
Futuro da lavavetri?
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Re: Futuro da lavavetri?
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Re: Futuro da lavavetri?
...anche perché, diciamoci la verità: già scegliendo il corso di laurea per cui si è più portati/che si desidera da sempre, studiare non è uno scherzo e si può perdere motivazione durante il cammino. Almeno, a me è capitato più di una volta, e non credo c'entrasse solo l'interruzione dovuta al lavoro. Se poi il tipo di studi non si sceglie ma viene imposto (da altri o dalle prospettive di lavoro), diventa veramente durasilvietta75 ha scritto:Idem.... mio padre mi ha spinta ad iscrivermi a giurisprudenza e sono letteralmente scappata in lacrime durante una incomprensibilissima lezione di economia politicaliberliber ha scritto:Ammetto che sono di parte, essendomi iscritta su pressione dei miei non alla facoltà che mi piaceva ma a quella che dava più possibilità, e infatti non l'ho finita

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Re: Futuro da lavavetri?
Consolati ... io non ho finito quella che mi piacevaTherese ha scritto: Ammetto che sono di parte, essendomi iscritta su pressione dei miei non alla facoltà che mi piaceva ma a quella che dava più possibilità, e infatti non l'ho finita

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Re: Futuro da lavavetri?
Sono d'accordissimo sul discorso liceo, però ho qualcosa da ridire sul fatto che esistano scuole professionali valide. Purtroppo per esperienza personale so che non è così. Alcune sono molto buone, e in genere sono anche quelle che si trovano sparpagliate per la regione e in numero limitato (ad esempio in provincia di Como ci sono 2 scuole validissime per diventare giardiniere, e se non hai la fortuna di abitarci vicino finisce che ti devi cuccare 30km di strada tutte le mattine), altre non lo sono affatto specialmente per quanto riguarda il settore della meccanica. Oltre a non offrire una preparazione nemmeno di base, per coloro che- lecitamente- decidono di fermarsi ai 3 anni, la situazione è grama. Finisce che a 17 anni nessuno ti vuole sia perchè non hai esperienza, ma soprattutto perchè non hai la maggiore età e nessuno ti piglia. Mio cugino ha compiuto gli anni a gennaio, fortunatamente per lui, ma da giugno ad ora, tutti gli ipotetici datori di lavoro hanno risposto "Riprova quando avrai 18 anni".Therese ha scritto:L'informazione secondo me dovrebbe avvenire prima della scelta della scuola superiore, ci sono scuole professionali valide che aiutano a trovare lavoro facilmente, poi si può comunque iscriversi all'Università, smettiamola col mito del liceo

Liz
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Re: Futuro da lavavetri?
Pure pigri sti studenti??lizzyblack ha scritto: e se non hai la fortuna di abitarci vicino finisce che ti devi cuccare 30km di strada tutte le mattine
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Re: Futuro da lavavetri?
La percentuale di 14enni che è pronta a svegliarsi alle 6 e cambiare 3 autobus non mi pare sia poi così alta. O non vorrete farmi credere che conoscete un sacco di 14enni che hanno ben chiaro il loro futuro e sono pronti al sacrificiofabiana ha scritto:Pure pigri sti studenti??

Per quanto mi riguarda, mi sono svegliata alle 5.45 per anni, e avevo passato da un pezzo i 14 anni: è stato pesante. Al momento di scegliere la scuola superiore, però, ho scartato a priori le scuole a Como. Forse per chi vive nelle grandi città è diverso, ma qui per farti 13km in autobus ci metti 45 minuti. Quindi, o sei davvero molto motivato, oppure orienti la tua scelta verso qualcosa di meno "complicato".
Liz
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Re: Futuro da lavavetri?
Sul discorso del liceo sono abbastanza d'accordo: io personalmente sono diplomata perito aziendale e corrispondente in lingue estere, in realtà avrei voluto fare il liceo linguistico ma intanto era troppo lontano (e appunto, nei paesini è davvero complicato spostarsi) e poi no ero così sicura che avrei continuato a studiare dopo... almeno così un diploma ce l'ho e teoricamente qualcosa saprei fare. La pratica è un po' diversa, dato che come al solito i prof ti danno 6 regalati... penso lo facciano dappertutto, purtroppo
Tornando indietro avrei fatto sacrifici e scelto il linguistico, ma comunque non averlo fatto ha i suoi vantaggi.
Quanto all'università, la mia impressione è che in Italia più hai studiato e più ti ritengono un cretino...
Io avevo deciso di fermarmi dopo la triennale, ho mandato circa un centinaio di cv, trovato un paio di bei lavori che però mi avrebbero assunto come stage senza alcuna intenzione (dichiaratamente) di assumermi eventualmente, fosse anche solo a progetto. Alla fine con la laurea sono finita a fare la dattilografa: massimo rispetto, ma è un lavoro che si può fare con la 3° media tranquillamente.
Mi sono poi iscritta alla specialistica, sperando che servisse ad avere più chance, ma ora sto cercando lavoro da quasi un anno e trovo solo porte sbattute in faccia... per i lavori di tipo impegatizio mi è capitato di vedermi rifiutata a causa della laurea e per i lavori più concettuali, tipo traduzioni o simili, mi manca l'aggancio e in ogni caso conosco gente che ci fa la fame...
Ma è per questo che abbiamo studiato? Io poi l'ho sempre fatto con passione, sicché in un atto di estremo masochismo ho deciso di fare domanda di ammissione al dottorato (per motivi burocratici devo aspettare gennaio, sono ancora in tempo a rinsavire
). Poi vedo che in Germania hanno un sacco di siti dedicati alla carriera nel mondo accademico, e mi rincuoro, però che uno debba pensare all'emigrazione per poter fare ciò che ama, beh...


Tornando indietro avrei fatto sacrifici e scelto il linguistico, ma comunque non averlo fatto ha i suoi vantaggi.
Quanto all'università, la mia impressione è che in Italia più hai studiato e più ti ritengono un cretino...
Io avevo deciso di fermarmi dopo la triennale, ho mandato circa un centinaio di cv, trovato un paio di bei lavori che però mi avrebbero assunto come stage senza alcuna intenzione (dichiaratamente) di assumermi eventualmente, fosse anche solo a progetto. Alla fine con la laurea sono finita a fare la dattilografa: massimo rispetto, ma è un lavoro che si può fare con la 3° media tranquillamente.
Mi sono poi iscritta alla specialistica, sperando che servisse ad avere più chance, ma ora sto cercando lavoro da quasi un anno e trovo solo porte sbattute in faccia... per i lavori di tipo impegatizio mi è capitato di vedermi rifiutata a causa della laurea e per i lavori più concettuali, tipo traduzioni o simili, mi manca l'aggancio e in ogni caso conosco gente che ci fa la fame...
Ma è per questo che abbiamo studiato? Io poi l'ho sempre fatto con passione, sicché in un atto di estremo masochismo ho deciso di fare domanda di ammissione al dottorato (per motivi burocratici devo aspettare gennaio, sono ancora in tempo a rinsavire



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Re: Futuro da lavavetri?
dite la verità: vi manca la bella presenza! 

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Re: Futuro da lavavetri?
A me di sicuroirrilevante ha scritto:dite la verità: vi manca la bella presenza!

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Re: Futuro da lavavetri?
E da acidona quale sono diventata (grazie al dottorato ndr) aggiungo che ci manca anche il pisello
.
Sapendo di poter generare equivoci
mi affretto a spiegare che quello che intendo è che, essendo donne e quindi passibili di gravidanza, partiamo già con molti punti in meno. Penso così di aver toccato il fondo del pessimismo.
Scusate ma sono in piena sindrome pre-discussione di tesi
@Sonnenbarke:Noooo!! Il dottorato nooooo!!!
(Scherzo, ognuno è libero di fare ciò che vuole
)

Sapendo di poter generare equivoci

Scusate ma sono in piena sindrome pre-discussione di tesi

@Sonnenbarke:Noooo!! Il dottorato nooooo!!!





"...a me i sogni mi piace farli venire veri, se no rimangono come una malattia che uno se la porta appresso per tutta la vita, o come la farlecca di un'operazione, che tutte le volte che viene umido torna a fare male." (P. Levi)

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Re: Futuro da lavavetri?
ladyofbabylon ha scritto:E da acidona quale sono diventata (grazie al dottorato ndr) aggiungo che ci manca anche il pisello


Comunque concordo con te, e sono diventata acida anche senza dottorato


Liz
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Re: Futuro da lavavetri?
...non è che ne conosci qualcuno per i paesi anglofoni, che so, Regno Unito, irlanda, ecc...?Sonnenbarke ha scritto:Poi vedo che in Germania hanno un sacco di siti dedicati alla carriera nel mondo accademico, e mi rincuoro, però che uno debba pensare all'emigrazione per poter fare ciò che ama, beh...![]()


Purtroppo non posso che condividere quello che dici riguardo all'emigrazione, ma siamo obiettivi: quali prospettive abbiamo rimanendo in Italia?



EDIT
http://www.repubblica.it/economia/2010/ ... p-2486444/
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Re: Futuro da lavavetri?
Lo dici ad una che da 12 anni si fa le alzatacce, però per me andare a studiare "a Roma" era un modo per uscire dal paese, poi che dovevo prendere il pullman alle 5.50 per stare a scuola alle 8 (se mi diceva bene) pazienza, era un modo per fare pigiama party tutte le mattine!lizzyblack ha scritto: Per quanto mi riguarda, mi sono svegliata alle 5.45 per anni, e avevo passato da un pezzo i 14 anni: è stato pesante. Al momento di scegliere la scuola superiore, però, ho scartato a priori le scuole a Como. Forse per chi vive nelle grandi città è diverso, ma qui per farti 13km in autobus ci metti 45 minuti. Quindi, o sei davvero molto motivato, oppure orienti la tua scelta verso qualcosa di meno "complicato".
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Re: Futuro da lavavetri?
Fabiana scusami, ma da quanto leggo ti sei diplomata nel 2000, quindi immagino che 12 anni fa avessi più o meno 18 anni. Non è per fissarmi sulle cose, ma per andare all'università pure io sono dovuta "uscire dal paese", e ovviamente non è stato un grande problema (o andavo a Milano o non facevo l'uni.). A 14-scusami- ma è un po' più difficile avere le idee chiare (che, tanto per intenderci, non si hanno nemmeno a 18, ma almeno si può fare un tentativo) e scegliere una scuola superiore mirata, che ti costi sacrifici sia in termini di tempo che di impegno scolastico. Se così non fosse, non ci sarebbero Istituti Tecnici che scoppiano di iscrizioni e scuole più "mirate" che invece fanno quasi fatica a formare le classi.fabiana ha scritto: Lo dici ad una che da 12 anni si fa le alzatacce, però per me andare a studiare "a Roma" era un modo per uscire dal paese, poi che dovevo prendere il pullman alle 5.50 per stare a scuola alle 8 (se mi diceva bene) pazienza, era un modo per fare pigiama party tutte le mattine!
E, certo, ci sono le eccezioni, ma proprio per questo si possono contare sulla punta delle dita. Quindi no, non credo proprio sia una questione di pigrizia, sinceramente.
Liz
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Re: Futuro da lavavetri?
o a insistere per fare la scuola che volevanolizzyblack ha scritto:O non vorrete farmi credere che conoscete un sacco di 14enni che hanno ben chiaro il loro futuro e sono pronti al sacrificio
io ero intenzionato a fare il perito agrario
me lo sconsigliarono perché in zona dava pochissimo sbocchi lavorativi
poco dopo scoppiò la moda del biologico, della spesa in fattoria, del km. 0...


ma sai che ero convinto del contrario? almeno in queste zone ci sono parecchie ditte che vendono all'estero, e a patto di sapere il tedesco mi pareva una delle lauree più "spendibili"lilacwhisper ha scritto:Ma al giorno d'oggi una laurea in Lingue vale quanto la carta scottex (per non dire altro ).
..."E’ stata la nuova manifestazione di una malattia autoimmunitaria, generata dal nostro stesso organismo culturalmente pigro, che sempre preferisce affidarsi al “salvatore” e all’ “imbonitore” anziché cercare di salvarsi da solo, uno per uno, e poi insieme, nella faticosa e spesso ingrata diligenza del quotidiano."... (V. Zucconi)
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Re: Futuro da lavavetri?
Esatto, ci va anche questo. Magari uno ha anche una vaga idea di quello che vorrebbe davvero fare, ma viene disincentivato da genitori e insegnanti (e sul fatto che i ragazzi di 14 non vogliano farsi le levatacce lo dobbiamo anche alle mamme/chioccia che nella maggior parte dei casi insistono che "non è il caso"lup ha scritto:o a insistere per fare la scuola che volevano

Liz
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Re: Futuro da lavavetri?
Mi ero persa quasi tutta la discussione!
Sono d'accordo con chi ha detto che ormai la laurea in lingue non vale più nulla o quasi!Non sapete quante volte mi sono sentita dire ai colloqui che non sarei servita a nulla perché il padrone di turno sfruttava la nipote che faceva lo scientifico e l'inglese lo faceva a scuola!(e non parlo di anni fa ma di qualche mese fa!)Ditemi voi come siamo messi!Io che mi sbatto da anni per raggiungere un livello molto alto nell'uso delle lingue che studio e mi sto ancora adesso perfezionando e lo farò, credo, sempre, sono messa al livello di una ragazzina che sta facendo lo scientifico!Praticamente uguale!
E' da più di un anno che sto cercando di trovare lavoro con la mia laurea in interpretariato!
@Lup dalle nostre parti ci sono si molte ditte che lavorano con l'estero ma adesso qui funziona che o conosci qualcuno all'interno dell'azienda o come donna soprattutto sei tagliata fuori!Aggiungiamo il fatto che ora mi dicono che non vogliono correre il rischio che io decida di sposarmi e di avere figli, non sia mai!
E poi si è aggiunta anche la crisi che ha colpito i settori come il tessile e il meccanico che qui sono quelli più gettonati!
Sono d'accordo con chi ha detto che ormai la laurea in lingue non vale più nulla o quasi!Non sapete quante volte mi sono sentita dire ai colloqui che non sarei servita a nulla perché il padrone di turno sfruttava la nipote che faceva lo scientifico e l'inglese lo faceva a scuola!(e non parlo di anni fa ma di qualche mese fa!)Ditemi voi come siamo messi!Io che mi sbatto da anni per raggiungere un livello molto alto nell'uso delle lingue che studio e mi sto ancora adesso perfezionando e lo farò, credo, sempre, sono messa al livello di una ragazzina che sta facendo lo scientifico!Praticamente uguale!
E' da più di un anno che sto cercando di trovare lavoro con la mia laurea in interpretariato!
@Lup dalle nostre parti ci sono si molte ditte che lavorano con l'estero ma adesso qui funziona che o conosci qualcuno all'interno dell'azienda o come donna soprattutto sei tagliata fuori!Aggiungiamo il fatto che ora mi dicono che non vogliono correre il rischio che io decida di sposarmi e di avere figli, non sia mai!

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Re: Futuro da lavavetri?
Avevo 16 anni, ma mi muovevo per andare alle superiori. Mi sono spostata per tutto il triennio (e dopo per lavoro) in una situazione parecchio disaggiata perchè avevano tolto il treno che arriva al mio paese per risistemarlo per il giubileo.lizzyblack ha scritto:Fabiana scusami, ma da quanto leggo ti sei diplomata nel 2000, quindi immagino che 12 anni fa avessi più o meno 18 anni.fabiana ha scritto: Lo dici ad una che da 12 anni si fa le alzatacce, però per me andare a studiare "a Roma" era un modo per uscire dal paese, poi che dovevo prendere il pullman alle 5.50 per stare a scuola alle 8 (se mi diceva bene) pazienza, era un modo per fare pigiama party tutte le mattine!
Stando circa 4 anni senza mezzi su ferro le poche consolari della zona erano il delirio e per fare 40 km si impiegava dalle 2 alle 3 ore

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Re: Futuro da lavavetri?
Per me questo e' un argomento molto caldo, vissuto nella duplice veste di padre di una figlia che si approssima all'ultimo anno di liceo e di lavoratore di una delle locali universita'.
Le ambasce in cui si dibatte mia figlia portano a galla moltissimi degli spunti che avete gia' sollevato, ed il problema principale e': quali strumenti sono disponibili per un ragazzo che non ha idea di come funzionino realmente sia il mondo universitario sia quello del lavoro? Qui da noi, come immagino in tutte le universita', ci sono giornate di orientamento, ma sono chiaramente limitate ai corsi di studio offerti dall'universita' stessa. In Francia, dove ha passato il primo trimestre, si e' trovata a partecipare ad una giornata in cui tutte le universita' della regione, e tutte le scuole professionali (che, a quanto pare, li' sono tenute in conto piu' o meno come l'universita'), e questa esperienza e' stata illuminante per certi versi (ha per esempio conosciuto una scuola di formazione per la cooperazione internazionale) e deprimente per un altro: dove puo' trovare in Italia un'iniziativa analoga? Io dubito che esista. Eppure quanti di noi, uscendo dal liceo, avevano gia' un'idea chiara di cosa voler fare, e quanti hanno poi scoperto che quanto offerto dall'universita' o da istituzioni analoghe non rispondevano alle loro aspirazioni?
Un tempo - potrei dire "ai miei tempi"
, queste difficolta' erano certamente importanti, ma non determinanti: in effetti, il "pezzo di carta" era comunque di per se' stesso un lasciapassare per il mondo del lavoro. Oggi non e' affatto cosi': il famigerato "pezzo di carta" aiuta, certo, soprattutto per quanto riguarda il livello di carriera dei lavoratori dipendenti, ma la maggior parte delle aziende cerca gente preparata che possa entrare abbastanza efficacemente da subito nel ciclo produttivo. Da questo punto di vista, una buona scuola di formazione (o l'esperienza lavorativa) e' diventata, se non piu' importante, quantomeno paragonabile ad una laurea conseguita senza effettiva competenza.
Qui partono le dolenti note che noto dal mio osservatorio universitario: i corsi di laurea non sono quasi mai destinati a fornire ne' cultura ne' competenze per inserirsi realmente nel mondo del lavoro, ma soprattutto i ragazzi non sono affatto interessati a questi aspetti. In due parole, l'universita' offre mezzi inadeguati, e una gran parte degli studenti prende acriticamente cio' che passa il convento seguendo la filosofia del "meno si fatica e meglio e' ".
Aggiungendo la pochezza della stragrande maggioranza delle scuole professionali, ghettizzate per tradizione ma in buona parte con giusta motivazione, con insegnanti interessati piu' a portare a casa la focaccia (e magari a portare a bottega qualche apprendista a costo zero) che a formare gente in gamba, ecco che il quadro non e' confortante.
Ci sarebbe da aggiungere assai sul conto dei docenti universitari e su svariati altri argomenti correlati, ma vi ho fatto leggere gia' abbastanza.
Le ambasce in cui si dibatte mia figlia portano a galla moltissimi degli spunti che avete gia' sollevato, ed il problema principale e': quali strumenti sono disponibili per un ragazzo che non ha idea di come funzionino realmente sia il mondo universitario sia quello del lavoro? Qui da noi, come immagino in tutte le universita', ci sono giornate di orientamento, ma sono chiaramente limitate ai corsi di studio offerti dall'universita' stessa. In Francia, dove ha passato il primo trimestre, si e' trovata a partecipare ad una giornata in cui tutte le universita' della regione, e tutte le scuole professionali (che, a quanto pare, li' sono tenute in conto piu' o meno come l'universita'), e questa esperienza e' stata illuminante per certi versi (ha per esempio conosciuto una scuola di formazione per la cooperazione internazionale) e deprimente per un altro: dove puo' trovare in Italia un'iniziativa analoga? Io dubito che esista. Eppure quanti di noi, uscendo dal liceo, avevano gia' un'idea chiara di cosa voler fare, e quanti hanno poi scoperto che quanto offerto dall'universita' o da istituzioni analoghe non rispondevano alle loro aspirazioni?
Un tempo - potrei dire "ai miei tempi"

Qui partono le dolenti note che noto dal mio osservatorio universitario: i corsi di laurea non sono quasi mai destinati a fornire ne' cultura ne' competenze per inserirsi realmente nel mondo del lavoro, ma soprattutto i ragazzi non sono affatto interessati a questi aspetti. In due parole, l'universita' offre mezzi inadeguati, e una gran parte degli studenti prende acriticamente cio' che passa il convento seguendo la filosofia del "meno si fatica e meglio e' ".
Aggiungendo la pochezza della stragrande maggioranza delle scuole professionali, ghettizzate per tradizione ma in buona parte con giusta motivazione, con insegnanti interessati piu' a portare a casa la focaccia (e magari a portare a bottega qualche apprendista a costo zero) che a formare gente in gamba, ecco che il quadro non e' confortante.
Ci sarebbe da aggiungere assai sul conto dei docenti universitari e su svariati altri argomenti correlati, ma vi ho fatto leggere gia' abbastanza.
-gioRgio-
"Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico." (proverbio cinese)
"ma non e' detto che tu sarai in condizioni migliori" (gRg)
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Re: Futuro da lavavetri?
più che altro, meglio se ci deprimiamo a rate-gioRgio- ha scritto:Ci sarebbe da aggiungere assai sul conto dei docenti universitari e su svariati altri argomenti correlati, ma vi ho fatto leggere gia' abbastanza.

Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
Amo le persone. E' la gente che non sopporto (Schulz)
Ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto (Wilde)
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Meglio mail che mp. Grazie.
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