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- zazie
- Olandese Volante
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Lettera per Zoe
Lettera per Zoe
Cara Zoe
Hai già capito come vanno le cose da queste parti, e hai deciso di restare ancora un po’nella pancia. Nessuno ti ha detto che sei fortunata, che nascerai in un paese in cui pane e centri commerciali non mancano mai, quasi per tutti?
Forse ti stai domandando che cosa hai fatto per meritare tutto ciò, e quale prezzo dovrai pagare. Tranquilla, nessuno verrà a chiederti il conto. Qui nessuno si stupisce, lo chiamano destino, oppure una fortuna a cui tenersi aggrappati. Forse quando sarai grande la penserai diversamente, e ti verrà voglia di capire perché le opportunità non siano ugualmente distribuite ai due lati dell’equatore.
Per adesso non occorre, ma devi avere un coraggio più grande. Quello di credere sulla parola a me, con cui condividi solo un pezzetto di dna, quando ti dico che nonostante tutto vale la pena di venire a vedere com’è fatto il mondo.
Ti svelerò un segreto che molti non sanno, o hanno dimenticato. La vita ti sorprende, continuamente. Quando pensi di avere capito tutto, ti stupisce con una svolta così improvvisa da farti quasi perdere il controllo. E ogni tanto succede anche questo, purtroppo. Non è detto che tu abbia la forza di uscire dal fosso, o che una mano gentile ti risollevi. Magari decidi di prendere una strada dritta, veloce e sicura. Ma se ignori le deviazioni e le svolte, non avrai maggiori garanzie di essere felice, avrai solo la certezza che nulla cambierà.
Ogni tanto va bene anche fermarsi, anzi rallenta quando ne senti l’esigenza. Nonostante quello che ti diranno, non è una gara. Impara a guardare il paesaggio, prenditi il tuo tempo. Se tiri dritto potresti perderti qualcosa. La possibilità di essere stupita, appunto. Quella collina che non avresti potuto indovinare, il gioco di nuvole e sole sullo specchio di una risaia.
Non lasciare, per pigrizia, che qualcuno disegni la strada per te, ma ascolta chi ha già battuto il tuo stesso percorso e impara a riconoscere gli ostacoli da lontano.
Alcuni segnali sono solo suggerimenti fatti per essere ignorati.
Viaggia leggera, ti serviranno meno cose di quelle che avrai.
Viaggia in compagnia del rumore dei tuoi passi. Ascoltalo, parla di te.
Distingui i passaggi buoni da quelli cattivi. Il tuo istinto li riconosce dagli odori nell’aria, seguilo. Concedi sempre una seconda opportunità, a te stessa e ai tuoi compagni di viaggio.
Infine, cara Zoe, prendi tutte queste parole, separa le lettere, mischiale in un sacchetto e poi usale per creare nuove parole. Questa è l’unica regola del gioco.
Cara Zoe
Hai già capito come vanno le cose da queste parti, e hai deciso di restare ancora un po’nella pancia. Nessuno ti ha detto che sei fortunata, che nascerai in un paese in cui pane e centri commerciali non mancano mai, quasi per tutti?
Forse ti stai domandando che cosa hai fatto per meritare tutto ciò, e quale prezzo dovrai pagare. Tranquilla, nessuno verrà a chiederti il conto. Qui nessuno si stupisce, lo chiamano destino, oppure una fortuna a cui tenersi aggrappati. Forse quando sarai grande la penserai diversamente, e ti verrà voglia di capire perché le opportunità non siano ugualmente distribuite ai due lati dell’equatore.
Per adesso non occorre, ma devi avere un coraggio più grande. Quello di credere sulla parola a me, con cui condividi solo un pezzetto di dna, quando ti dico che nonostante tutto vale la pena di venire a vedere com’è fatto il mondo.
Ti svelerò un segreto che molti non sanno, o hanno dimenticato. La vita ti sorprende, continuamente. Quando pensi di avere capito tutto, ti stupisce con una svolta così improvvisa da farti quasi perdere il controllo. E ogni tanto succede anche questo, purtroppo. Non è detto che tu abbia la forza di uscire dal fosso, o che una mano gentile ti risollevi. Magari decidi di prendere una strada dritta, veloce e sicura. Ma se ignori le deviazioni e le svolte, non avrai maggiori garanzie di essere felice, avrai solo la certezza che nulla cambierà.
Ogni tanto va bene anche fermarsi, anzi rallenta quando ne senti l’esigenza. Nonostante quello che ti diranno, non è una gara. Impara a guardare il paesaggio, prenditi il tuo tempo. Se tiri dritto potresti perderti qualcosa. La possibilità di essere stupita, appunto. Quella collina che non avresti potuto indovinare, il gioco di nuvole e sole sullo specchio di una risaia.
Non lasciare, per pigrizia, che qualcuno disegni la strada per te, ma ascolta chi ha già battuto il tuo stesso percorso e impara a riconoscere gli ostacoli da lontano.
Alcuni segnali sono solo suggerimenti fatti per essere ignorati.
Viaggia leggera, ti serviranno meno cose di quelle che avrai.
Viaggia in compagnia del rumore dei tuoi passi. Ascoltalo, parla di te.
Distingui i passaggi buoni da quelli cattivi. Il tuo istinto li riconosce dagli odori nell’aria, seguilo. Concedi sempre una seconda opportunità, a te stessa e ai tuoi compagni di viaggio.
Infine, cara Zoe, prendi tutte queste parole, separa le lettere, mischiale in un sacchetto e poi usale per creare nuove parole. Questa è l’unica regola del gioco.
- alfiere
- Corsaro Nero
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- Iscritto il: mar dic 24, 2002 2:23 pm
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Voce e Giorgio, siete due "bischeri dentro!".
La smettete di farmi soffrire?
p.s.. se ci provate, vengo a Roma e vi ......!
grazie, siete forti.

La smettete di farmi soffrire?
p.s.. se ci provate, vengo a Roma e vi ......!
grazie, siete forti.
no comment! solo: "continua per favore..."una Still in versione poetica ha scritto:...e da li seduta mi resi conto delle nuvole ...
erano belle le nuvole ...
erano grandi,
grandissime ma come potevo sapere quanto?? pensai.. difficile e poi ... perchè questo tipo di domande? .. rilassati !

Se non avessi lei, non so che cosa mi resterebbe. Anzi, si che lo so. E non mi servirebbe neanche una cassa per mettercelo dentro.
- vocenarrante
- Corsaro Rosso
- Messaggi: 560
- Iscritto il: lun nov 04, 2002 12:46 am
Cara Zoe,
non so sei già qui con noi o se stai facendo ancora compagnia al cucciolo di Churra e Ben...
sappi comunque che ti aspetta una zia piena di poesia, che ti farà sognare, volare con la fantasia e ti terrà a terra quel tanto da non farti fare troppo male...
forse uno dei regali migliori ch e ti poteva arrivare già ce l'hai e neanche lo sai
Brava Zazie
VocePapàAttento
non so sei già qui con noi o se stai facendo ancora compagnia al cucciolo di Churra e Ben...
sappi comunque che ti aspetta una zia piena di poesia, che ti farà sognare, volare con la fantasia e ti terrà a terra quel tanto da non farti fare troppo male...
forse uno dei regali migliori ch e ti poteva arrivare già ce l'hai e neanche lo sai

Brava Zazie

VocePapàAttento
- Xenia
- Olandese Volante
- Messaggi: 3796
- Iscritto il: mar ott 22, 2002 10:57 am
- Località: Sotto la Madonnina...
- Contatta:
per Zoe
Cara Zoe,
tu ti domanderai forse come mai siamo qui, così numerosi, intorno a te... devi sapere che la tua zia ci ha parlato molto di te, e molto di più ancora ci dirà quando avrai visto la luce, e potrai addormentarti fra le sue braccia. Sei già avvolta dall'affetto e questo è un regalo immenso che la vita ha deciso di farti, in anteprima, e che - un giorno capirai - non è affatto scontato. La tua zia ti ha dedicato parole molto belle, e dolci, e maledettamente vere; a me piacerebbe essere in grado di trovarne altre, altrettanto significative sulla Vita, ma non ne sono capace. Qualcuno, prima di me, un poeta che si chiamava Pablo Neruda, invece ci è riuscito...
ti aspettiamo piccola
buona vita
zia Xenia (la settima nipotina mi mancava!)
**********************************************
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia e cambia colore dei vestiti,chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
(Pablo Neruda)
tu ti domanderai forse come mai siamo qui, così numerosi, intorno a te... devi sapere che la tua zia ci ha parlato molto di te, e molto di più ancora ci dirà quando avrai visto la luce, e potrai addormentarti fra le sue braccia. Sei già avvolta dall'affetto e questo è un regalo immenso che la vita ha deciso di farti, in anteprima, e che - un giorno capirai - non è affatto scontato. La tua zia ti ha dedicato parole molto belle, e dolci, e maledettamente vere; a me piacerebbe essere in grado di trovarne altre, altrettanto significative sulla Vita, ma non ne sono capace. Qualcuno, prima di me, un poeta che si chiamava Pablo Neruda, invece ci è riuscito...
ti aspettiamo piccola

buona vita
zia Xenia (la settima nipotina mi mancava!)

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia e cambia colore dei vestiti,chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
(Pablo Neruda)
Accadono cose che sono come domande; passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde.
Membro del Vero Toro Club
Book-Wishlist - My Anobii Shelf
Quando penso a tutti i libri che mi restano da leggere, ho la certezza di essere ancora felice. (Jules Renard)
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Quando penso a tutti i libri che mi restano da leggere, ho la certezza di essere ancora felice. (Jules Renard)
sole...alto...è ora...
ridiscendo...ridiscendo...ridiscendo
e quasi quasi m'immergo in quel fresco mare
diamogli tregua...che 'sto caldo è causa mia...
«Sera...dai Sera ch'è il tuo turno...
di' a Notte e Brezza di fare un bel lavoro:
che facciano nascere Fresco e facciamo contenti gli uomini»
E pure oggi è passata...vestiamoci del miglior abito
cangiante: dal giallo scuro al vermiglio più vivo!
«Mare arrivo!...Ciao Sera già ti vedo...come stai bene»
A domani amici...vado a riposare
E gli uomini dalla terra viderero il più bel
tramonto mai visto!
ridiscendo...ridiscendo...ridiscendo
e quasi quasi m'immergo in quel fresco mare
diamogli tregua...che 'sto caldo è causa mia...
«Sera...dai Sera ch'è il tuo turno...
di' a Notte e Brezza di fare un bel lavoro:
che facciano nascere Fresco e facciamo contenti gli uomini»
E pure oggi è passata...vestiamoci del miglior abito
cangiante: dal giallo scuro al vermiglio più vivo!
«Mare arrivo!...Ciao Sera già ti vedo...come stai bene»
A domani amici...vado a riposare
E gli uomini dalla terra viderero il più bel
tramonto mai visto!
"ogni pazzia è suprema saggezza per un occhio che sa vedere...molta saggezza, la più pura follia!"e.dickinson (1865)
cu@8
cu@8
“Per qualunque cosa c'e' un tempo,
ed un momento per qualunque faccenda sotto il cielo
Un momento
e un momento
per nascere, per morire
per piantare, per sradicare
e un momento,”
Lo so, l’uso eccessivo inflaziona. Le parole si consumano fino a diventare lise. Soprattutto quelle molto, molto antiche.
“e un momento
...
per demolire, per costruire,
per piangere, per ridere,
per gemere, per danzare,”
Danzi come sempre, guardi intorno altri che hanno cominciato a danzare e sorridi, ben contento – forse anche qualche nota della tua musica e’ andata a buon fine. Ma senti che hai voglia di sederti, un po’ appartato. Non lo decidi, semplicemente lo fai.
“e un momento
...
per abbracciare, per astenersi dal farlo,
per cercare, per perdere,
per tenere e per buttare via
e un momento,”
cercare, tenere sono cose connaturate. Perdere, scegliere di perdere, lo e’ molto meno. Eppure il tempo arriva. Credo che nessuno meglio di un bookcrosser possa capirlo.
“e un momento
...
per stare in silenzio, per parlare.
E un momento.”
(citazioni da Qoelet 3, 1-8 )
ed un momento per qualunque faccenda sotto il cielo
Un momento
e un momento
per nascere, per morire
per piantare, per sradicare
e un momento,”
Lo so, l’uso eccessivo inflaziona. Le parole si consumano fino a diventare lise. Soprattutto quelle molto, molto antiche.
“e un momento
...
per demolire, per costruire,
per piangere, per ridere,
per gemere, per danzare,”
Danzi come sempre, guardi intorno altri che hanno cominciato a danzare e sorridi, ben contento – forse anche qualche nota della tua musica e’ andata a buon fine. Ma senti che hai voglia di sederti, un po’ appartato. Non lo decidi, semplicemente lo fai.
“e un momento
...
per abbracciare, per astenersi dal farlo,
per cercare, per perdere,
per tenere e per buttare via
e un momento,”
cercare, tenere sono cose connaturate. Perdere, scegliere di perdere, lo e’ molto meno. Eppure il tempo arriva. Credo che nessuno meglio di un bookcrosser possa capirlo.
“e un momento
...
per stare in silenzio, per parlare.
E un momento.”
(citazioni da Qoelet 3, 1-8 )
Ultima modifica di -gioRgio- il gio giu 12, 2003 2:43 pm, modificato 2 volte in totale.
-gioRgio-
"Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico." (proverbio cinese)
"ma non e' detto che tu sarai in condizioni migliori" (gRg)
"Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico." (proverbio cinese)
"ma non e' detto che tu sarai in condizioni migliori" (gRg)
- Xenia
- Olandese Volante
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Accadono cose che sono come domande; passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde.
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- zazie
- Olandese Volante
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FAVOLETTA
FAVOLETTA MORALE- Inventata un po' di tempo fa e rammemorata per l'occasione-
C'era una volta un bambino che viveva sul limitare del bosco, in una bella casetta. I suoi genitori gli
volevano molto bene e non gli facevano mai mancare giochi e distrazioni. Solo su una cosa erano
davvero irremovibili: non poteva andare da solo nel bosco!
Il bambino d'altronde, non ne aveva nessun motivo, perché tutto ciò che poteva volere era lì, accanto
a lui.
Man mano che cresceva, però, le pareti della casetta sembravano diventare sempre più piccine, e così
il bambino incominciò ad avventurarsi nei pressi del bosco.
Ogni giorno che passava faceva un pezzetto di strada in più, lontano dalla casa e verso il bosco.
Certo all'inizio aveva un po' di paura, il bosco era scuro e gli alberi così alti, ma ogni volta che ci
andava, il bambino incontrava un nuovo animale che gli faceva compagnia e in breve tempo imparò a
riconoscere le orme e i richiami di ognuno.
Adesso nel bosco si sentiva proprio un re.
Un bel giorno, proprio oltre il laghetto, si imbattè però in un animale davvero strano.
Era un cincinbum con le ali!
Il cincinbum con le ali, appena vide il bambino, esclamò tutto contento:
-Ciao, giochiamo?
Il bambino iniziò subito (un po' villanamente, bisogna dirlo) a interrogare la bestiola:
-Chi sei tu?
- Sono un cincinbum con le ali!
Ma subito il bambino chiese:
-Sei un cane?
-No, disse l'animale, non credo di essere un cane
-Allora sei una volpe?
-Non saprei-rispose il cincinbum con le ali- penso proprio di no
-Mhmmm...sei un lupo?
-Mi dispiace, ma non credo di essere un lupo.
Il bambino cominciava a seccarsi. Lui conosceva tutti gli animali del bosco e questo tipetto cocciuto si
prendeva gioco di lui!
Così volse le spalle e se ne andò.
Il giorno dopo però decise di ritornare proprio nello stesso posto.
E chi ci trovò?
Il cincinbum con le ali!
Prima ancora di salutarlo, il bambino riprese ad interrogarlo con impazienza:
-sei un cerbiatto!
-No, non credo
-Sei un'aquila
-non mi sembra
-Allora sei un luccio!
-temo proprio di no- ammise il cincinbum con le ali.
Il bambino questa volta perse proprio la pazienza. era così arrabbiato che se ne corse via e giurò che
non sarebbe mai più tornato a perder tempo dietro quell'animale così testardo.
Il cincinbum con le ali ci rimase molto male quando non vide più tornare il bambino.
I giorni passavano, ma il bambino nella sua casetta non era più soddisfatto. Infine decise di tornare
in quel famosos punto nel bosco, proprio oltra il laghetto.
Quando arrivò però...non trovò nessuno.
il bambino sentì una gran tristezza e quasi quasi stava per piangere, quando a un tratto...chi si trovò
davanti?
Il cincinbum con le ali!
Il bambino ingoiò le lacrime e con una vocina che si sentiva appena disse:
- adesso mi dici chi sei?
E l'animale rispose
- si, è semplice, sono un cincinbum con le ali!
La fine della storia non me la ricordo, o forse preferisco lasciarla così.
Ciascuno scelga se preferisce essere bambino o cincinbum con le ali...e decida la sua...
C'era una volta un bambino che viveva sul limitare del bosco, in una bella casetta. I suoi genitori gli
volevano molto bene e non gli facevano mai mancare giochi e distrazioni. Solo su una cosa erano
davvero irremovibili: non poteva andare da solo nel bosco!
Il bambino d'altronde, non ne aveva nessun motivo, perché tutto ciò che poteva volere era lì, accanto
a lui.
Man mano che cresceva, però, le pareti della casetta sembravano diventare sempre più piccine, e così
il bambino incominciò ad avventurarsi nei pressi del bosco.
Ogni giorno che passava faceva un pezzetto di strada in più, lontano dalla casa e verso il bosco.
Certo all'inizio aveva un po' di paura, il bosco era scuro e gli alberi così alti, ma ogni volta che ci
andava, il bambino incontrava un nuovo animale che gli faceva compagnia e in breve tempo imparò a
riconoscere le orme e i richiami di ognuno.
Adesso nel bosco si sentiva proprio un re.
Un bel giorno, proprio oltre il laghetto, si imbattè però in un animale davvero strano.
Era un cincinbum con le ali!
Il cincinbum con le ali, appena vide il bambino, esclamò tutto contento:
-Ciao, giochiamo?
Il bambino iniziò subito (un po' villanamente, bisogna dirlo) a interrogare la bestiola:
-Chi sei tu?
- Sono un cincinbum con le ali!
Ma subito il bambino chiese:
-Sei un cane?
-No, disse l'animale, non credo di essere un cane
-Allora sei una volpe?
-Non saprei-rispose il cincinbum con le ali- penso proprio di no
-Mhmmm...sei un lupo?
-Mi dispiace, ma non credo di essere un lupo.
Il bambino cominciava a seccarsi. Lui conosceva tutti gli animali del bosco e questo tipetto cocciuto si
prendeva gioco di lui!
Così volse le spalle e se ne andò.
Il giorno dopo però decise di ritornare proprio nello stesso posto.
E chi ci trovò?
Il cincinbum con le ali!
Prima ancora di salutarlo, il bambino riprese ad interrogarlo con impazienza:
-sei un cerbiatto!
-No, non credo
-Sei un'aquila
-non mi sembra
-Allora sei un luccio!
-temo proprio di no- ammise il cincinbum con le ali.
Il bambino questa volta perse proprio la pazienza. era così arrabbiato che se ne corse via e giurò che
non sarebbe mai più tornato a perder tempo dietro quell'animale così testardo.
Il cincinbum con le ali ci rimase molto male quando non vide più tornare il bambino.
I giorni passavano, ma il bambino nella sua casetta non era più soddisfatto. Infine decise di tornare
in quel famosos punto nel bosco, proprio oltra il laghetto.
Quando arrivò però...non trovò nessuno.
il bambino sentì una gran tristezza e quasi quasi stava per piangere, quando a un tratto...chi si trovò
davanti?
Il cincinbum con le ali!
Il bambino ingoiò le lacrime e con una vocina che si sentiva appena disse:
- adesso mi dici chi sei?
E l'animale rispose
- si, è semplice, sono un cincinbum con le ali!
La fine della storia non me la ricordo, o forse preferisco lasciarla così.
Ciascuno scelga se preferisce essere bambino o cincinbum con le ali...e decida la sua...
- keoma
- Olandese Volante
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Cara Zazie... così fantastica da sfuggire a qualsiasi classificazione!
Per fortuna esisti veramente! Grazie Presidenta. Zoe sarà una bimba molto fortunata
Per fortuna esisti veramente! Grazie Presidenta. Zoe sarà una bimba molto fortunata

Ti amo, ogni anno di più. Non so fin dove potrò arrivare, ma spero che il mio cuore resista (R. Vecchioni)
Tutti vogliono il nostro bene. Non facciamocelo portar via (cit.)

Tutti vogliono il nostro bene. Non facciamocelo portar via (cit.)





Tutta questa dolcezza con i bambini........ti vedrei bene come mamma oltre che come zia naturalmente..........e presidentessa.......e donna paladina.......e .....aiuto!!!!!




"When I buy a new book, I read the last page first. That way, in case I die before I finish, I know how it ends. "
"when you realize you want to spend the rest of your life with somebody, you want the rest of your life to start as soon as possible."
when Harry met Sally
- vocenarrante
- Corsaro Rosso
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- Iscritto il: lun nov 04, 2002 12:46 am
Ombra ferma
Un ombra ferma, l'ombra di un granello di polvere,
l'ombra di un granello di polvere su di un sasso fermo;
un sasso su una massicciata ferma,
sulla massicciata, delle traversine ferme,
sulle traversine delle rotaie ferme,
sulle rotaie ferme delle ruote girano rapide,
sulle ruote rapide un treno fermo,
un treno in movimento nel paesaggio fermo,
nel paesaggio fermo delle persone si muovono,
delle persone si muovono sul treno fermo, eccetto le ruote, che si muove nel paesaggio
dei pensieri si muovono nelle persone ferme sul treno,
i pensieri si fermano su un uccello in volo
un uccello galleggia immobile nel cielo,
l'aria del cielo si muove: il vento
il vento soffia verso delle nuvole ferme,
le nuvole volano via fuori dalla terra,
la terra ferma per noi,
la terra si muove lungo la sua orbita,
la luna fissa lì nel cielo insegue la terra,
la terra che corre intorno al sole fermo,
il sole fermo che fugge nello spazio,
nello spazio tutto si perde, nell'ombra ferma.
VoceRelativo
l'ombra di un granello di polvere su di un sasso fermo;
un sasso su una massicciata ferma,
sulla massicciata, delle traversine ferme,
sulle traversine delle rotaie ferme,
sulle rotaie ferme delle ruote girano rapide,
sulle ruote rapide un treno fermo,
un treno in movimento nel paesaggio fermo,
nel paesaggio fermo delle persone si muovono,
delle persone si muovono sul treno fermo, eccetto le ruote, che si muove nel paesaggio
dei pensieri si muovono nelle persone ferme sul treno,
i pensieri si fermano su un uccello in volo
un uccello galleggia immobile nel cielo,
l'aria del cielo si muove: il vento
il vento soffia verso delle nuvole ferme,
le nuvole volano via fuori dalla terra,
la terra ferma per noi,
la terra si muove lungo la sua orbita,
la luna fissa lì nel cielo insegue la terra,
la terra che corre intorno al sole fermo,
il sole fermo che fugge nello spazio,
nello spazio tutto si perde, nell'ombra ferma.
VoceRelativo
- zazie
- Olandese Volante
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- Contatta:
Acqua
Prendo le mie sensazioni, le raccologo e le sospendo per un attimo, ed è così che si trasformano in pensieri. Prima sono solo gocce di condensa che rimango sul vetro. Poi lentamente le gocce scivolano, si uniscono a formare un filo sottile di acqua che scorre verso il basso. Solo allora, in quell’attimo così breve prima che l’acqua evapori, posso afferrarla.
Raccolgo la fatica, il sollievo e l’entusiasmo che mi fa provare il contatto con gli altri che chiamo amici. Mi soffermo sulla parola, la studio e me la rigiro tra le mani, che a volte si stancano nel cercare nuovi segni per mostrare quanto queste parole consumate non riescono a dire.
Cerco con la ragione e trovo moventi dietro ogni scambio di fatiche, sollievi ed entusiasmi. Raccolgo domande - che posto ha l’interesse egoistico nell’amicizia, come sottrarsi a questa compromissione? – ma queste mi portano altrove, più a fondo o fuori strada, non lo so…un pensiero che cambia tutta la prospettiva: anziché chiedermi se l’amicizia sia frutto di un bisogno, parto dal bisogno e mi interrogo sulla sua origine.
Ricordo quello che ho imparato e lo costringo a stare entare tra queste righe, perché mi aiuti a capire ciò che vivo: forse l’interesse è un altro segno della nostra finitezza che non dovremmo nascondere, ma piuttosto accettare e fare nostro, come indice dell'essere vivi?
Sono un essere finito, perirò senza riuscire ad abbracciare la totalità a cui tendo.
Il mio limite però allude ad un altro che è infinito e che solo nel riconoscimento di questa alterità può, forse, farsi presente.
Ritorno alle mie gocce, mi stavo allontanando troppo, ma sento che la strada può essere quella giusta, perché non è esaurita. Sono spinta a consumare energie nel faticoso incontro con l'altro dal mio interesse: il mio piacere per la buona conversazione, la mia irrequietezza, il mio desiderio di raccontarmi… che importa qual'è il movente per me piuttosto che per un altro?
L'amore che non chiede non è per forza avaro. Ma la sua verità forse non è contraddittoria con la finitezza di ogni desiderio.
Pronuncio le parole di un vero raccoglitore di acqua: Buber dice che pronunciamo così poche volte "tu" nella vita, che a volte ci dimentichiamo di questa parola. Non dice esattamente questo, ma non importa.
Diciamo "esso" all'albero, al gatto, e finiamo col dirlo all'uomo. La relazione autentica, che pure l'albero e il gatto ci offrirebbero, si sottrae continuamente, e neanche ce ne accorgiamo.
Dovrebbe essere un'altra la domanda...sto dicendo "tu" a chi ho di fronte? Sto permettendo all'altro e a me di entrare in una relazione autentica, in un incontro che ci coinvolga come persone?
Se porto il mio interesse, il mio essere finito, nello spazio della relazione, non ci starò portando proprio l'io capace di dire "tu"?
Sfuggo ai pensieri facili che vengono in mente come una melodia banale che detesto ma non posso fare a meno di canticchiare: troppo facile concentrarsi sull'io.
Ascolto un richiamo più lontano: non ci può essere vero io senza tu (ancora Buber).
Non c'è incontro tra un soggetto e un oggetto, questi possono solo starsi di fronte, muti.
Dicendo tu si offre spazio al dispiegarsi dell'altro come persona. Non un insieme di qualità, di dati rilevanti, ma una persona, definita in una forma singolare e inconfondibile, ma insauribile nei suoi infiniti sviluppi.
Trovo il discorso che sfuggiva e scopro che non poteva fare altrimenti, perché è una parola scambiata, è un dialogo.
La mia parola finisce
Inizia la tua
e così via...
Prendo, raccolgo, cerco, ricordo, ritorno, pronuncio, sfuggo, ascolto, trovo…acqua da bere
Raccolgo la fatica, il sollievo e l’entusiasmo che mi fa provare il contatto con gli altri che chiamo amici. Mi soffermo sulla parola, la studio e me la rigiro tra le mani, che a volte si stancano nel cercare nuovi segni per mostrare quanto queste parole consumate non riescono a dire.
Cerco con la ragione e trovo moventi dietro ogni scambio di fatiche, sollievi ed entusiasmi. Raccolgo domande - che posto ha l’interesse egoistico nell’amicizia, come sottrarsi a questa compromissione? – ma queste mi portano altrove, più a fondo o fuori strada, non lo so…un pensiero che cambia tutta la prospettiva: anziché chiedermi se l’amicizia sia frutto di un bisogno, parto dal bisogno e mi interrogo sulla sua origine.
Ricordo quello che ho imparato e lo costringo a stare entare tra queste righe, perché mi aiuti a capire ciò che vivo: forse l’interesse è un altro segno della nostra finitezza che non dovremmo nascondere, ma piuttosto accettare e fare nostro, come indice dell'essere vivi?
Sono un essere finito, perirò senza riuscire ad abbracciare la totalità a cui tendo.
Il mio limite però allude ad un altro che è infinito e che solo nel riconoscimento di questa alterità può, forse, farsi presente.
Ritorno alle mie gocce, mi stavo allontanando troppo, ma sento che la strada può essere quella giusta, perché non è esaurita. Sono spinta a consumare energie nel faticoso incontro con l'altro dal mio interesse: il mio piacere per la buona conversazione, la mia irrequietezza, il mio desiderio di raccontarmi… che importa qual'è il movente per me piuttosto che per un altro?
L'amore che non chiede non è per forza avaro. Ma la sua verità forse non è contraddittoria con la finitezza di ogni desiderio.
Pronuncio le parole di un vero raccoglitore di acqua: Buber dice che pronunciamo così poche volte "tu" nella vita, che a volte ci dimentichiamo di questa parola. Non dice esattamente questo, ma non importa.
Diciamo "esso" all'albero, al gatto, e finiamo col dirlo all'uomo. La relazione autentica, che pure l'albero e il gatto ci offrirebbero, si sottrae continuamente, e neanche ce ne accorgiamo.
Dovrebbe essere un'altra la domanda...sto dicendo "tu" a chi ho di fronte? Sto permettendo all'altro e a me di entrare in una relazione autentica, in un incontro che ci coinvolga come persone?
Se porto il mio interesse, il mio essere finito, nello spazio della relazione, non ci starò portando proprio l'io capace di dire "tu"?
Sfuggo ai pensieri facili che vengono in mente come una melodia banale che detesto ma non posso fare a meno di canticchiare: troppo facile concentrarsi sull'io.
Ascolto un richiamo più lontano: non ci può essere vero io senza tu (ancora Buber).
Non c'è incontro tra un soggetto e un oggetto, questi possono solo starsi di fronte, muti.
Dicendo tu si offre spazio al dispiegarsi dell'altro come persona. Non un insieme di qualità, di dati rilevanti, ma una persona, definita in una forma singolare e inconfondibile, ma insauribile nei suoi infiniti sviluppi.
Trovo il discorso che sfuggiva e scopro che non poteva fare altrimenti, perché è una parola scambiata, è un dialogo.
La mia parola finisce
Inizia la tua
e così via...
Prendo, raccolgo, cerco, ricordo, ritorno, pronuncio, sfuggo, ascolto, trovo…acqua da bere