Mentre salivo il vialetto (controllatissimo, è gratis ma non entri se
non hai il biglietto) che porta alla basilica di Massenzio...ho sentito che arrivava una macchina...una berlina grigia...due più due fa quattro...mi sono detta: sarà uno di loro...
C’era dentro Kureishi. L’ho visto e l’ho riconosciuto subito. Ekkediamine!!! Un uomo di cui leggo i libri da quasi vent’anni voglio sapere che faccia abbia...
Scopro che la maggioranza della gente non condivide questa mia esigenza...
Scende pochi metri davanti a me... e nessuno lo riconosce.
(Ma proprio nessuno, neanche quelli dell’organizzazione...) comincia a camminare tranquillo nella assoluta indifferenza della folla, ed io proprio vicino a lui...e francamente mi sembra un fatto surreale...lo guardo bene perché voglio imprimermi in mente ogni minimo particolare...
(voglio ricordarmi questo momento negli anni a venire quando terrò in mano un suo libro, e infatti mi ricorderò il suo viso e la sua voce...)
Proprio mentre mi sta venendo un impulso irrefrenabile a toccarlo per vedere se è vero...finalmente viene accolto dall’organizzazione!
La serata è cominciata con Ignacio Paco Taibo II (per nulla simile alla foto che ci propinano di lui...) Non è più il bell’uomo messicano bruno che appare nelle foto editoriali, (è molto meglio di così...) è un piccoletto tracagnotto con la pancia...i baffi...fuma in continuazione ed è assolutamente irresistibile...ha il fascino della sostanza oltre la forma...parla nel suo spagnolo messicano e tutti sembrano capirlo, anche se parla molto velocemente...parla di passione...
Gli fanno notare che corre molto di più del traduttore simultaneo le cui frasi appaiono sullo schermo...
“Scusate...” dice lui “Cuando me caliento me caliento...” e tutti ci sentiamo oggetto del suo accalorarsi e ne siamo lusingati...lui ci tiene a trasmetterci le sue idee, a spiegarsi...
Non lo conoscevo. Ahimé non ho letto nessuno dei suoi più di cinquanta libri...
Ha fatto un discorso di passione per la giustizia sociale...sulla mancanza di eroismo e di eroi...veramente un bel discorso...a costo di sembrare demagogico...ha detto di credere in certe cose e di essere lì per parlarne...
Ha detto “anche se questo sembra un salotto buono...anche se molti di quelli che sono qui ci sono per un motivo mondano...io non parlo per loro...io parlo per gli altri qui in mezzo... per coloro che pensano che la letteratura sia l'unico mezzo che ci rimane per parlare alle coscienze...
Esuberante e tenero...nel tenerci a dire che la sua Montblanc era falsa...e nel dire alla fine: “Ho promesso al libraio qui, che firmerò i libri... ma, come che soy democratico...Jo firmo tutto... magliette... programmi...biglietti...

Dopo questo ciclone che ha scaldato e commosso i cuori...quando è arrivato Kureishi...timido ed evidentemente a disagio nel leggere davanti a tanta gente...ho temuto che non lo avrebbero apprezzato...poi, mentre parlava, mentre fluiva il senso di quello che diceva...purtroppo in inglese...si è creato un silenzio di gente che pendeva dalle sue labbra...vuoi che capissero, vuoi che leggessero dal traduttore simultaneo...
Si è materializzato il concetto “le sue parole parlavano per lui”...
Ha letto un pezzo di “Il corpo”, traduzione di Ivan Cotroneo. (Cotroneo lo incontro al supermercato, da anni...stavolta glielo dico...come magicamente ha tradotto Kureishi...)
E’ stata una grande emozione...cosa direi a Kureishi se lo incontrassi adesso...a fine serata, invece che all’inizio? Gli direi “io penso di capire quello che lei dice”...