No, aspetta, tutte queste cose te le ho sempre dette; Infinite Jest è un romanzo tutto sommato divertente, però mi sembra evidente il suo debito nei confronti di Pynchon, ed a libri come L'arcobaleno della gravità..
Il giudizio su Oblio; è facile giocare con il titolo del libro, dicendo che sarebbe auspicabile dimenticarsi della sua esistenza

in effetti il compiacimento nei periodi involuti(c'è una frase lunga due pagine, manco fosse Proust, all'interno di un racconto ambientato in una ditta di marketing pubblicitario, nella quale sono stato costretto a fare più volte un a laboriosa analisi logica, non giustificata dal contenuto, ma fine a se stessa) e nel vocabolo astruso, mi è sembrato insopportabile ed esagerato.
Vuole far vedere che è bravo, vuole competere con Pynchon, ed in effetti è interessante e originale, peccato che l'elemento stilistico prenda troppo il sopravvento sopra tutto il resto, quindi tieni pronto un sachhetto di carta, non si sa mai.
La prosa di Pynchon è tutt'altra cosa, sicuramente più funzionale e matura; però le cose più estreme di Pynchon, come L'arcobaleno della gravità, almeno nel mio caso hanno richiesto l'aiuto della rete per dipanare la matassa di alcune pagine piuttosto ostiche(pensa all'Ulisse di Joyce e ne avrai un'idea), mentre Infinite Jest in confronto è molto più leggibile e meno complicato.