

Thérèse Raquin di Emile Zola: non avevo mai letto niente di Zola e ho cominciato con questo libro, letto tra l'altro in francese (mi sono approcciata alla lettura in francese da pochissimo e va meglio del previsto). Mi è piaciuto tantissimo, non so perché ho aspettato tanto a leggerlo. La scrittura di Zola è bellissima e la trama è coinvolgente. Non so se sia il miglior Zola, dato che ho letto solo questo, ma sicuramente mi sento di consigliarlo.
Lulu di Frank Wedekind: ho amato moltissimo l'opera di Alban Berg e ho letto questo libro riascoltandola in parallelo alla lettura. Un'esperienza fantastica. Il libro è bellissimo, teatro come piace a me.
The Hunger Games di Suzanne Collins (tutta la trilogia): oh, che vi devo dire, ogni tanto ci vuole un po' sano svago pure nelle letture

Furore di John Steinbeck: anche questo, perché ho aspettato così tanto a leggerlo? Uno dei libri più belli letti nel 2014, anche se purtroppo nella vecchia traduzione censurata e rimaneggiata. Magari fra qualche anno me lo rileggerò in lingua originale, e sicuramente me lo godrò di più. Consigliato a tutti, assolutamente.
The Vagina Monologues di Eve Ensler: l'avevo già letto anni fa, ma ora l'ho riletto in lingua originale. Resta uno dei miei libri preferiti, che secondo me tutte le donne (e a dire il vero anche tutti gli uomini) dovrebbero leggere.
Princesse des rugo di Esther Kamatari: il libro è la storia della modella Esther Kamatari e insieme la storia di un paese, il Burundi, che è uno fra i più poveri del mondo. Un reportage toccante e struggente, scritto da una modella che ha evidentemente anche un cuore, un cervello e un'anima oltre che un bel corpo. Bellissimo, ma anche doloroso.
Mille splendidi soli di Khaled Hosseini: mi è piaciuto di più rispetto al Cacciatore di aquiloni. La solita scrittura intensa, la solita storia struggente. Ma secondo me, per quanto siano bestseller, questi libri di Hosseini sono vera letteratura.
Preghiera per Cernobyl di Svetlana Aleksievic: uno dei libri più duri e traumatici letti quest'anno. Parla delle conseguenze del disastro di Cernobyl sulla popolazione bielorussa, nazione, la Bielorussia, che è stata colpita ancor più dell'Ucraina stessa, a causa dei venti che soffiavano nella sua direzione e della sua vicinanza alla zona del disastro. Fa accapponare la pelle, questo libro, sembra di leggere un horror ma è tutto vero. Eppure secondo me è uno di quei libri che vanno letti (se si ha lo stomaco).
People of the Book di Geraldine Brooks: uno di quei rarissimi (per me) casi in cui ho letto lentamente per non far finire il libro. Un libro sui libri, una storia avvincente, una scrittura accattivante. Brooks è stata una bellissima scoperta.
The Gormenghast Trilogy di Mervyn Peake: che dire di questa trilogia? È immensa (come caratura, non come numero di pagine), bellissima, no, stupenda. Il terzo libro un po' si perde ma nel complesso è una trilogia di grande fascino. Penso che mi ricorderò di Steerpike e di Lady Fuchsia finché avrò vita.
Love song di Federico Novaro: la storia di un matrimonio, come recita il sottotitolo. Vi ricordate al festival di Sanremo del 2013 quei due ragazzi con i cartelli, quelli che andavano a sposarsi a New York? Beh, Federico Novaro è uno di loro, e ha scritto questo bellissimo libro per raccontare il loro matrimonio americano. Bellissimo, per far capire quanto sia normale essere gay, seppure in Italia non sia ancora così.
They Poured Fire on Us from the Sky di Benson Deng, Alephonsion Deng e Benjamin Ajak: una testimonianza scritta da tre "ragazzi perduti" del Sudan del Sud. Che raccontano la loro storia della fuga dal Sudan del Sud quando erano bambini (da 5 a 7 anni) e del loro peregrinare fra Sudan, Etiopia e Kenya, fino ad approdare negli USA. Un libro terribile su una delle guerre più sanguinose della storia recente. Ma molto bello.
Erevan di Gilbert Sinoué: tradotto in italiano da Neri Pozza come Armenia. Un romanzo storico sul genocidio armeno del 1915 (di cui quest'anno cade il centenario). Documentato ed estremamente ben scritto. Molto molto interessante.

My Urohs di Emelihter Kileng: raccolta di poesie di un'autrice micronesiana letta per il mio giro del mondo coi libri. Sicuramente è interessante conoscere le forme espressive di una realtà così lontana dalla nostra, ma queste poesie non mi sono piaciute per niente. Però lo terrò come un tesoro perché non è da tutti avere in casa il libro di un'autrice micronesiana

Ragazze di Riad di Rajaa Alsanea: anche questo letto per il giro del mondo coi libri, pensavo che fosse un modo per engtrare a contatto con la vita quotidiana di una ragazza araba, invece è chick-lit in salsa musulmana. E io odio la chick-lit. Del resto sia l'autrice che le protagoniste del libro sono delle privilegiate, in quanto appartenenti a famiglie ricche che consentono loro di vivere in modo più "occidentale" rispetto alle loro coetanee.
Acciaio di Silvia Avallone: vabbè, che lo devo pure commentare? Fortunatamente l'ho preso su Kindle quando era gratuito, altrimenti non mi sarei mai perdonata di aver speso soldi per una paccata simile. Scritto malissimo, altrimenti la storia non sarebbe stata neanche male. Di sicuro non mi viene voglia di leggere altro della stessa autrice.
The Railway di Hamid Ismailov: si aggiudica la palma del libro più brutto letto quest'anno. L'autore è un famoso scrittore uzbeko. Noiosissimo, pesantissimo, inconcludente. Tanti gridano al capolavoro, ma a me ha rotto le scatole come non mai. Yawn.
Il leone, la strega e l'armadio di C.S. Lewis: una grossissima delusione. Mi aspettavo un bel fantasy, seppure per ragazzi, e ho trovato solo un libro per bambini, per giunta dal retroscena religioso, che essendo io atea non apprezzo molto. Non fa per me, e infatti non proseguirò a leggere la serie.
Parole di Antonia Pozzi: boh. Forse sono io che non capisco. Mi avevano parlato di Antonia Pozzi come una delle più grandi poetesse italiane, ma io le sue poesie le ho trovate quasi tutte noiose e poco poetiche, senza nulla di originale. So che sto dicendo un'eresia, ma per me è così, che ci posso fare?
La vita in tempo di pace di Francesco Pecoraro: regalo del mio ragazzo per Natale. Purtroppo bruttissimo. Dicono che sia il capolavoro della letteratura italiana degli ultimi anni. Io l'ho trovato noioso, volgare, arrogante, pretenzioso. Tra l'altro tutto questo si prolunga per più di 500 pagine.