Il valore del marchio e gli effetti della percezione
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Il male sta nel fatto che è qualcosa che ha lasciato una impronta, quando invece il cervello dovrebbe essere libero di criticare in ogni momento ed in ogni luogo, senza essere portato su una strada a senso unico.
Le scelte dovrebbero essere libere, libere dai condizionamenti più o meno forti di un marchio.
Il male sta anche nel fatto che il cervello si abitua perchè ha bisogno di risparmiare energia: è più facile ricordare un dato che rielaborare tutta una serie di schemi ogni qualvolta sia necessaria una scelta.
Le scelte dovrebbero essere libere, libere dai condizionamenti più o meno forti di un marchio.
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To an optimist the glass is half full.
To a pessimist the glass is half empty.
To a programmer the glass is twice as big as it needs to be.
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- Iorek Byrnison
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In generale credo tu abbia ragione, nella pratica mi sembra un po' eccessivo: se tu dovessi comprare un'automobile, pensi che il tuo ragionamento sia applicabile? (non è una critica, si chiaro...)
Mi vengono in mente le ditte dei "cumenda" milanesi degli anni sessanta: hanno creato un marchio (gli esemi sono centinaia) che era di per sè garanzia i qualità proprio perchè chi lo creava considerava il prodotto il bene supremo: la massima cura era dedicata al fatto che fosse il più possibile perfetto.
Se si devia da questo percorso virtuoso, allora sì che le cose non vanno, ma se il marchio rimane nei confini della garanzia di qualità... che male c'è?
La critica la posso applicare tutte le volte che acquisto un prodotto, senza considerare a priori il marchio un inganno.
Mi vengono in mente le ditte dei "cumenda" milanesi degli anni sessanta: hanno creato un marchio (gli esemi sono centinaia) che era di per sè garanzia i qualità proprio perchè chi lo creava considerava il prodotto il bene supremo: la massima cura era dedicata al fatto che fosse il più possibile perfetto.
Se si devia da questo percorso virtuoso, allora sì che le cose non vanno, ma se il marchio rimane nei confini della garanzia di qualità... che male c'è?
La critica la posso applicare tutte le volte che acquisto un prodotto, senza considerare a priori il marchio un inganno.
This 3d has been Ioreked. Have a nice day.
Nel forum ci sguazzo come un bisonte insaponato sui binari del metrò.
Per un punto Martin perse la cappa. Prima si chiamava Martink (IB)
Tom Cruise dice le bugie (DP)

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- alexyr
- Re del Mare
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- Località: milano-sanremo..provate a prendermi....
sono d'accordo con Iorek.
**utcumque de me vulgo mortales lucuuntur**
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http://perasperaadastra.iobloggo.com perchè non appestare il web,se puoi?
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Non sto dicendo che noi coscientemente non applichiamo una forma di critica nelle nostre scelte, volevo solo dire che tutti i messaggi "subliminali" (passatemi il termine improprio ma che rende il concetto) che stanno dentro ogni marchio (brand o pubblicità che sia, perchè si richiamano a vicenda), condizionano a tal punto il nostro lato inconscio (perchè è a quello che mirano, più radicato nell'essere umano) che la critica attiva ne subisce delle deviazioni.
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- alexyr
- Re del Mare
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i messaggi subliminali sono una cosa,
i marchi un'altra.
i primi sono costruiti per fare i "cavalli di troia" dentro o meglio dietro a qualcos'altro, i secondi sono "cartelli stradali" ben visibili e ben identificabili
i marchi un'altra.
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- el tano
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infatti, mentre con i messaggi subliminali l'effetto è "alla traditora".i messaggi subliminali sono una cosa,
i marchi un'altra
Con i marchi compri un valore, un'idea e non un prodotto. NOn importa se il prodotto serve o no, se è migliore di un altro o no, se ti piace o no. Il marchio ti da sicurezza, ti da un valore aggiunto residente solo nel tuo inconscio.
Ed è cio che ti rende felice di averlo comprato.

Ma è scomparsa l'ultima mia risposta!!!
Certo che marchi e messaggi subliminali sono diversi, ma lo scopo finale è lo stesso, cioè lasciare una impronta nel nostro lato non cosciente, proprio per aggirare il senso critico ed ingannarlo.
E' come aggirare un firewall per entrare in un sistema...



Certo che marchi e messaggi subliminali sono diversi, ma lo scopo finale è lo stesso, cioè lasciare una impronta nel nostro lato non cosciente, proprio per aggirare il senso critico ed ingannarlo.
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- alexyr
- Re del Mare
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Ecco,è proprio questo su cui ti sbagli:
il marchio non inganna,
questa è una tua radicata convinzione a quanto pare.MA in sintesi, il marchio è foriero di una serie di valori a cui un'azienda si rifà (se non ti piace la parola valori associata a un'azienda sostituisci "ragioni" o "caratteristiche".) Nessuno ti inganna
oppure, dovremmo credere che i prodotti equosolidali sfruttano i bambini, Bodyshop testa ogni crema sui cuccioli di Yak ,e la coop in realtà importa tutto dalla CIna.
il marchio non inganna,
questa è una tua radicata convinzione a quanto pare.MA in sintesi, il marchio è foriero di una serie di valori a cui un'azienda si rifà (se non ti piace la parola valori associata a un'azienda sostituisci "ragioni" o "caratteristiche".) Nessuno ti inganna
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- el tano
- Olandese Volante
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Susa ma parla pettèproprio per aggirare il senso critico ed ingannarlo.


Io ho senso critico sul 90% del mondo che mi si presenta davanti.
Il 10% restante lo perdo per colpa del rincoglionimento delle 5 birrette in piu (quelle che non dovevo bere).

era subliminale?Ma è scomparsa l'ultima mia risposta!!!

Mi son spiegato male.
Non voglio dire che il marchio inganna, voglio semplicemente dire che il marchio tende a restare impresso nel cervello. E' quello il suo scopo intrinseco.
Può essere il marchio dellAvis, il marchio del WWF, la Croce per chi crede in Dio, può essere qualsiasi simbolo, immagine o quant'altro, può essere foriero di qualsiasi tipo di valore o messaggio.
Il marchio serve per lasciare una impronta indelebile.
Ognuno di noi può scegliere di cambiare prodotto o marchio a cui affidarsi, ma l'immagine resta. Non ditemi che non avete mai pronunciato la frase "...prima compravo quello, poi ho scoperto questo...": l'immagine del vecchio prodotto o marchio resterà sempre nel cervello.
Non voglio dire che il marchio inganna, voglio semplicemente dire che il marchio tende a restare impresso nel cervello. E' quello il suo scopo intrinseco.
Può essere il marchio dellAvis, il marchio del WWF, la Croce per chi crede in Dio, può essere qualsiasi simbolo, immagine o quant'altro, può essere foriero di qualsiasi tipo di valore o messaggio.
Il marchio serve per lasciare una impronta indelebile.
Ognuno di noi può scegliere di cambiare prodotto o marchio a cui affidarsi, ma l'immagine resta. Non ditemi che non avete mai pronunciato la frase "...prima compravo quello, poi ho scoperto questo...": l'immagine del vecchio prodotto o marchio resterà sempre nel cervello.
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- alexyr
- Re del Mare
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- Iscritto il: sab set 27, 2003 7:53 pm
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e restare impresso nel cervello, non vuol dire "messaggio subliminale"
stiamo ben attenti al significato dei termini.
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La Santa Croce è un simbolo, come lo è un marchio.
Il marchio McDonald è un simbolo che ti ricorda il prodotto che c'è dietro.
La Santa Croce è un simbolo che ti ricorda la cosa a cui tu credi, e ce l'hai impressa nell'inconscio, così come il marchio McDonald ti fa venire in mente l'odore delle patatine fritte.
Mi spiace per l'accostamento barbaro e chiedo scusa a tutti quelli che come me credono in Dio, ma è un forma molto esplicita di significatività del simbolo, o marchio
Possiamo dimenticare questo paragone e ritornare indietro di un passetto?
Grazie
Il marchio McDonald è un simbolo che ti ricorda il prodotto che c'è dietro.
La Santa Croce è un simbolo che ti ricorda la cosa a cui tu credi, e ce l'hai impressa nell'inconscio, così come il marchio McDonald ti fa venire in mente l'odore delle patatine fritte.
Mi spiace per l'accostamento barbaro e chiedo scusa a tutti quelli che come me credono in Dio, ma è un forma molto esplicita di significatività del simbolo, o marchio

Possiamo dimenticare questo paragone e ritornare indietro di un passetto?
Grazie

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- liberliber
- amministratrice ziaRottenmeier
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- Iscritto il: mar ott 22, 2002 11:02 am
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- Contatta:
un libro stupendo che tra i vari temi tocca quello della Croce come simbolo che nei secoli è arrivato a trascendere il significato strettamente legato alla religione cattolica, consiglio caldamente (anzi lo consiglio a prescindere) 'Il mio nome è Asher Lev' di Chaim Potok: recensione sul forum.
lo so che c'entra fino a un certo punto quindi chiudo l'OT e rimando al 3d linkato sopra per i commenti
lo so che c'entra fino a un certo punto quindi chiudo l'OT e rimando al 3d linkato sopra per i commenti

Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
Amo le persone. E' la gente che non sopporto (Schulz)
Ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto (Wilde)
I dream popcorn (M/a)
VERA DONNA (ABSL)
Petulante tecnofila (EM)
NON SPEDITEMI NULLA SENZA AVVISARE!
Meglio mail che mp. Grazie.
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- el tano
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- Contatta:
Dietro il simbolo della Santa Croce non c'è un prodotto. Sulla croce c'è Cristo morto per noi cristiani.Il marchio McDonald è un simbolo che ti ricorda il prodotto che c'è dietro.
E tu che sei cristiano lo dovresti sapere, sennò chiamiamo Suor Giacinta e chiediamo il tuo bannamento dal forum, 200 frustate e ti obblighiamo a guardare Carabinieri 1, 2, 3, 4 e 5 legato ad una sedia e senza tagli pubblicitari.

e restare impresso nel cervello, non vuol dire "messaggio subliminale"

è solo una condizione conscia.
Allora non mi sono spiegato proprio.
OBIETTIVO: lasciare una impronta nel cervello.
MEZZO: messaggio subliminale. Il messagggio subliminale tu non lo vedi nemmeno, ma il tuo cervello lo registra, sempre attracverso gli occhi, e aggirando lo stato critico attivo arriva al subconscio e ci rimane.
MEZZO: marchio o simbolo. Il marchio di parla direttamente di una soddisfazione reale di tuoi bisogni reali. Il prodotto tu lo provi. Il prodotto tu lo giudichi. Il prodotto lo ricompri o meno. Ma il marchio ti è entrato in fondo nel cervello dove voleva arrivare.
P.S.: io dico che non mi sono spiegato, ma possibile non abbia capito alcune cose... non sono infallibile... faccio riferimento ai miei studi passati
OBIETTIVO: lasciare una impronta nel cervello.
MEZZO: messaggio subliminale. Il messagggio subliminale tu non lo vedi nemmeno, ma il tuo cervello lo registra, sempre attracverso gli occhi, e aggirando lo stato critico attivo arriva al subconscio e ci rimane.
MEZZO: marchio o simbolo. Il marchio di parla direttamente di una soddisfazione reale di tuoi bisogni reali. Il prodotto tu lo provi. Il prodotto tu lo giudichi. Il prodotto lo ricompri o meno. Ma il marchio ti è entrato in fondo nel cervello dove voleva arrivare.
P.S.: io dico che non mi sono spiegato, ma possibile non abbia capito alcune cose... non sono infallibile... faccio riferimento ai miei studi passati
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- alexyr
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Il messaggio subliminale non è un mezzo che viene usato sempre.
Anzi,viene usato molto meno di quello che si pensa. A meno che tu non stia un po' confondendo pubblicità e messaggi subliminali.
Il marchio non genera ricordo.
Quello lo fa la pubblicità.
Il marchio SINTETIZZA il contenuto (come aspettative etc per aspetti intangibili) di una linea di prodotti (non si può dire di un'azienda perchè spesso le aziende commercializzano più prodotti: Armani Jeans dice una cosa e Armani Privé un'altra).
Attraverso la pubblicità (in tutte le sue forme più o meno destrutturate) io ti faccio ricordare il MArchio.
Anzi,viene usato molto meno di quello che si pensa. A meno che tu non stia un po' confondendo pubblicità e messaggi subliminali.
Il marchio non genera ricordo.
Quello lo fa la pubblicità.
Il marchio SINTETIZZA il contenuto (come aspettative etc per aspetti intangibili) di una linea di prodotti (non si può dire di un'azienda perchè spesso le aziende commercializzano più prodotti: Armani Jeans dice una cosa e Armani Privé un'altra).
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- Misunderstood
- Pirata
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- Iscritto il: mer nov 09, 2005 11:20 am
- Località: Roma - Grado - Trieste
Credo si debba ricorrere alla storia per dare un significato alla parola ‘marchio’ o meglio al suo utilizzo. Fin dai tempi antichi esisteva il marchio, sotto forma di gonfalone, di stemma o di moneta, con cui si voleva ‘imprimere’ il senso di possesso di un territorio, di un oggetto o persino di un animale. Oggi per marchio, intendiamo l’opposto. E cioè quello che non hai e che dovresti comprare. Qualcosa insomma che renda compulsivo (o forse impulsivo) il gesto di estrarre il portafogli. Conosco 20enni che non uscirebbero di casa senza la loro cintura con le G contrapposte di Gucci, o senza le loro scarpette bianche con le tre striscioline dell’Adidas. In molti casi non conta nemmeno se quelle G sono originali o meno, anzi, spesse volte è importante averle anche se la cintura che hai alla vita l’hai comprata dal gentilissimo Marocchino del quartiere pagandola 4 euri. In sostanza, il valore del marchio sta superando il valore dell’oggetto che rappresenta. Possiamo dedurre da ciò che il superamento della variabile ‘valore economico’ pone il marchio in una dimensione non più materiale ma psicotica. Non sei un figo perché hai una buona cintura ma perché SEI quello del gruppo G. Non perché hai qualcosa che durerà nel tempo ma perché SEI parte di una comunità specifica ed identificabile. Insomma, ESISTI. Ecco perché il marchio non si limita più a proporre un prodotto, ma spesso propone se stesso come fine e non come mezzo, o veicolo induttivo, per arrivare a quel prodotto.
P.s.:E comunque gli anticalcare economici, Signora mia, non li raccomanda nessuno!
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Non tutti i mali vengono per nuocere: alcuni vengono con la precisa intenzione di ammazzarci.
- alexyr
- Re del Mare
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laura,in niente, perchè quello che dici è giusto,iMHO.
noi scegliamo un marchio per quello che rappresenta. E visto che in effetti ormai possiamo scegliere tra infinite opzioni (sia perchè ci sono sia perchè spesso possiamo permettercelo) , E' essenziale quindi che il marchio incameri i nostri bisogni e le nostre aspettative meglio delle altre.
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