Pynchon Thomas

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Usman
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Messaggio da Usman »

Tyrone, visto che ti vedo ferratissimo su Pynchon, mi viene da chiedere: ma chi è quel tale che (credo ispirato da Pynchon) si fa chiamare Tommaso Pincio e scrive libri improbabili su Kurt Cobain e i suoi ultimi giorni di vita...? (Mi riferisco al libro "Un amore dell'altro mondo")

Grazie in anticipo

ps: andrò di sicuro a comprere Vineland, mi hai troppo incuriosito... :yes!:

** besos **
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Tyrone Slothrop
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Messaggio da Tyrone Slothrop »

Tommaso Pincio sarà credo un altro anonimo alla Luther Blisset/Wu Ming.

Mi aveva incuriosito e volevo provare il romanzo che hai citato tu, ma dopo aver trovato un nuovo romanzo al supermercato e avendone letto alcuni passi a casaccio, ho cambiato idea per il momento.
Di Pynchon, che è un bravo prosatore, mi sembra che abbia preso solo il nome e i riferimenti a fenomeni di controcultura che lo contraddistinguono.
Insomma, in definitiva credo ci siano cose molto migliori di Pincio, penso a Il cuore nero di Paris Trout di Pete Dexter(che ho comprato quel giorno), e di un nuovo romanzo di Elmore Leonard tradotto da Wu Ming(che stanno da tutte le parti come il prezzemolo....), credo siano migliori di molto, anche se Pincio mi pare abbia inserito nel suo romanzo alcuni elementi di tossicologia che mi interessano :)

Per inciso vi segnalo che, a mio avviso, il più famoso emulo di Pynchon è David Foster Wallace, che però non ne ha il talento pur cercando di riprenderne alcuni elementi stilistici come la verbosità, la complessità del periodare o l'erudizione di fondo(l'ultima raccolta di racconti a tratti la trovo insopportabile).
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tilly77
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Messaggio da tilly77 »

Tyrone ma non eri stato tu a consigliarmi Wallace e Infinite jest? :? :eh?:
Che fai, ritratti ora??? :P
Tyrone Slothrop
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Messaggio da Tyrone Slothrop »

No, aspetta, tutte queste cose te le ho sempre dette; Infinite Jest è un romanzo tutto sommato divertente, però mi sembra evidente il suo debito nei confronti di Pynchon, ed a libri come L'arcobaleno della gravità..

Il giudizio su Oblio; è facile giocare con il titolo del libro, dicendo che sarebbe auspicabile dimenticarsi della sua esistenza :D in effetti il compiacimento nei periodi involuti(c'è una frase lunga due pagine, manco fosse Proust, all'interno di un racconto ambientato in una ditta di marketing pubblicitario, nella quale sono stato costretto a fare più volte un a laboriosa analisi logica, non giustificata dal contenuto, ma fine a se stessa) e nel vocabolo astruso, mi è sembrato insopportabile ed esagerato.
Vuole far vedere che è bravo, vuole competere con Pynchon, ed in effetti è interessante e originale, peccato che l'elemento stilistico prenda troppo il sopravvento sopra tutto il resto, quindi tieni pronto un sachhetto di carta, non si sa mai.

La prosa di Pynchon è tutt'altra cosa, sicuramente più funzionale e matura; però le cose più estreme di Pynchon, come L'arcobaleno della gravità, almeno nel mio caso hanno richiesto l'aiuto della rete per dipanare la matassa di alcune pagine piuttosto ostiche(pensa all'Ulisse di Joyce e ne avrai un'idea), mentre Infinite Jest in confronto è molto più leggibile e meno complicato.
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