Progetto bolla

[tostoini]

A me queste idee semplici semplici ma geniali mi entusiasmano.
il progetto bolla italiano

[Kurosawa]

ehehehe.... non c'è limite alla fantasia!!!

[next05]

Piu’ balloon in giro = più spazi liberati
Più spazi = più condivisione dei pensieri e delle idee personali
Più condivisione = più reazione a quello che sta succedendo

Questi i principi del Manifesto.
Sicuramente affascinanti e geniali (sugli spazi "liberati" ci faccio la tesi), però mi sorge pure qualche dubbio.
Questi fenomeni che dovrebbero essere spontanei, "dal basso", in alcuni casi poi si trasformano (o nascono?) come delle azzeccate operazioni di marketing. Il confine è labile.
Non vorrei pensare male del Progetto Bolla però carine le magliette e il negozietto online

[tostoini]

I principi sono condivisibili, ma poi sul reale impatto della cosa, ho i miei dubbi..quello che penso é: certo non é un'iniziativa che cambierà il mondo, ma é sicuramente un modo di reagire in maniera intelligente e creativa al bombardamento di immagini da cui volenti o nolenti siamo circondati ogni giorno.
E poi si sa, ultimamente le idee più azzeccate del marketing vengono proprio da iniziative spontanee di questo tipo..

[Alliandre]

Hehehe non ha appena fatto una roba del genere Bertinotti coi suoi postit?
Ieri ad Albate su uno dei suoi manifesti sul postit con su 'vogliamo' c'era aggiunto sotto a pennarello '1.Che te ne vai 2. Che sparisci'
Giuro non sono stata io!!! Anche se ammetto che mi han fregato l'idea!
(Che ammetto che B è chic, con quella bella parlata blasé e le sue giacche e cravatte di marca, ma se fossi comunista non mi fiderei di uno così radical chic... ma sapete quanto costa quel che si mette? Altro che difendere gli operai...)

[Kurosawa]

Ecco il dibattito si anima:
l'idea è carina... ma non sono assolutamente d'accordo con i principi che la muovono.
A parte per quel che riguarda l'ultimo concetto:

Codice: Seleziona tutto

 più fantasia, più creatività, più divertimento nelle nostre città

[shandy]

Che idea meravigliosa...Testuggine, non si fanno queste cose di lunedì mattina. Ora sono costretta ad andare a stampare "bolle" su carta adesiva da incollare in giro per Liegi

[Kurosawa]

oh ragazzi.... mi raccomando occhio... perchè NON E' LEGALE!!!

[tostoini]

Infatti qui non invitiamo nessuno a praticarlo, segnaliamo soltanto la presenza di questo curioso fenomeno di costume.

[Kurosawa]

Test... oh mia Test... mia pataguida.... tu che sei dotta dimmi se sbaglio... ma sto progetto bolla non è patafisico però!

[next05]

é sicuramente un modo di reagire in maniera intelligente e creativa al bombardamento di immagini da cui volenti o nolenti siamo circondati ogni giorno.

E' curioso che per difendersi si entri a far parte del bombardamento
S'instaura una sorta di circolo vizioso (direi virtuoso in alcuni casi) :dalle immagini mi difendo creando ulteriori immagini.

[shandy]

Beh, interrogare queste immagini e interagire con esse è una forma di reazione...se non altro non lascia passivi

[next05]

A scanso di equivoci dico che il mio intervento non voleva essere una critica negativa verso questi fenomeni, semplicemente volevo sottolineare alcuni aspetti e "rischi" [vedi commercializzazione di simboli e icone, no-loghi che diventano loghi ]

[Alliandre]

Be' sì, certo che messo così ha un nonsoche di istituzionalizzato-marketingizzato che perde un po' della sua spontaneità originale...

OT/Deformazione professionale: in italiano mica si chiamano 'bolle' i 'balloon', si chiamano (e traducono) 'FUMETTI'

[Frine]

Interessante & divertente! mi ricorda l' iniziativa di un gruppo femminista inglese (cito un po' a caso, ne ho letto su "no logo" un secolo fa..) che scriveva "dammi da mangiare" accanto ai volti emaciati/imbronciati e ai corpi ossuti delle modelle sui manifesti di moda.

S'instaura una sorta di circolo vizioso (direi virtuoso in alcuni casi) :dalle immagini mi difendo creando ulteriori immagini.

sempre ripescando ricordi di "no logo" (oh, non è che ho letto solo quello, eh ): questo è un metodo di azione classico dell' interferenza culturale: mi riapproprio degli spazi che tu mi hai rubato, uso i tuoi mezzi per ribaltare il messaggio che tu vuoi far passare (più è grande il tuo manifesto, più risulterà evidente la mia interferenza).
A questo metodo è stato dato il nome di una qualche arte marziale (judo o jujitsu, e porca pupazza oggi la mia memoria fa davvero pietà) che per l' appunto sfrutta a proprio vantaggio la forza dell' avversario per atterrarlo

[next05]

A questo metodo è stato dato il nome di una qualche arte marziale (judo o jujitsu, e porca pupazza oggi la mia memoria fa davvero pietà) che per l' appunto sfrutta a proprio vantaggio la forza dell' avversario per atterrarlo

E' proprio il jujitsu: qualcuno ha definito il culture jamming come "jujitsu politico di massa"

[zazie]

OT ma non troppo: per chi non lo conoscesse segnalo il sito degli Adbusters e la favolosa gallery delle pubblicità contraffatte

[Kurosawa]

bene stiamo entrando nel vivo della discussione.

Come già detto l'idea è affascinante nella sua applicazione, e stimolante dal punto di vista creativa ma non pienamente apprezzabile.

1. leggo:

mi riapproprio degli spazi che tu mi hai rubato

e rifletto...
non condivido questo discorso. Chiunque metta cartelloni pubblicitari ha pagato per farlo (fatta eccezione per i politici di tutte le parti che inquanto ad abusivismo in tal senso sono davvero vergognosi).
Hanno pagato delle concessioni al Comune... per cui non ci vedo nessun furto. Insomma mi sembra un po' pesante come concetto. un po' "...ista"

2. mi preoccupa sempre un po' vedere come, semprepiù, in tanti credono di avere qualcosa da dire (ma pochi ce l'hanno -contenuto- e ancor meno sanno farlo -forma-) ma pochi voglia (e capacità) di ascoltare.

Forse alla fin fine si finisce per aggiungere rumore al rumore?

[shandy]

Chiunque metta cartelloni pubblicitari ha pagato per farlo (fatta eccezione per i politici di tutte le parti che inquanto ad abusivismo in tal senso sono davvero vergognosi).
Hanno pagato delle concessioni al Comune... per cui non ci vedo nessun furto. Insomma mi sembra un po' pesante come concetto. un po' "...ista"

Il problema è un po' diverso, secondo me.
Ogni giorno, fin dal nostro risveglio, siamo bombardati di messaggi pubblicitari. La radiosveglia, che manda messaggi pubblicitari espliciti, la quantità di "marche" e "loghi" che ci circondano e a cui non facciamo più caso. Tutto è pubblicità.
Poi usciamo per andare a scuola, al lavoro, a passeggio e la città è invasa di cartelloni pubblicitari. Hanno pagato delle concessioni, vero. Ma con che criterio si decide quanto e quale spazio della città deve essere dedicato alle pubblicità? La città è nostra, di noi che ci abitiamo. E che abbiamo diritto a non essere "aggrediti" ad ogni angolo di strada da cartelli e messaggi pubblicitari.
Perché di aggressione si tratta...ovunque ci si giri si è colpiti da messaggi che invitano a consumare, dicendoci come e cosa. E non sempre e non tutti siamo preparati a difenderci da questo bombardamento, ad affrontarlo con spirito critico e strumenti per una corretta lettura del messaggio.
Il fatto che si paghi per occupare questi spazi non toglie che si tratti di aggressione.

Linko un po' di cose interessanti sull'argomento. Tutto in francese, ahimé, ma pare che sulla materia sia la Francia (e il Belgio francofono come conseguenza) il paese più all'avanguardia...

Brigades AntiPub
Résistance à l'agression publicitaire
Casseurs de pub
R.A.P. belga

La rivista dei casseurs de pub, tra l'altro, è molto bella e interessante. Se a qualcuno interessa posso provare a procurarmene qualche copia e farne una specie di ring.

E se a qualcuno interessasse, degli amici miei avevano fatto qualche anno fa un documentario sulla manifestazione che organizzavo per il 25 aprile e all'interno di esso avevano inserito un bel cortometraggio sull'argomento dal titolo "E' una questione di spazio". Al limite ringo anche quello

[Kurosawa]

Ma con che criterio si decide quanto e quale spazio della città deve essere dedicato alle pubblicità?

ma allora il problema non è nei confronti delle agenzie che acquistano ma semmai dei comuni che vedono (male)...
mi ricordo tempo fa lo scandalo a Roma... non mi ricordo quale palazzo storico era in restauro e sulle impalcature c'erano ENOOOOOORMIIIII pubblicità (mi pare addirittura che gli inserzionisti pagassero parte dei costi di restauro)... dove è lo scandalo? Che i lavori non finivano mai perchè gli introiti per quelle ENOOOOOORMIIII pubblicità erano troppo ghiotti per rinunciarci.
E torno a dire che aggiungere rumore al rumore non è poi tanto una soluzione.
Nel caso delle donne che portavano l'attenzione sulle bellezze anoressiche, il messaggio era chiaro, il tema cui si voleva rivolgere l'attenzione era limpidamete espresso.
Con questo sistema invece non solo difficilmente si capisce quel che si vuole esprimere, ma si rischia di incorrere nell'effetto boomerang di aumentare la soglia di attenzione su quei cartelli pubblicitare che verranno "bollati". Cosa tra l'altro che durerà ben poco, poichè presto il cittadino si assuefarà (che schifo di termine! ma esiste?!)... sarà assuefatto?... avrà assuefazione... insomma ci si abitua!