Winston, Luigi, L'anonimo milanese è stato di fatto un nick di bookcrossing, è attualmente un imprenditore, il direttore di una rivista e uno scrittore. La sua nuova avventura è presentata sul blog di Pino Scaccia (inviato Rai nelle zone calde del pianeta):
http://www.pinoscaccia.splinder.com/pos ... on+Enzo%29
(ci sono alcuni commenti che parlano direttamente di bookcrossing!)
Prossimamente a Roma con blog ufficiale di riferimento:
www.ricchidentro.splinder.com
Molte esasperazioni del forum precedente "La persona che trovò un libro per strada" non mi sono piaciute. Esasperazioni di molti che sono intervenuti e non di uno soltanto. Sono convinto che abbiamo perso un'occasione di discutere. A distanza di tempo sento l'esigenza personale di chiarire anche le cose che mi sono piaciute. Ho letto alcuni passi della sua rivista P5, ho avuto un breve carteggio con lui, e tra persone civili e franche ne è uscita fuori una divergenza di punti di vista, ma anche una convergenza di vedute.
Ecco la mia valutazione, se qualcuno volesse aggiungere qualcosa creo questo spazio.
Mi sono piaciute:
1) L'iniziativa in sé del libro da Marciapiede. "Migliaia di libri neri sono apparsi all'improvviso lungo i marciapiedi di Milano. Il titolo? La persona che trovò un libro per strada[...] Immaginate di camminare per strada. All'improvviso, girato l'angolo, il marciapiede è punteggiato da centinaia di libri neri. Per centrare l'obiettivo di farsi leggere [...] Qualunque sia la direzione dell'ignaro passante, la lettura è assicurata. Lo raccogliete con un po' di diffidenza e curiosità. [...] Forse lo cestinerai appena girato l'angolo. Sarebbe un peccato. Perché se decidi di portarlo con te, scoprirai che non è un caso. Nel senso che volevamo fossi proprio tu a trovarlo."
(Questo frammento e i seguenti tratti dall'articolo di Simona Parini - Rivista - P5 Maggio 2006
http://www.p5web.it ).
1.1) Questa iniziativa è Promozionale nel soggetto, il libro è un noir, sulla linea di quello che va di moda adesso. Gratuita, il libro è a disposizione di tutti. Il libro è lasciato ai passanti, allora io, sinceramente, avrei voluto vederlo un marciapiede pieno di libri neri.
2) La ribellione ad un sistema. "I rigidi meccanismi che conducono un libro sullo scaffale della libreria escludono a priori una scelta culturale. E, anche quando essa viene sventolata, è una scusa. In taluni casi, le conseguenze sono paradossali. Per esempio, alcuni potentati editoriali immettono sul mercato titoli con il solo scopo di occupare spazio sugli scaffali per toglierlo, così, ai propri concorrenti. Questi ultimi posseggono spesso un potere contrattuale più debole nei confronti delle librerie. Risultato? In libreria non entrerà mai un titolo senza padrino. Per inciso: esistono due categorie di librerie, quelle di catena alcune di proprietà altre in franchising e quelle indipendenti, sempre più rare e costrette tra supermercati dove i libri si trovano nel bancone dei surgelati." Ne nasce l'Operazione Fernando.
3) Il riferimento ad un amico scomparso (Da cui il nome Operazione Fernando). "Ricordare un amico scomparso in modo prematuro, e dotato di un'intelligenza fuori del comune, richiedeva un gesto alla sua altezza." Mi piace che un gruppo d'amici, prima di una pizza ricordasse un amico scomparso, lasciando libri per strada, per rivendicare un'idea.
4) Il coraggio o l'avventatezza di una visione: "E le copie gettate per terra erano migliaia, non una. Una delle caratteristiche più interessanti è stata quella di concepire il marciapiede come internet: navighi il marciapiede e scarichi in borsa un libro. Escludendo con forza il tradizionale volantinaggio, il lettore, senza mediazioni, si trova faccia a faccia con il libro. Siamo sicuri che le applicazioni di tale gesto in altre realtà produttive possano squarciare nuovi orizzonti di business."
Non mi sono piaciute:
1) L'eccesso dei toni e la strumentalizzazione del Forum aperto qui da luigi. Per calcolo mediatico suscitare l'interesse attraverso il risenimento non è il modo migliore di condividere una visione come quella del Copyleft o del BookCrossing.
2) Le accuse di uniformità culturale, di fare gruppo. Penso che questo sia un luogo di condivisione di cultura e non un bacino di Business, i bookcrosser, mi risulta sono criticati da alcune case editrici perché diffondono dei libri e quindi "rubano" una fetta di mercato. Perché alcuni editori forse dimenticano che in un libro c'è un' idea prima del resto e le idee devono essere libere di circolare!
3) La mancanza di un valore aggiunto. La scelta di un noir, di una complicata trama che coinvolgesse il lettore ha spostato l'iniziativa troppo sull'aspetto mediatico. Tanto da confondere la valutazione del lettore con l'iniziativa stessa. Il lettore ha sempre ragione! Questa è una regola importante per me. Tutti devono essere liberi di esprimere un giudizio. Gli Editor dovrebbero segnare un percorso, ma promuovere la letteratura, gli esordienti di talento e non rincorrere lo scrittore personaggio, le pupazzotte da grande fratello. Magari l'iniziativa era lodevole, ma il libro non all'altezza, o le persone avevano voglia di criticarlo. Esistono parole per tutti. I giudizi negativi comparsi su altri forum che hanno unito la cosa al Bookcrossing ma non credo ne facciano parte, sono emblematici a riguardo:
http://www.studentistatale.it/forum/vie ... 7bc8acb35e
