Concordo in parte con Francesco Sapone quando dice che le uscite a base di Divina Commedia "non lasciavano presagire nulla di buono".
http://www.centraldocinema.it/Recension ... a_neve.htm
Di fatto abbiamo assistito alla collaudata Divina Commedia in cui
Il Poeta Scende all'Inferno Guidato dal Suo Virgilio, Poi Si Fa Qualche Giorno di Purgatorio, Esce Su Istanza Dell'Avvocato e Raggiunge il Paradiso Dove Si Sdilinquisce Contemplando La Sua Beatrice. Umpf.
Benigni nel ruolo di "Alfiere del Cinema Nazionale" mi fa pensare a due cose:

intanto a quelle rime che fanno
"...un po' matti un po' poeti..." ma vogliono dire tuttaltra cosa...

e poi a
quegli altri Alfieri, ben più meritori...
A tal fine in particolare pensiamo a colà dove i Poeti scrivono di essere al soldo dell'imprenditore nipponico. Gli Illustri concludono adombrando il destino dello spettatore e di Benigni, in un perfetto e degno parallelismo tra la loro performance e quella del Maestro.
Sentìti, alàti, i versi degli Alfieri colà dove amor ispira lor sentimenti tersi in un altro parallelismo commovente in cui sembra quasi di intravvedere in controluce la silhouette di Madonna Braschi: "di lodare non mi stanco / il giorno che ti ho conosciuta " e vv. segg. (vedasi il testo linkato sopra).
Assolutamente ingiusto il giudizio di tano77. Siamo in presenza della Vera Poesia. Amen.
Concordo in pieno con la visione di Benigni della Tecnica Poetica:
"
Una parola, per esempio 'muro', non vi ispira più ? E voi non la usate più PER OTTO ANNI, così impara!"
Prof. Attilio
A proposito della relazione tra Benigni e la Braschi mi viene in mente questa altra citazione del film:
"
Era un uomo nobile. Mentre era in guerra sua moglie fu sfigurata dal vaiolo. Tornato a casa disse che aveva male agli occhi e smise di vedere. Dopo dodici anni la moglie morì e lui riaprì gli occhi. Non voleva farla soffrire. L'animo di ogni uomo è un abisso. Viene la vertigine ad affacciarsi." Fuad il Poeta
Ottimista
Nonostante sia discontinuo mi rimarranno a lungo impresse alcune scemenze tipo: [segue megaspoiler]
la motoretta sotto le due scimitarre
il posteriore del cammello che lo segue dopo averlo depistato
"prendo un cammello, solo un attimo, eh ?" alla catapecchia diroccata
il militare USA che sgrana gli occhi... "the Poet!"
il posto di blocco "Dante, Walt Whitman" coll'ammeregano che fa "Whitman ?" e si rilassa di colpo sorridendo
"potete arrotolare tutta la scenografia e portarvela, non mi interessa più"
la bimba che disegna sotto il portico
"E si è posato sulla mia spalla. Tra tanti milioni di persone aveva scelto me!"
La battuta un po' alla Palazzeschi: "Che quando gli batte il cuore a lui trova le parole che glielo fanno battere anche a tutti gli altri."
Chissà se da Roma sarebbe partito per l'Iraq un Palazzeschi altrettanto regredito... Palazzeschi e Benigni avrei visto volentieri insieme, sul cammello, piuttosto...
A tal pro vi rimanderei a
questo post sulle Metafore Circensi in Poesia che ricorda per Palazzeschi l'appellativo di Poeta Saltimbanco di Sguardomobile.
Qualcosa si è rotto lungo il percorso che potrebbe legare Benigni a Palazzeschi a Jacopone da Todi al Giullare di Dio Francesco e a Dante. Secondo voi cosa ?

"E non ci indurre in tentazione!" [e spaletta la mosca sul cuscino della malata]
E la Braschi mi piace più delle finte e perfette Laure e Beatrici. Più difetti ha più fresca mi pare. Se steccasse clamorosamente la preferirei, piuttosto che limitarsi all'inespressività. La vita è invenzione. Lo vedi quando percepisci quanto Benigni si sia
inventato una Braschi che non esiste.
