesse e null'altro. Della specie maschile si salvano forse il padre e il suocero di Emma, così diversi tra loro eppure così coerenti nel loro atteggiamento verso la vita; solo che i loro ruoli sono alquanto marginali. Più presente è invece la madre di Charles, unica donna che riesca a tener testa alla nuora, con la quale dà vita a scontri titanici.
Certo, se Emma Bovary avesse conosciuto uno come me se ne sarebbe innamorata subito, perché io, acculturato e passionale come sono, l'avrei certamente resa felice. Emma, non sai cosa ti sei persa! Sbaglio o me la sto tirando troppo?
