E’ veramente difficile per me valutare questo libro: all’inizio mi è piaciuto (io adoro come scrive Camilleri), ma man mano che proseguivo la lettura ho iniziato a provare un senso di fastidio non ben definito e ho fatto molto fatica a finirlo.
Subito lo stile ironico appare molto divertente: la vicenda è ambientata nell’Italia del 1935 ed è raccontata con gli occhi di un bambino imbevuto di idee fasciste e religiose, figlio di un segretario fascista. Il bambino, particolarmente “dotato”, cerca di capire come funziona il mondo e, in particolare, i suoi punti di riferimento: la famiglia, Mussolini e la Chiesa.
Ma questo bambino viene continuamente molestato sessualmente: da un insegnante pedofilo che ha il suo particolare modo di festeggiare la presa di Macallè e delle altre città in Abissinia, da una vedova, dalla cugina e da un pedofilo in un cinema.
E forse è proprio questo che mi ha infastidita: comunque è un bambino e la descrizione decisamente troppo accurata delle molestie sessuali che subisce mi ha dato fastidio e non basta l’ironia a smorzare il tutto (anche se il pezzo quando il padre affronta il maestro pedofilo è da manuale:
Here be spoilers
prima gli dice in siciliano che è un disgraziato e se ne deve andare, poi in italiano che se lo rivede in paese lo denuncia, e poi in spartano e lascio immaginare!
).
Il bambino, oramai decisamente prigioniero dei suoi deliri politici e religiosi, arriva a
Here be spoilers
uccidere un suo coetaneo “comunista”
e di ciò trova giustificazione nell’ideologia fascista e poi nella Chiesa non solo senza provare rimorso, ma senza rendersi conto di cosa ha fatto.
E man mano questo bambino, che prima mi sembrava così simpatico nella sua ingenuità, diventa odioso: non si rende conto di quello che gli accade (possibile che, pur piccolo, non capisca che cos’è una molestia sessuale visto che ne subisce in continuazione?), vive tutto con l’incubo del peccato facendo saltare i nervi a chi gli è vicino con continue domande se quel fatto è peccato e, se lo è, se veniale o mortale.
E alla fine non mi è sembrato più un fanciullo imbottito di dottrina e oggetto di continua attenzione “particolare”, ma un bambino malato con forti problemi psichiatrici (vedi l’agghiacciante finale).
Non so: forse non ho capito lo spirito del libro, ma devo dire che ho fatto fatica a finirlo per tutte queste descrizioni di molestie (che per altro mi sembrano veramente esagerate: è possibile che quel bambino incontri solo pedofili sul suo cammino o che i genitori siano così ingenui dal pensare che dorma quando loro compiono “i loro doveri coniugali”?).
Se invece penso a questo libro tralasciando queste descrizioni a mio avviso eccessive e inopportune, mi è piaciuto perchè è una chiara condanna dell’ipocrisia del regime e della Chiesa, del loro razzismo e dell’indifferenza verso i più deboli. Michilino, pur avendo una famiglia che lo ama molto, è un bambino solo e nessuno lo aiuta a comprendere la realtà, anzi: gli raccontano bugie e gli adulti giustificano tutte le cattiverie facendogli credere che c’è sempre un motivo giusto e valido. Lo stesso padre (che in quanto uomo può tradire la moglie ma, se tradito a sua volta, è legittimato a picchiarla e a mandarla via di casa) pur sapendo della violenza subito dal figlio non lo aiuta a comprendere cosa è successo ma liquida il tutto picchiando il molestatore o, quando gli raccontano le attenzioni della vedova, commenta compiaciuto le imprese “virili” del figlio.
La condanna è chiarissima nei confronti di una società bigotta e ipocrita e nei confronti del fascismo. Molto divertente e significativo è il commento del padre della camicia nera morta in Abissinia di fronte alla rappresentazione della battaglia fatta dai giovani balilla ("una minchiata solenne") o del comunista, l’unico personaggio positivo anche se praticamente non compare nel libro ("una vigliaccata").
E tutto questo estremismo religioso e fanatismo politico non possono che portare all’epilogo
Here be spoilers
con un bambino di 7 anni che diventa un assassino
.
Non saprei dire se mi è piaciuto o no: diciamo "ni".